Milano, 7 novembre 2025 – Elia Del Grande, condannato per la strage dei fornai di Cadrezzate nel 1998, torna al centro dell’attenzione dopo una fuga durata una settimana dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia. In una lunga lettera inviata a VareseNews, Del Grande – ancora ricercato – spiega perché ha deciso di scappare dalla struttura modenese dove era stato internato. Denuncia condizioni che definisce “peggiori del carcere” e una gestione che, secondo lui, non aiuta affatto il reinserimento nella società.
La fuga e la lettera: “Trattato peggio di un detenuto”
Nella lettera, Del Grande, 52 anni e originario del Varesotto, racconta di aver preso quella decisione dopo oltre un anno in una situazione che chiama “insostenibile”. “Ogni giorno convivevo con persone affette da gravi problemi psichiatrici”, scrive. E aggiunge: “La terapia è solo psicofarmaci, dati a dosi massicce a chiunque, senza alcuna distinzione”.
Secondo lui, le case lavoro sono ormai diventate “carceri vere e proprie”, con sbarre, cancelli, polizia penitenziaria e orari rigidissimi. “Chi sta in casa lavoro non è un detenuto, ma nemmeno libero”, precisa. Non c’è liberazione anticipata, non ci sono rapporti disciplinari, solo proroghe di sei mesi in sei mesi. Questi – almeno sulla carta – dovrebbero aiutare a riabituare l’internato alla vita fuori. “In realtà – spiega – le opportunità di lavoro sono negate o limitate a turni che sembrano quelli del carcere”.
“Le case lavoro sono i nuovi OPG”
Del Grande non le manda a dire al sistema: “Le case lavoro di oggi sono i vecchi OPG (ospedali psichiatrici giudiziari) chiusi nel 2015”, scrive. Per lui, queste strutture sono diventate un contenitore per persone con problemi psichiatrici che non trovano posto nelle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).
Fa riferimento alla riforma che ha chiuso gli OPG dieci anni fa, ma che, secondo Del Grande, non ha risolto il problema della gestione di chi è socialmente pericoloso. “In un Paese civile e che rispetta le regole europee questo non dovrebbe più esistere”, sottolinea.
Dal carcere alla nuova misura di sicurezza
Dopo aver scontato 26 anni e 4 mesi per l’omicidio dei genitori e del fratello – un caso che sconvolse Cadrezzate nel 1998 – Del Grande era uscito con la libertà vigilata nell’estate 2023. Aveva trovato lavoro, una compagna, sembrava aver ricominciato a vivere. “Stavo riprendendo in mano la mia vita”, racconta. Poi la magistratura di sorveglianza ha deciso diversamente: giudicato ancora socialmente pericoloso, il 23 settembre è stato mandato nella casa lavoro di Castelfranco Emilia.
VareseNews ha ricostruito che Del Grande aveva vissuto tra Sardegna e Varesotto, stabilendosi negli ultimi mesi proprio a Cadrezzate, nella casa sopra il vecchio forno di famiglia. Aveva anche scritto alla redazione il 16 agosto 2023.
“Mi chiamano serial killer senza sapere cosa ho fatto dopo”
Nella sua lettera, Del Grande parla anche dell’immagine che la cronaca gli dà: “Mi dipingono come un serial killer, un pazzo assassino scappato senza alcun controllo”. Ricorda di essere stato condannato a trent’anni e di averne scontati ventisei e quattro mesi. “Non ho preso pene aggiuntive”, afferma. Eppure, si ritrova di nuovo prigioniero a causa di una legge vecchia, risalente al periodo fascista.
“Non hanno considerato il mio impegno al lavoro, né il mio percorso di reinserimento”, continua. La sua fuga, dice, è nata dalla disperazione: “Ho provato tutto per uscire da quella situazione a cui non riuscivo ad abituarmi”.
“Non è evasione, solo un allontanamento”
Del Grande chiude la lettera chiarendo che non si tratta di evasione: “Mi sono semplicemente allontanato”. Ringrazia VareseNews per aver sottolineato che non c’è un reato penale da perseguire. “Pago ancora il prezzo del mio nome e di quello che ho fatto”, ammette. E aggiunge: “Qualsiasi pena si sconti in questo Paese, resterai sempre la persona che ha commesso quel gesto”.
Le forze dell’ordine continuano a cercarlo, ma al momento non ci sono notizie certe sul suo luogo. La vicenda riapre il dibattito sulle misure di sicurezza e sul ruolo reale delle case lavoro in Italia.
