Boston, 8 novembre 2025 – Cellule dello stomaco umano trasformate in vere e proprie “fabbriche di insulina” grazie a un intervento genetico. Una scoperta che potrebbe aprire nuove strade per chi lotta contro il diabete di tipo 1. Lo studio, pubblicato ieri su Stem Cell Reports, arriva da un gruppo internazionale guidato dalle Università di Harvard e Pechino. Finora testati solo su animali, gli esperimenti dimostrano che queste cellule modificate riescono a produrre insulina e a migliorare il controllo della glicemia nei topi diabetici.
Le cellule dello stomaco diventano produttrici di insulina
Dietro il progetto ci sono Xiaofeng Huang (Harvard e Weill Cornell Medicine) e Qing Xia (Università di Pechino). L’idea di partenza è semplice: prendere cellule facili da trovare e trasformarle in quelle che il corpo non riesce più a produrre, cioè quelle pancreatiche danneggiate nel diabete di tipo 1. In laboratorio, gli scienziati hanno coltivato dei piccoli “organoidi gastrici”, strutture in 3D che imitano lo stomaco umano.
Su questi organoidi hanno inserito un vero e proprio “interruttore genetico”, una porzione di DNA che può essere attivata quando serve. Acceso l’interruttore, le cellule dello stomaco cambiano volto e cominciano a comportarsi come quelle del pancreas, producendo insulina. “Siamo riusciti a creare cellule funzionanti partendo da tessuti diversi dal pancreas”, ha spiegato Huang in un comunicato di Harvard.
Test sui topi: risultati che fanno ben sperare
Una volta ottenute le cellule modificate, sono state trapiantate nell’addome di topi con diabete. Le strutture 3D sono rimaste negli animali per circa sei mesi, durante i quali si sono integrate con i tessuti e i vasi sanguigni. Solo dopo questo periodo i ricercatori hanno acceso l’interruttore genetico.
E il risultato non si è fatto attendere: le cellule gastriche hanno cominciato a produrre insulina in risposta al livello di zuccheri nel sangue, proprio come fanno le cellule beta del pancreas. “Abbiamo visto un netto miglioramento nei sintomi dei topi trattati”, ha detto Qing Xia. La glicemia è rimasta più stabile e si è ridotta la necessità di iniezioni di insulina.
Verso una terapia per l’uomo
La strada per arrivare a una cura vera e propria è ancora lunga, ma i dati sono “promettenti”, dicono gli autori. Il piano sarebbe quello di prelevare cellule dallo stomaco dei pazienti, modificarle in laboratorio e poi rimetterle dentro, già pronte a produrre insulina. Un vantaggio importante: si userebbero cellule dello stesso paziente, riducendo così il rischio di rigetto.
“Se riusciremo a ripetere questi risultati nell’uomo, potremo dare una risposta duratura a chi soffre di diabete di tipo 1”, ha confidato Huang. Oggi la terapia con insulina è l’unica opzione per milioni di persone, ma non sempre basta a evitare le complicazioni.
Limiti e passi successivi
Gli esperimenti sono ancora in fase preclinica. Mancano prove di sicurezza ed efficacia nell’uomo. Gli scienziati avvertono che serviranno altri studi per capire quanto durano le cellule modificate e se ci sono rischi nascosti. “Non possiamo ancora parlare di cura”, ha ammesso Xia, “ma il principio dimostrato apre nuove porte”.
Secondo quanto riportato su Stem Cell Reports, il prossimo passo sarà testare la tecnica su animali più simili all’uomo e avviare i primi studi clinici. Nel frattempo, la comunità scientifica segue con attenzione i progressi del team sino-americano.
Una speranza concreta nella lotta al diabete
Il lavoro di Harvard e Pechino si inserisce in una linea di ricerca che cerca di superare i limiti delle terapie attuali per il diabete di tipo 1. Usare cellule riprogrammate potrebbe restituire ai pazienti la capacità di produrre insulina da soli, riducendo la dipendenza dalle iniezioni giornaliere.
Molte domande restano aperte. Ma l’idea di trasformare cellule dello stomaco in un “mini-pancreas” è un passo avanti nella medicina rigenerativa. Una speranza concreta per chi convive ogni giorno con questa malattia.
