Roma, 7 novembre 2025 – La Procura di Roma ha chiesto di oscurare un sito che diffondeva immagini generate dall’intelligenza artificiale con donne dello spettacolo – e non solo – ritratte senza veli. La richiesta è stata presentata al giudice per le indagini preliminari nelle ultime ore, nell’ambito di un’indagine partita dopo le denunce di alcune vittime. Il procedimento si basa sulla nuova legge entrata in vigore lo scorso ottobre, che punisce chi condivide contenuti illeciti creati o modificati con sistemi di IA.
Il nuovo reato per le immagini deepfake
Gli investigatori hanno ricostruito che il sito – il cui nome resta segreto per motivi di indagine – ospitava foto e video in cui i volti di attrici, cantanti e altre donne famose venivano sovrapposti a corpi nudi grazie a tecniche di deepfake. Secondo fonti della Polizia Postale, le immagini erano spesso accompagnate da didascalie esplicite e circolavano anche su pagine social collegate. “Abbiamo ricevuto molte segnalazioni – ha detto un agente – soprattutto da persone che si sono riconosciute in quei contenuti, pur non avendo mai posato in quel modo”.
La legge, introdotta meno di un anno fa, prevede pene da uno a cinque anni di carcere per chi diffonde o rende accessibili immagini o video creati o modificati con l’intelligenza artificiale senza il consenso delle persone coinvolte. È una norma pensata per fermare la crescita dei deepfake, un fenomeno che recentemente ha coinvolto sia personaggi pubblici sia cittadini comuni.
La Polizia Postale sulle tracce del sito
Le indagini sono condotte dalla Polizia Postale di Roma, che nelle ultime settimane ha raccolto testimonianze e acquisito materiale digitale. Gli agenti cercano ora di risalire agli amministratori del sito e a chi ha caricato i contenuti. “Non è facile – spiega una fonte vicina all’inchiesta – perché spesso questi siti sono ospitati su server esteri e usano sistemi per nascondere gli utenti”. Nonostante ciò, grazie alla collaborazione con alcune piattaforme internazionali, sono già stati individuati alcuni indirizzi IP legati all’Italia.
Dai ambienti giudiziari filtra che la richiesta di oscuramento nasce dall’urgenza di proteggere le vittime e bloccare la diffusione di quelle immagini. “Il danno, sia a livello di reputazione che psicologico, è immediato”, sottolinea una delle avvocate che segue alcune delle donne coinvolte. Spesso le vittime hanno scoperto quelle immagini solo dopo che amici o colleghi le hanno avvisate.
Le vittime si fanno sentire, la legge prova a correre ai ripari
Tra le persone coinvolte ci sono volti noti del cinema e della televisione italiana, ma anche donne comuni. Alcune hanno denunciato direttamente alla Procura di Roma, altre si sono affidate ad associazioni che difendono la privacy online. “Non è solo una questione di immagine pubblica – racconta una vittima – ma un’invasione profonda della propria intimità che lascia il segno”.
Con la legge varata nell’ottobre 2024, il legislatore ha voluto colmare un vuoto che rendeva difficile punire chi diffondeva deepfake per diffamazione o ricatto. Secondo i dati del Ministero della Giustizia, nei primi sei mesi dall’entrata in vigore della norma sono stati aperti oltre 120 fascicoli simili in tutta Italia.
Cosa succederà ora
Il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se accogliere la richiesta della Procura e ordinare l’oscuramento immediato del sito. Nel frattempo, le indagini continuano per scoprire eventuali complici e ricostruire tutta la rete dietro la diffusione dei contenuti. Gli investigatori non escludono che dietro la piattaforma ci possa essere un’organizzazione più ampia, con collegamenti anche all’estero.
La vicenda riporta al centro del dibattito la necessità di strumenti più efficaci per fermare gli abusi legati alle nuove tecnologie digitali. “Serve più consapevolezza sui rischi dell’intelligenza artificiale”, ha commentato il presidente del Garante per la privacy, Pasquale Stanzione. “E una risposta unita a livello europeo”.
