Anica e Apa Cna: il nodo irrisolto del taglio nella manovra

Anica e Apa Cna: il nodo irrisolto del taglio nella manovra

Anica e Apa Cna: il nodo irrisolto del taglio nella manovra

Giada Liguori

Novembre 8, 2025

Roma, 8 novembre 2025 – Le principali associazioni dell’audiovisivo italianoAnica, Apa e Cna Cinema e Audiovisivo – lanciano l’allarme: i tagli ai contributi automatici previsti dalla Legge di Bilancio mettono a rischio il settore. In una nota congiunta, chiedono al governo di ripristinare le risorse tolte e di rispettare i diritti acquisiti dalle imprese negli anni scorsi. La presa di posizione arriva dopo un confronto diretto con il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che avrebbe garantito un impegno per rifinanziare il fondo nel 2026.

Contributi tagliati, le associazioni suonano il campanello d’allarme

La nota parla chiaro: 100 milioni di euro sono stati tolti ai fondi destinati ai contributi automatici per coprire parte dei tagli della nuova manovra. Per le associazioni, questa mossa rischia di mettere in ginocchio tutto il sistema produttivo del cinema e dell’audiovisivo. “La difesa dei diritti acquisiti sui contributi degli anni passati è per noi fondamentale – si legge nel comunicato – e non possiamo accettare che vengano messi in discussione”. Il riferimento è alle somme che le imprese hanno già maturato, basandosi sulle regole di prima, e che vanno garantite senza compromessi.

Ministero e settore, un dialogo tra rassicurazioni e richieste

Nei giorni scorsi, il ministro Giuli ha incontrato i rappresentanti del comparto. Secondo le associazioni, avrebbe assicurato la volontà di ripristinare le risorse e di velocizzare i pagamenti dei contributi maturati. “Abbiamo avuto garanzie sull’impegno a rimettere a posto i fondi per i contributi automatici”, dicono i presidenti delle associazioni. Ma la nota avverte: le parole non bastano a fermare la preoccupazione. “Serve subito un recupero concreto delle risorse tagliate in Finanziaria”.

Rischio crisi e effetti sull’occupazione: il settore in allarme

Le associazioni non nascondono i timori per le conseguenze di questa stretta. Una riduzione dei fondi pubblici potrebbe scatenare una crisi profonda dell’industria del cinema e dell’audiovisivo. Gli effetti sarebbero pesanti sull’occupazione, con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. “L’impatto sull’economia italiana sarebbe significativo”, si legge nella nota. Dopo anni di crescita, anche grazie agli incentivi, il settore teme ora un blocco delle produzioni e la fuga di talenti verso mercati più sicuri.

Diritti acquisiti, la questione più delicata

Un tema centrale resta la tutela dei diritti acquisiti dalle imprese negli anni scorsi. Le associazioni ricordano il lavoro fatto insieme al Ministero della Cultura per accelerare i pagamenti dei contributi già maturati. “Violare questi diritti sarebbe una ferita grave”, ribadiscono, sottolineando che avere regole chiare è essenziale per assicurare investimenti e continuità.

Cosa succederà ora? Il settore aspetta risposte concrete

Al momento, il mondo dell’audiovisivo resta in attesa di fatti, non solo parole. Le associazioni chiedono che i fondi tolti vengano rimborsati al più presto, per evitare che la situazione peggiori. “Fino a quando non arriveranno risposte concrete, l’allarme resta altissimo”, conclude la nota. Nei prossimi giorni sono previsti nuovi incontri tra i rappresentanti del settore e il Ministero della Cultura. L’obiettivo è trovare una strada condivisa per evitare una crisi profonda.

La partita è ancora aperta. E tra set, uffici e sale di montaggio, cresce l’incertezza sul futuro del cinema italiano.