Casellati: il premierato si realizzerà entro la fine della legislatura

Casellati: il premierato si realizzerà entro la fine della legislatura

Casellati: il premierato si realizzerà entro la fine della legislatura

Matteo Rigamonti

Novembre 8, 2025

Roma, 8 novembre 2025 – La riforma del premierato avanza nel Parlamento e, secondo la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati, arriverà a conclusione entro la fine della legislatura. Lo ha ribadito questa mattina durante un’intervista negli studi di Sky Agenda, dove ha spiegato i punti principali del disegno di legge e risposto alle critiche emerse nelle ultime settimane.

Riforma al rush finale alla Camera

La riforma è ora in seconda lettura alla Camera dei Deputati. “Siamo in fase di audizioni”, ha detto Casellati, sottolineando che il calendario parlamentare lascia ancora margini per il confronto: “C’è tutto il tempo per lavorare”. La ministra ha ricordato che l’idea di cambiare la forma di governo torna spesso nella storia repubblicana: “Da quarant’anni si cerca di modificare, sia da destra che da sinistra. Qualcosa non ha funzionato”.

Per Casellati, la proposta attuale segna una svolta rispetto ai tentativi precedenti. “È una riforma necessaria”, ha sottolineato, “perché serve a dare stabilità e chiarezza nei rapporti tra le istituzioni”. Il testo, che prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio, è stato al centro di molti dibattiti sia in Parlamento sia tra gli esperti di diritto costituzionale.

Parlamento e Capo dello Stato: cosa cambia davvero

Uno dei punti più discussi riguarda i poteri del Parlamento e del Capo dello Stato. Casellati ha voluto fare chiarezza: “Il Parlamento mantiene il potere di sfiduciare il premier. Il Capo dello Stato conserva tutte le sue prerogative”. Cambia invece lo scioglimento delle Camere, che resta un atto politico legato all’indirizzo del governo: “Quello che cambia è proprio lo scioglimento, perché quello è un atto politico”.

La ministra ha rimarcato che la riforma non altera l’equilibrio tra i poteri: “Il presidente della Repubblica ha la sua legittimità nei valori della Costituzione, mentre il premier eletto dal popolo ha la legittimità direttamente dal popolo”. In questa differenza, spiega Casellati, sta il senso della riforma: “Il premier ha un potere politico di indirizzo che il Capo dello Stato non ha, perché quest’ultimo è un arbitro”.

Niente pericoli di autoritarismo

Le critiche più forti puntano sul rischio di una deriva autoritaria. Casellati ha rispedito al mittente queste accuse: “Non si mette in discussione l’ordine repubblicano, non c’è nessun rischio autoritario. È la riforma che rispetta di più il Parlamento”. Secondo la ministra, il nuovo assetto rafforzerebbe il ruolo delle Camere e renderebbe più trasparenti i rapporti tra i poteri dello Stato.

Durante l’intervista, Casellati ha ricordato che il dibattito è ancora aperto e che le audizioni in corso servono proprio a raccogliere osservazioni e suggerimenti da esperti e dalla società civile. “Stiamo ascoltando tutti”, ha assicurato, “per arrivare a una soluzione condivisa”.

Politica divisa, calendario fitto

Sul fronte politico, le posizioni restano lontane. Le opposizioni hanno espresso dubbi sugli equilibri costituzionali e sull’effettiva capacità della riforma di garantire stabilità. La maggioranza, invece, difende il testo e punta a chiudere l’iter nei prossimi mesi. Fonti parlamentari parlano di una fase calda della discussione già dalla prossima settimana, con nuove audizioni a Montecitorio.

Nei corridoi della Camera, i commenti sono cauti. Un deputato di lungo corso della commissione Affari costituzionali, che preferisce restare anonimo, confida: “C’è ancora molto da sistemare. Ma la volontà politica sembra esserci”. La partita resta aperta.

Un cammino ancora lungo

La ministra Casellati si mostra ottimista: “Questa riforma andrà in porto entro la fine della legislatura”, ha ripetuto più volte. Ma nel dibattito parlamentare restano dubbi sui tempi e sulle modalità di approvazione definitiva. Solo quando il testo sarà approvato da entrambe le Camere si potrà capire davvero che impatto avrà sulle istituzioni.

Per ora, il confronto è acceso. E la riforma del premierato continua a dividere sia l’aula sia l’opinione pubblica.