Meloni affronta con coraggio le sfide delle dipendenze moderne e tradizionali

Meloni affronta con coraggio le sfide delle dipendenze moderne e tradizionali

Meloni affronta con coraggio le sfide delle dipendenze moderne e tradizionali

Matteo Rigamonti

Novembre 7, 2025

Roma, 7 novembre 2025 – “Le dipendenze di ieri si mescolano con quelle di oggi, creando fragilità e problemi che una volta non conoscevamo. Questa realtà complessa chiede risposte coraggiose, concrete e lungimiranti”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha aperto la settima Conferenza nazionale sulle dipendenze, convocata nella sala conferenze del Ministero della Salute, in via Ribotta a Roma. L’appuntamento, atteso da tempo, è iniziato alle 10.30 e ha visto la partecipazione di esperti, operatori sanitari e rappresentanti delle istituzioni.

Dipendenze vecchie e nuove: un fenomeno in continua evoluzione

Nel suo discorso, Meloni ha messo in luce come il fenomeno delle dipendenze sia profondamente cambiato negli ultimi anni. “Non si parla più solo di droga o alcol”, ha detto la premier davanti a una platea di circa 300 persone, tra cui il ministro della Salute Orazio Schillaci e il capo del Dipartimento politiche antidroga, Giovanni Serpelloni. “Oggi ci troviamo davanti a nuove forme di dipendenza: dal gioco d’azzardo online alle dipendenze comportamentali legate ai social, fino all’abuso di farmaci prescritti”.

La presidente ha ricordato che spesso questi problemi si sommano a fragilità già esistenti, creando situazioni difficili da individuare. “Solo allora ci rendiamo conto che le vecchie risposte non bastano più. Serve un approccio che consideri la persona nella sua interezza”.

Il governo punta su prevenzione e ascolto

Durante la mattinata, Meloni ha ribadito l’impegno del governo a rafforzare le politiche di prevenzione. “Non possiamo intervenire solo quando il danno è fatto”, ha detto, rivolgendosi soprattutto agli operatori dei servizi territoriali. “Bisogna investire nell’educazione a scuola, nell’ascolto delle famiglie e nella formazione degli insegnanti”.

I dati presentati dal Dipartimento politiche antidroga mostrano un aumento, nel 2024, delle segnalazioni di giovani tra i 14 e i 19 anni coinvolti in casi di abuso di sostanze sintetiche e psicofarmaci. Un trend che preoccupa gli esperti. “Stiamo vedendo una crescita delle dipendenze digitali – ha spiegato il professor Maurizio Fiasco, sociologo – soprattutto tra gli adolescenti. Il confine tra uso e abuso è sempre più sottile”.

Operatori e famiglie: il cuore della comunità

Nel corso della conferenza sono intervenuti operatori delle comunità terapeutiche e rappresentanti delle associazioni familiari. “Spesso ci troviamo soli davanti a situazioni che cambiano molto in fretta”, ha raccontato Elena Rizzo, educatrice di una struttura a Tor Bella Monaca. “I ragazzi arrivano con storie diverse: c’è chi ha cominciato con la cannabis, chi si è perso nei giochi online. Le famiglie chiedono aiuto, ma non sempre sanno a chi rivolgersi”.

Un punto ripreso dal ministro Schillaci, che ha annunciato l’intenzione di potenziare i servizi territoriali e i centri di ascolto. “La prevenzione passa anche dalla capacità di intercettare i segnali più deboli”, ha detto. “Per questo stiamo lavorando a una rete più capillare sul territorio”.

Nuove strategie per una società in cambiamento

Nel pomeriggio sono in programma tavoli tecnici dedicati alle nuove strategie d’intervento, con particolare attenzione a scuola, lavoro e salute mentale. Dalle prime anticipazioni, il governo vuole promuovere campagne informative mirate e progetti pilota nelle scuole superiori di grandi città come Milano, Napoli e Palermo.

“Non possiamo chiudere gli occhi davanti al fatto che le dipendenze cambiano insieme alla società”, ha concluso Meloni prima di lasciare la sala alle 12.45. “Solo unendo le forze – istituzioni, famiglie, scuola – possiamo dare una risposta adeguata alle sfide che ci aspettano”.

La conferenza proseguirà domani con la presentazione dei dati aggiornati sulle dipendenze in Italia e una tavola rotonda con esperti internazionali. Restano aperte le domande: come riconoscere in tempo i nuovi segnali di disagio? E quali strumenti mettere a disposizione dei più giovani? Per ora, risposte concrete restano un obiettivo da raggiungere.