Bruxelles, 7 novembre 2025 – L’Unione Europea stringe le maglie sui visti per i cittadini russi. La decisione arriva dopo una serie di episodi sospetti con droni e presunti atti di sabotaggio in diversi Paesi membri. L’annuncio è arrivato stamattina, poco dopo le 9, dall’Alto Rappresentante per la Politica Estera, Kaja Kallas, che ha affidato il messaggio a un post sul suo profilo X (ex Twitter). “È difficile accettare l’inizio di una guerra e pensare di poter viaggiare liberamente in Europa. Viaggiare nell’Ue è un privilegio, non un diritto acquisito”, ha scritto Kallas, chiudendo ogni dubbio.
Visti russi, cosa cambia davvero
Fonti diplomatiche a Bruxelles spiegano che l’inasprimento nasce da un allarme crescente sulla sicurezza interna. Negli ultimi mesi, paesi come Germania, Polonia e i Paesi Baltici hanno segnalato episodi strani: droni non identificati vicino a infrastrutture vitali, piccoli incendi sospetti, tentativi di entrare senza permesso in sistemi informatici. “Non si può più fare finta di niente”, ha detto un funzionario del Consiglio Ue, che ha preferito restare anonimo. Le nuove regole prevedono controlli più rigidi sulle domande di visto e una revisione dei permessi già concessi.
Droni e sabotaggi: l’allarme cresce
La questione dei droni è diventata il cuore del dibattito sulla sicurezza europea. Solo nell’ultima settimana, la polizia tedesca ha riportato almeno tre episodi sospetti intorno a centrali elettriche tra Amburgo e Berlino. In Lituania le autorità parlano apertamente di “atti di sabotaggio” contro la rete ferroviaria. “Non sono più casi isolati”, ha ammesso ieri il ministro degli Interni lituano, Agnė Bilotaitė. Le indagini vanno avanti, ma l’atmosfera resta tesa. E nelle istituzioni europee si fa sempre più forte il sospetto che dietro ci sia la mano di Mosca.
Mosca risponde: accuse e tensioni
A Mosca la notizia ha scatenato irritazione. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha definito la mossa “un atto ostile” e ha accusato Bruxelles di “punire senza distinzioni i cittadini russi”. Nel 2024, spiegano dal Ministero degli Esteri russo, circa 1,2 milioni di russi hanno chiesto un visto Schengen, quasi tutti per turismo o visite familiari. Ora, con le nuove norme, ottenere il permesso per entrare in Europa sarà più complicato. “Ci sentiamo discriminati”, racconta Anna Petrova, 34 anni, impiegata a San Pietroburgo, che aveva in programma una vacanza a Roma a dicembre.
Il dibattito in Europa: tra sicurezza e diritti
Non tutti i Paesi Ue sono sulla stessa linea. In Francia e Italia, alcuni parlamentari chiedono di fare distinzioni tra cittadini comuni e funzionari vicini al governo di Mosca. “Non possiamo chiudere le porte a chi scappa dalla repressione”, ha detto ieri l’eurodeputata francese Nathalie Loiseau. Ma per ora la linea ufficiale resta quella di Kallas: “La sicurezza collettiva viene prima di tutto”. Solo nelle prossime settimane si capirà se arriveranno eccezioni o deroghe.
Viaggiare in Europa: da diritto a privilegio
Il messaggio dell’Unione Europea è chiaro: in un momento segnato dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni con Mosca, la libertà di movimento non è più scontata. “Viaggiare nell’Ue è un privilegio”, ha ribadito Kallas. Una frase che riassume il clima teso nelle capitali europee: prudenza, controlli più severi e occhi aperti sui rischi interni. Per i cittadini russi che speravano in una vacanza o a una visita ai familiari, le cose si complicano. E il futuro dei rapporti tra Ue e Russia resta tutto da scrivere.
