Montecarlo, 7 novembre 2025 – Dal 12 al 15 novembre il 22° Montecarlo Film Festival de la Comédie porterà sul grande schermo sette film in gara, ciascuno proveniente da un Paese diverso. L’evento, ormai un appuntamento fisso nel panorama internazionale, si terrà come sempre al Grimaldi Forum nel cuore di Monaco. Tra proiezioni, incontri e la tradizionale serata di gala di sabato 15, si assegneranno gli attesi Awards.
Sette film, sette modi di guardare la commedia di oggi
Quest’anno la selezione, come ha spiegato in conferenza stampa Ezio Greggio, punta a raccontare la società contemporanea attraverso l’ironia e il paradosso. In gara ci sono film da Argentina, Cuba, Algeria, Germania, Danimarca, Italia, Spagna e Francia. Un mosaico di storie che, pur restando nella leggerezza della commedia, toccano temi importanti: dittature, memoria, famiglia, emancipazione.
Ad aprire il festival sarà “Homo Argentum”, una commedia nera firmata dal duo argentino Cohn & Duprat, già noti a Montecarlo per “Official Competition” nel 2022. Il film è formato da sedici brevi racconti, tutti interpretati dal trasformista Guillermo Francella. Un viaggio ironico e tagliente tra i vizi e le contraddizioni di una società che cambia ma in fondo resta sempre la stessa.
Dittature e dissidenza: la memoria tra Spagna e Cuba
Due tra i film più attesi si concentrano sulle dittature del Novecento. Da una parte c’è la Spagna franchista del 1939 con “La cena” di Manuel Gómez Pereira, che sarà presente a Montecarlo per presentare il suo lavoro. Dall’altra, Cuba sotto il regime castrista in “Comandante Fritz” di Pavel Giroud, ambientato nel 1972. Entrambi mettono al centro la figura dei dissidenti: uomini e donne che sfidano il potere, rischiando tutto per cambiare la storia dei loro Paesi.
Il cibo diventa un simbolo potente di emancipazione e resistenza. “Nelle nostre storie – ha detto Giroud – la tavola è il luogo dove si decide chi siamo davvero”. Non a caso, sia “La cena” sia “Comandante Fritz” ruotano attorno a pranzi e incontri che diventano occasione per parlare di libertà.
Tra cucina, famiglia e avventura: le altre commedie in gara
La cucina è un filo comune anche in altri film in concorso. In “Partir un jour”, una commedia romantica con tocchi musicali, e in “La petite cuisine de Mehdi”, la preparazione dei piatti diventa una metafora per la crescita personale e la ricerca di sé. Storie di relazioni che si intrecciano tra i fornelli, tra sogni e piccoli inciampi quotidiani.
Dalla Danimarca arriva “Den Sidste Viking (The Last Viking)” di Anders Thomas Jensen, regista noto per il suo stile grottesco. Qui due fratelli cercano un bottino nascosto dopo una rapina: solo uno conosce le coordinate, ma non riesce – o forse non vuole – ricordarle. Un viaggio nei luoghi dell’infanzia che diventa anche un’esplorazione dei traumi familiari.
L’Italia è in gara con “Come ti muovi sbagli” di Gianni Di Gregorio, già presentato alle Giornate degli Autori di Venezia. Il film racconta con delicatezza e ironia la storia di un settantenne la cui routine viene sconvolta dall’arrivo improvviso di figlia e nipoti. Nel cast spicca Iaia Forte, che accompagnerà la pellicola a Montecarlo. “È una commedia sulla fatica di trovare un equilibrio in famiglia”, ha raccontato l’attrice in una chiacchierata con la stampa.
Il festival che fa ridere, ma anche pensare
Il Montecarlo Film Festival de la Comédie conferma così il suo ruolo di spazio dove il sorriso si mescola con la riflessione. “La commedia – ha sottolineato Greggio – è uno specchio che ci fa vedere le nostre debolezze senza paura”. Le proiezioni si susseguiranno nelle varie sale del Grimaldi Forum, accompagnate da incontri aperti al pubblico e momenti di confronto tra registi, attori e spettatori.
Il momento clou resta la serata di gala di sabato 15, quando verranno consegnati i premi ai film e agli interpreti migliori. In sala sono attesi volti noti del cinema internazionale, ma anche tanti giovani autori in cerca di spazio. Un’occasione per celebrare la forza della vera commedia, quella capace di far ridere e al tempo stesso di far riflettere, in un contesto internazionale che guarda al futuro senza dimenticare il passato.
