Parma, 7 novembre 2025 – Chiara Petrolini, la giovane di Parma accusata di aver ucciso e sepolto due neonati tra maggio 2023 e agosto 2024, ha detto di voler rifarsi una vita e diventare maestra d’asilo. Lo ha raccontato durante un colloquio con i consulenti tecnici dell’accusa, come è emerso ieri in aula alla Corte d’Assise di Parma. “Non sono pazza, ero debole e sola”, ha risposto la ventiquattrenne agli psichiatri nominati dalla procura. Una frase che, secondo gli esperti, confermerebbe la sua piena capacità di intendere e di volere.
Chiara Petrolini: “Voglio insegnare ai bambini”
Il colloquio risale al 22 novembre 2024. Quel giorno, Chiara – capelli raccolti e sguardo basso, dicono i presenti – ha parlato a lungo del suo stato d’animo. “Non è roba da pazzi, ma da persone deboli e sole che hanno avuto paura”, avrebbe detto agli psichiatri Mario Amore e Domenico Berardi. Parole semplici, quasi sussurrate. In aula, Berardi ha raccontato: “Ha detto chiaramente che vuole rifarsi una vita. Sta studiando e sogna di fare la maestra, alle elementari o al nido”. Un desiderio che sembra lontano anni luce dalle accuse pesantissime che le vengono contestate.
La perizia: nessuna malattia mentale
Per i consulenti della procura, Chiara non ha disturbi psichiatrici. “Non presenta malattie mentali organiche”, ha spiegato Amore davanti ai giudici. Nessun disturbo della personalità, nessuna alterazione della coscienza. La ragazza sarebbe stata lucida sia al momento dei fatti sia durante i colloqui successivi. “Si comporta come se fosse guidata da un computer”, ha aggiunto Berardi. Un’immagine che ha fatto mormorare qualcuno in aula. “Ha un suo disegno, difficile da capire, ma c’è continuità: nulla si contraddice”.
Il comportamento durante le indagini: freddezza e distacco
Gli esperti hanno sottolineato la “freddezza” e la “povertà emotiva” di Chiara. Nei colloqui, avrebbe ripetuto più volte: “Ma cosa ho fatto? Cosa ho fatto di male?”. Una domanda quasi ossessiva. Secondo i consulenti, questo atteggiamento tradirebbe una distanza emotiva dai fatti. Nessun segnale di delirio o dissociazione, però. Solo una specie di automatismo, una coerenza interna che resta difficile da interpretare.
Le accuse e il processo
Chiara Petrolini è accusata di aver ucciso due neonati appena nati – il primo a maggio 2023, il secondo ad agosto 2024 – e di aver nascosto i loro corpi. I fatti sarebbero avvenuti in due appartamenti diversi nella zona sud di Parma, tra via Langhirano e via Montebello. Le indagini sono partite dopo il ritrovamento del secondo cadavere, trovato in un sacco nero nel cortile condominiale. Solo allora gli investigatori hanno collegato il caso a una precedente sparizione sospetta.
L’atmosfera in aula: tensione e silenzi
Ieri mattina, in aula si respirava un clima teso. I familiari di Chiara – madre e sorella – hanno seguito la deposizione dei consulenti in silenzio, trattenendo a stento le lacrime. Gli avvocati difensori hanno ascoltato senza interrompere, prendendo appunti con attenzione. All’uscita, poche parole: “Aspettiamo la sentenza”, ha detto uno di loro.
Un futuro tutto da scrivere
Il processo andrà avanti nelle prossime settimane con altre testimonianze e la discussione finale. Intanto resta il dubbio su quale sarà il destino di Chiara. Lei stessa, nei colloqui con gli psichiatri, ha confidato: “Sto studiando per diventare maestra”. Un sogno che sembra molto lontano dalla realtà che la aspetta in tribunale. Eppure, dietro le sbarre del carcere di via Burla, continua a ripeterlo: “Non sono pazza. Ero solo debole e sola”.
