Milano, 8 novembre 2025 – Il 5G standalone come volano per la ripresa economica e industriale dell’Italia. È questo il cuore del messaggio lanciato oggi da Ericsson Italia durante l’evento “Imagine Italy: Changing the Game”, ospitato al centro culturale MEET di Milano. Una mattinata fitta di incontri, iniziata poco dopo le 9, che ha visto riuniti operatori, imprese, istituzioni e partner tecnologici, tutti pronti a discutere del futuro digitale del Paese.
5G standalone: la base per un salto in avanti
Per i vertici di Ericsson, il 5G standalone non è solo un miglioramento rispetto alle reti attuali. È una vera e propria piattaforma per l’innovazione. “Non parliamo solo di velocità – ha spiegato Andrea Missori, presidente e amministratore delegato di Ericsson Italia – ma di una rete che garantisce bassa latenza, alta capacità di invio dati e standard di sicurezza molto più alti”. Insomma, una tecnologia pensata per far decollare servizi che fanno davvero la differenza, dalla telemedicina alla produzione avanzata, passando per la logistica e l’automazione.
Nel corso della mattinata, i tecnici hanno mostrato demo concrete: robot che lavorano in tempo reale, applicazioni di realtà aumentata per la manutenzione, sistemi per il monitoraggio sanitario a distanza. “Solo con una rete così affidabile e flessibile – ha aggiunto Missori – le aziende italiane potranno competere davvero a livello globale”.
Europa e Italia, indietro rispetto al mondo
Nonostante tutto il potenziale, la situazione attuale vede l’Europa – e l’Italia in particolare – in ritardo rispetto ai grandi mercati mondiali. “Oggi il 90% del traffico 5G standalone si concentra in Stati Uniti, India e Cina”, ha ricordato Missori. “In Europa, dove qualche operatore ha già lanciato i primi servizi, solo il 2% degli utenti usa il 5G standalone. Siamo indietro”.
Un dato che ha acceso il dibattito tra i presenti. Alcuni rappresentanti delle aziende hanno evidenziato come la mancanza di una copertura diffusa possa bloccare la digitalizzazione delle filiere produttive. Altri hanno chiesto interventi più decisi da parte delle istituzioni.
Tre mosse per recuperare terreno
Per Ericsson, la strada è chiara e passa da tre punti principali. Prima di tutto, serve un quadro regolatorio aggiornato: “Occorrono regole più snelle e incentivi mirati per spingere gli investimenti nelle reti nuove”, ha detto Missori. Poi, serve costruire un vero ecosistema collaborativo tra imprese, operatori e istituzioni. “Solo così – ha aggiunto – si può creare valore lungo tutta la catena”.
Ultima, ma non meno importante, è l’accelerazione nell’adozione delle tecnologie avanzate. Per questo, Ericsson ha annunciato nuovi progetti pilota con alcune aziende italiane nei settori della manifattura e della logistica. L’obiettivo è dimostrare sul campo i vantaggi concreti del 5G standalone.
Il ruolo chiave delle politiche industriali
Diversi interventi hanno sottolineato la necessità di una strategia nazionale chiara. “Non basta investire nelle infrastrutture – ha detto un dirigente del Ministero delle Imprese – bisogna anche formare competenze digitali e aiutare le PMI nella trasformazione”. Un punto su cui ha insistito anche Missori: “Servono politiche industriali coraggiose, visione chiara e la voglia di cambiare le regole insieme”.
Sfide aperte e orizzonti futuri
L’incontro si è chiuso poco prima delle 13 con un confronto aperto tra pubblico e relatori. Tra le domande più frequenti: quando potremo avere una copertura nazionale reale del 5G standalone e quali saranno gli effetti sulle piccole imprese. “Siamo solo all’inizio – ha ammesso Missori – ma il potenziale è enorme. L’importante è non perdere altro tempo”.
In sintesi, dal MEET di Milano arriva un messaggio forte e chiaro: il 5G standalone può diventare una leva decisiva per la crescita economica e industriale del Paese. Ma senza un cambio di ritmo su regole, investimenti e collaborazione tra pubblico e privato, il rischio è di restare indietro ancora a lungo.
