Manovra sotto esame: l’Irpef favorisce i benestanti, Giorgetti promette supporto ai redditi medi

Manovra sotto esame: l'Irpef favorisce i benestanti, Giorgetti promette supporto ai redditi medi

Manovra sotto esame: l'Irpef favorisce i benestanti, Giorgetti promette supporto ai redditi medi

Giada Liguori

Novembre 7, 2025

Roma, 7 novembre 2025 – Il taglio dell’Irpef previsto dalla manovra, pensato per dare una mano al ceto medio, in realtà sembra premiare soprattutto i redditi più alti. È quanto emerge dalle ultime audizioni davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, dove istituzioni come Banca d’Italia, Corte dei Conti, Istat e Upb hanno sollevato dubbi sull’efficacia reale della misura. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, respinge le critiche e difende la scelta, assicurando che si tratta di una tutela per i “redditi medi”.

Taglio Irpef, chi ci guadagna davvero

Dai dati presentati da Istat e Corte dei Conti emerge che il taglio di due punti della seconda aliquota Irpef – quella che riguarda i redditi tra 28mila e 50mila euro – interessa circa il 30% dei contribuenti, oltre 13 milioni di persone. Il beneficio medio annuo si aggira intorno ai 230 euro, ma la distribuzione delle risorse è ben diversa. “Oltre l’85% delle risorse va alle famiglie dei quinti più ricchi”, ha detto il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli. La Corte dei Conti ha aggiunto che “l’effetto massimo si vede per chi ha redditi tra i 50.000 e i 200.000 euro”.

L’Upb ha quantificato il vantaggio: 408 euro per i dirigenti, 123 per gli impiegati, 23 per gli operai, 124 per gli autonomi e 55 per i pensionati. Numeri che confermano come la misura tocchi soprattutto chi sta nelle fasce più alte.

Le critiche delle istituzioni

La posizione della Banca d’Italia è chiara: le misure per sostenere il reddito delle famiglie nella manovra “non cambiano molto la disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile”. Il vice capo del Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, Fabrizio Balassone, ha ricordato che dal 2019 al 2023 il potere d’acquisto è calato del 10%, recuperato solo in parte.

Sulla stessa linea la Corte dei Conti, che ha sottolineato come “l’effetto massimo si registra per i contribuenti con redditi più alti”. L’Istat ha aggiunto che il beneficio medio per le famiglie più povere è di 102 euro, mentre arriva a 411 euro per quelle più ricche.

La difesa del governo

Il ministro Giorgetti, intervenuto nel pomeriggio, ha respinto le accuse di mancanza di equità. “La misura tutela i contribuenti con redditi medi”, ha ribadito, mostrando un certo fastidio verso le critiche degli enti tecnici. “Rispetto chi è intervenuto prima di me, ma io devo prendere decisioni, non fare solo il professore”, ha detto.

Giorgetti ha chiesto di guardare anche a quanto fatto negli ultimi tre anni: “C’è un intervento equilibrato che considera tutte le misure insieme”, ha spiegato. Sulla questione del fiscal drag, ha precisato che “per i redditi più bassi è stato coperto fino a 35mila euro”.

Affitti brevi e rottamazione, le questioni aperte

Durante le audizioni sono emersi problemi anche su altre misure della manovra. Il presidente delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, Mauro Orefice, ha segnalato che l’aumento dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26% potrebbe spingere a non dichiarare gli affitti.

Sulla nuova “rottamazione” delle cartelle fiscali, Bankitalia ha avvertito che questo strumento non ha mai fatto aumentare davvero il recupero delle somme dovute. Secondo Balassone, la nuova definizione agevolata farà perdere “1,5 miliardi nel 2026 e 0,5 miliardi in media negli anni successivi”. L’Agenzia delle Entrate stima che i pagamenti siano circa la metà di quanto dovuto nelle precedenti edizioni.

Il confronto politico e sindacale

La manovra arriverà in Senato la prossima settimana, con gli emendamenti attesi entro il 14 novembre. Le opposizioni si preparano allo scontro: “È una manovra di ostilità e senza visione”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, dopo un incontro con il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Il leader M5s, Giuseppe Conte, parla di un “paese alla rovescia”. La Cgil riunirà domani a Firenze l’assemblea dei delegati per valutare anche uno sciopero generale.

Intanto sono stati nominati i relatori della legge di bilancio: quattro, uno per ogni partito di maggioranza. Giorgetti, in serata, ha incontrato i rappresentanti della Lega per fare il punto sulle possibili modifiche – dagli affitti ai dividendi – ma resta cauto sulle richieste di allargare la rottamazione e sull’aumento del contributo delle banche: “Voglio vedere le coperture”, ha detto.

Il dibattito è aperto. La partita sulla manovra ora entra nel vivo.