Rivoluzione in corso: il dramma dell’ostaggio e la consegna imminente del corpo

Rivoluzione in corso: il dramma dell'ostaggio e la consegna imminente del corpo

Rivoluzione in corso: il dramma dell'ostaggio e la consegna imminente del corpo

Matteo Rigamonti

Novembre 7, 2025

Tel Aviv, 7 novembre 2025 – La Jihad islamica palestinese ha annunciato oggi, con un messaggio diffuso nel pomeriggio, che nelle prossime ore intende consegnare il corpo di un ostaggio israeliano ucciso. La notizia, ripresa dai principali media israeliani come Channel 12 e Haaretz, arriva in un momento cruciale. Il tema degli ostaggi nella Striscia di Gaza resta al centro delle trattative, mentre familiari e autorità attendono segnali concreti dopo mesi di tensione.

Ostaggi, il nodo che non si scioglie

Fonti ufficiali israeliane parlano di sei salme di ostaggi ancora trattenute nella Striscia di Gaza, mentre ventidue corpi sono già stati restituiti alle famiglie, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco firmato da Hamas e Israele nelle ultime settimane. La consegna annunciata oggi dalla Jihad islamica riguarda, stando alle prime informazioni, un cittadino israeliano la cui identità non è stata ancora resa nota. Le autorità militari israeliane, contattate nel tardo pomeriggio, hanno confermato di essere in attesa di ulteriori dettagli e hanno chiesto di mantenere il massimo riserbo, per rispetto delle famiglie coinvolte.

A Tel Aviv si sente il peso della questione ostaggi

Gli ostaggi continuano a segnare profondamente la vita pubblica israeliana. Nelle ultime settimane si sono susseguite manifestazioni e sit-in davanti al governo a Gerusalemme e vicino alla base militare di Kirya, a Tel Aviv. “Non ci fermeremo finché tutti non torneranno a casa”, ha detto ieri sera Miriam Cohen, portavoce del Forum delle Famiglie degli Ostaggi, durante una veglia in Piazza Rabin. Il governo israeliano, guidato dal premier Benjamin Netanyahu, ha ribadito che la liberazione degli ostaggi è una priorità assoluta nei negoziati con le fazioni palestinesi. “Ogni passo avanti nasce da trattative delicate e complesse”, ha spiegato un funzionario del Ministero della Difesa, sottolineando come la situazione sul terreno resti ancora molto fluida.

La Jihad islamica e la stretta sugli ostaggi

La Jihad islamica palestinese, gruppo armato attivo nella Striscia di Gaza e alleato di Hamas ma con una propria linea di comando, detiene una parte degli ostaggi catturati durante i raid dello scorso anno. Secondo fonti locali, la decisione di consegnare il corpo sarebbe arrivata dopo una serie di contatti indiretti con mediatori internazionali, fra cui rappresentanti egiziani e del Qatar. “È un gesto che potrebbe aprire nuovi spazi per il dialogo”, ha commentato un analista vicino ai servizi israeliani. Ma il clima resta teso: nelle ultime ore si sono registrati nuovi scontri vicino al confine nord della Striscia.

Cessate il fuoco e corpi restituiti: i numeri del fragile accordo

L’intesa di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, siglata a metà ottobre, prevedeva la restituzione graduale dei corpi in cambio della sospensione delle operazioni militari in alcune zone della Striscia. Secondo l’esercito israeliano, finora sono stati riconsegnati ventidue corpi, mentre altri sei sono ancora nelle mani delle fazioni palestinesi. “Ogni restituzione è un momento doloroso ma necessario”, ha detto il portavoce dell’IDF Daniel Hagari durante un briefing con la stampa. Le famiglie chiedono ora chiarezza sulle condizioni dei loro cari ancora dispersi.

Reazioni dal mondo e attesa per conferme ufficiali

La possibile consegna del corpo ha subito suscitato reazioni a livello internazionale. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso “profonda preoccupazione” per la sorte degli ostaggi rimasti e ha invitato tutti a “continuare il dialogo per una soluzione umanitaria”. Sul terreno, però, la situazione resta incerta. Nelle prossime ore si attendono conferme ufficiali sulla consegna annunciata dalla Jihad islamica. Solo allora si potrà capire se questo gesto potrà davvero aprire la strada a un passo avanti nella delicata crisi degli ostaggi nella Striscia di Gaza.

In attesa di sviluppi concreti, le famiglie continuano a chiedere risposte. E la questione degli ostaggi resta uno dei nodi più difficili nel fragile equilibrio tra sicurezza e diplomazia che da mesi segna il conflitto tra Israele e le fazioni palestinesi.