Roma, 7 novembre 2025 – Un’alleanza tra imprese e istituzioni per mettere al sicuro tutta la filiera: è questo il cuore di G∙row, il progetto che Eni ha presentato oggi al Gazometro di Ostiense, durante la G∙row Conference 2025 – Evolving through Risk & Control Governance. Dietro questa iniziativa ci sono il supporto strategico di McKinsey & Company e quello tecnologico di SAP Italia. L’obiettivo è chiaro: coinvolgere grandi aziende e istituzioni, italiane e non, in un percorso condiviso di crescita e controllo.
Cambiare marcia nella gestione dei rischi
“G∙row ha subito raccolto l’attenzione di molte realtà importanti”, ha detto Gianfranco Cariola, Director Internal Audit di Eni, parlando davanti a una platea fatta di manager, consulenti e rappresentanti delle istituzioni. “L’idea – ha aggiunto – è dare più forza alla governance nell’ambito ESG, rafforzando i controlli lungo tutta la catena del valore. Troppi rischi, dalla cyber security ai problemi della supply chain, fino al reputation risk, nascono dai rapporti con soggetti esterni. Non basta quindi affidarsi solo ai controlli interni aziendali”.
Il progetto, raccontato nel dettaglio nel corso della conferenza, parte da un punto fermo: non si può più lasciare la prevenzione dei rischi solo alle singole imprese. Serve una rete, un sistema che coinvolga tutti i protagonisti della filiera. “Solo così – ha sottolineato Cariola – si può creare un equilibrio in cui la grande azienda capo-filiera sostiene l’ecosistema e, in cambio, riceve valore dallo stesso”.
La forza della contaminazione culturale
Dagli interventi è emerso che la vera forza di G∙row sta nel favorire una “contaminazione culturale” tra imprese, istituzioni e fornitori. “Vogliamo coinvolgere la maggior parte degli attori della value chain”, ha spiegato ancora Cariola, “attraverso la condivisione di modelli, pratiche ed esperienze. Solo così si può aumentare la consapevolezza sui rischi e rafforzare la prevenzione”.
Il progetto, appoggiato anche da grandi nomi come Snam, Terna e alcune banche, punta a creare un circolo virtuoso. “È un cambio di passo importante”, ha ammesso Cariola. “Passiamo dal classico sistema di controlli interni a un controllo diffuso e condiviso tra tutti i soggetti della catena del valore”.
Scope 3: un nuovo modo di guardare ai controlli
Nel corso della mattinata si è parlato anche di Scope 3 applicato ai sistemi di controllo aziendali. Un termine preso in prestito dalla sostenibilità ambientale, dove indica le emissioni indirette lungo tutta la filiera produttiva. “Nel nostro caso”, ha spiegato Cariola, “lo Scope 3 rappresenta il valore che si crea quando tutti gli attori della catena partecipano attivamente al controllo. È un equilibrio vantaggioso per tutti”.
La presenza di McKinsey & Company e SAP Italia come partner evidenzia la voglia di mettere a disposizione gli strumenti più avanzati per gestire dati e processi. “La tecnologia è essenziale”, ha detto un manager di SAP, “ma senza una cultura condivisa del rischio non si va da nessuna parte”.
Cosa succederà nei prossimi mesi
Gli organizzatori hanno annunciato che nelle prossime settimane partiranno tavoli tecnici e workshop pratici per definire le prime linee guida comuni. L’obiettivo è arrivare, entro il 2026, a una piattaforma condivisa dove le aziende potranno scambiarsi informazioni, buone pratiche e strumenti per gestire insieme i rischi.
“Non vogliamo solo rispettare le regole”, ha concluso Cariola durante il confronto con i giornalisti. “Vogliamo costruire una comunità capace di anticipare i rischi e trasformarli in opportunità di crescita per tutti”. Una sfida che parte da Roma, ma guarda lontano, con l’ambizione di diventare un modello anche a livello internazionale.
