Mediolanum: utile record di 726 milioni nei primi nove mesi

Mediolanum: utile record di 726 milioni nei primi nove mesi

Mediolanum: utile record di 726 milioni nei primi nove mesi

Giada Liguori

Novembre 7, 2025

Milano, 7 novembre 2025 – Banca Mediolanum chiude i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 726 milioni di euro, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I dati, diffusi questa mattina dalla sede milanese dell’istituto guidato da Massimo Doris, confermano la solidità della banca in un mercato che, tra alti e bassi, ha premiato una gestione attenta e la capacità di attirare nuovi clienti.

Ricavi e masse in crescita

Il margine di contribuzione si è fermato a 1,55 miliardi di euro, crescendo del 5% rispetto ai primi nove mesi del 2024. A spingere il risultato sono state soprattutto le commissioni nette, salite a 968,6 milioni (+11% su base annua). La società fa sapere che il buon andamento dei mercati finanziari nei primi tre trimestri e la crescita della raccolta netta in prodotti di risparmio gestito hanno giocato un ruolo chiave.

Le masse amministrate hanno raggiunto i 150,4 miliardi di euro, con un balzo del 13% rispetto al 30 settembre 2024 e del 9% rispetto alla fine dello scorso anno. Un segnale chiaro, sottolineano da Basiglio, della fiducia dei clienti e della capacità della rete di consulenti di cogliere le esigenze delle famiglie italiane.

Margine da interessi e situazione tassi

Il margine da interessi resta su livelli elevati, attestandosi a 581,7 milioni di euro, anche se segna un calo del 5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Dietro questa flessione, spiegano dall’ufficio finanza della banca, c’è il “mutato scenario dei tassi di interesse”, che si stanno progressivamente normalizzando dopo il picco tra il 2023 e il 2024.

Il margine operativo si è fermato a 891,4 milioni di euro, confermando la capacità dell’istituto di produrre valore anche in un momento segnato da maggiore volatilità e da una concorrenza sempre più agguerrita nel settore del risparmio gestito.

Le parole di Doris

Credo che ci siano tutte le condizioni per chiudere il 2025 come uno degli anni migliori della nostra storia”, ha detto l’amministratore delegato Massimo Doris durante la conference call con gli analisti, iniziata poco dopo le 9.30. Doris ha poi aggiunto: “Prevediamo una raccolta netta in risparmio gestito superiore agli 8 miliardi di euro e siamo convinti di contribuire, con il nostro modello, a un sistema finanziario sempre più orientato al benessere delle famiglie italiane”.

Ieri pomeriggio, nel corso del consiglio di amministrazione tenutosi nella sede vicino a Milano, è stato deciso un acconto dividendo di 60 centesimi per azione, in netto aumento rispetto all’anno scorso. Una scelta che, secondo Doris, “dimostra la fiducia nella capacità della banca di mantenere utili solidi anche nei prossimi mesi”.

Cosa aspettarsi da qui a fine anno

Guardando ai prossimi mesi, il management di Mediolanum resta prudente ma fiducioso. Gli analisti ascoltati di recente sottolineano come la banca abbia saputo reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato, puntando su una consulenza su misura e su prodotti innovativi. “Il risparmio gestito resta il motore principale della crescita futura”, spiega un consulente finanziario della rete lombarda, che preferisce non farsi riconoscere.

La sfida più grande rimangono i tassi: “Dopo anni di rialzi, ora siamo in una fase più stabile, ma con qualche incertezza”, ammette un dirigente del comparto investimenti. Nonostante questo, i numeri dei primi nove mesi confermano la bontà delle strategie adottate dal gruppo.

Reazioni e mercato

Questa mattina il titolo Banca Mediolanum ha aperto in leggero rialzo a Piazza Affari, con scambi vivaci fin dall’avvio. Gli operatori osservano con attenzione le mosse della banca, soprattutto in vista della chiusura dell’anno e di eventuali revisioni delle stime sugli utili.

In attesa dei dati definitivi, il gruppo si prepara a consolidare la propria posizione tra i protagonisti del settore bancario italiano. Una strada che, a giudicare dai numeri, sembra destinata a continuare anche nel 2026.