Fuga e minaccia di attentato: arrestato un evaso a Milano

Fuga e minaccia di attentato: arrestato un evaso a Milano

Fuga e minaccia di attentato: arrestato un evaso a Milano

Matteo Rigamonti

Novembre 7, 2025

Milano, 7 novembre 2025 – Un ragazzo di 20 anni, di origine irachena, è stato arrestato a Milano nella serata del 4 novembre dopo essere scappato dagli arresti domiciliari a Udine. Prima di fuggire, aveva annunciato sui suoi profili social l’intenzione di compiere un attentato. La vicenda, che ha coinvolto le Digos di due città e ha messo in allarme gli inquirenti, si è chiusa con il ritorno del giovane ai domiciliari, ma con una misura cautelare più severa.

Evasione annunciata e minacce sui social

Gli investigatori hanno ricostruito la storia: il ragazzo, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, violazioni sulle armi e droga, stava scontando ai domiciliari una pena per un furto in abitazione in provincia di Udine. La mattina del 3 novembre, poco dopo le 10, si è allontanato dalla sua abitazione. Quello che rende il caso insolito è che aveva già annunciato questa fuga con diversi post sui social nei giorni prima.

Ma non si è fermato qui: in uno dei video che ha pubblicato online, il ventenne ha dichiarato apertamente di voler portare a termine un attentato. “Presto mi vedrete, farò qualcosa che nessuno si aspetta”, avrebbe detto in uno dei filmati, secondo quanto riferito dagli inquirenti. Questo ha fatto scattare l’allarme e ha spinto la Procura di Udine a chiedere un inasprimento della misura cautelare, temendo che dalle parole potesse passare ai fatti.

La fuga ripresa in diretta e l’arresto a Milano

Dopo aver lasciato la casa in Friuli, il giovane ha continuato a raccontare la sua fuga. In un altro video, trasmesso in diretta, si è mostrato mentre si toglieva il braccialetto elettronico che serviva a monitorare i suoi movimenti. Un gesto plateale, ripreso con il cellulare e condiviso con i suoi follower. “Non mi prenderanno”, ha detto durante la diretta.

La svolta è arrivata nel pomeriggio del 4 novembre. Gli agenti della Digos di Udine e Milano, che seguivano i suoi canali social, lo hanno individuato in un locale nel centro di Milano. Alcuni dettagli dell’arredamento e una vetrina alle spalle del ragazzo hanno permesso di capire dove si trovasse. In pochi minuti, una pattuglia è intervenuta e lo ha fermato senza che lui opponesse resistenza. Erano circa le 18 quando è scattato l’arresto.

Precedenti e reazioni

Il giovane aveva già alle spalle condanne per furto in abitazione e risultava indagato per detenzione illegale di armi e droga. “È una persona già nota per comportamenti violenti e imprevedibili”, ha detto una fonte della Questura di Udine. I suoi profili social erano monitorati da tempo, ma la rapidità con cui ha messo in atto la fuga ha sorpreso gli investigatori.

Dopo l’arresto, il ventenne è stato portato in carcere e processato con giudizio direttissimo. Il giudice ha disposto di riportarlo agli arresti domiciliari nella stessa abitazione in provincia di Udine, ma con controlli più rigidi. “Stiamo valutando altre misure per evitare che possa ripetersi una cosa del genere”, ha spiegato un funzionario di Polizia.

I social come strumento chiave nelle indagini

Questa storia ha messo in luce quanto siano importanti i social network nelle indagini di polizia. Grazie alle dirette pubblicate dal giovane, gli agenti sono riusciti a trovarlo velocemente a Milano. “I social sono diventati uno strumento fondamentale, sia per chi vuole farsi vedere sia per chi deve intervenire”, ha commentato un investigatore della Digos milanese.

Nel quartiere di Udine dove abitava il ragazzo, la notizia dell’evasione e delle minacce ha creato preoccupazione tra i vicini. “Non pensavamo potesse arrivare a tanto”, ha detto una donna che vive accanto a lui, ancora scossa.

Al momento non ci sono prove concrete che il ragazzo fosse davvero in grado di compiere un attentato, ma le indagini continuano per capire se avesse legami con ambienti radicalizzati. Gli inquirenti stanno passando al setaccio i dispositivi sequestrati al momento dell’arresto e tengono sotto controllo i profili social collegati al giovane.

La vicenda resta sotto stretto controllo delle autorità e delle forze dell’ordine, che invitano a mantenere alta l’attenzione e sottolineano quanto sia importante la collaborazione tra cittadini e istituzioni per prevenire situazioni di pericolo.