Collegno, il mistero delle 3mila telefonate che svelano la verità su Michele Nicastri e Marco Veronese

Collegno, il mistero delle 3mila telefonate che svelano la verità su Michele Nicastri e Marco Veronese

Collegno, il mistero delle 3mila telefonate che svelano la verità su Michele Nicastri e Marco Veronese

Matteo Rigamonti

Novembre 8, 2025

Torino, 8 novembre 2025 – Michele Nicastri, 43 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per la morte di Marco Veronese, imprenditore di 41 anni accoltellato nella notte tra il 22 e il 23 ottobre in via Sabotino, a Collegno, alle porte di Torino. A inchiodare Nicastri sono state oltre 3.000 telefonate fatte in due anni all’ex compagna della vittima, Valentina, oggi legata proprio a lui sentimentalmente. Questo, insieme alle immagini delle telecamere e ai tabulati telefonici, ha permesso ai carabinieri di stringere il cerchio attorno al presunto assassino.

Le indagini: la svolta arriva dalle telefonate

La notte dell’omicidio, le telecamere tra via Sabotino e le vie vicine hanno ripreso un furgone bianco guidato da un uomo con il volto coperto. Gli investigatori hanno seguito il percorso del mezzo nella periferia ovest di Torino, fino a perdere le tracce vicino a un garage. Da lì è partita la caccia sui tabulati telefonici: in quella zona, negli ultimi due anni, erano state fatte 3.059 chiamate verso Valentina, ex compagna di Veronese.

Quel numero è risultato intestato a Michele Nicastri. Un dato che ha subito insospettito gli inquirenti e ha portato al suo arresto il 3 novembre. In caserma, poche ore dopo, Nicastri ha confessato: “Volevo solo parlare con Marco dell’affidamento dei figli”, ha detto ai carabinieri. Ma, secondo la procura, quella notte quell’incontro è finito in tragedia.

Confessione e custodia cautelare

Ieri, durante l’udienza di convalida al tribunale di Torino, Nicastri ha mostrato “dispiacere” per quello che è successo. La difesa ha sostenuto che non voleva uccidere Veronese, ma solo chiarire questioni legate ai figli che la vittima aveva avuto con Valentina. Nonostante questo, il giudice ha accolto la richiesta della procura e ha disposto la custodia cautelare in carcere.

L’accusa è pesante: omicidio volontario, aggravato da premeditazione e futili motivi. Per il gip, la dinamica dei fatti e i rapporti tesi tra i protagonisti lasciano pochi dubbi sulla volontà di uccidere. “Non volevo fargli del male”, ha ripetuto Nicastri davanti al giudice. Ma le prove — dalle telefonate incessanti alle immagini delle telecamere — raccontano un’altra storia.

Famiglia e tensioni crescenti

Al centro di tutto c’è una relazione complicata: Valentina, ex compagna di Veronese e madre dei suoi figli, aveva iniziato da tempo una nuova storia con Nicastri. Negli ultimi mesi, i rapporti tra i tre si erano fatti sempre più tesi. Chi conosce la famiglia racconta di frequenti litigi sull’affidamento dei bambini. “Si vedevano spesso sotto casa”, spiega un vicino di via Sabotino. “Le discussioni erano accese, soprattutto la sera”.

Le oltre tremila telefonate fatte da Nicastri a Valentina sono state viste dagli investigatori come un segnale di ossessione e controllo. Solo incrociando questi dati con i movimenti del furgone, i carabinieri hanno deciso di agire.

Il quartiere sotto choc e i prossimi passi

A Collegno, la notizia dell’arresto ha lasciato molti residenti senza parole. “Non pensavamo potesse succedere una cosa del genere qui”, racconta una commerciante della zona. Intanto, gli inquirenti stanno ultimando gli accertamenti tecnici, fondamentali per capire se ci siano stati complici o se Nicastri abbia agito da solo.

La famiglia Veronese cerca risposte. I figli della vittima sono stati affidati temporaneamente ai nonni materni. La procura di Torino continua le indagini: nei prossimi giorni potrebbero emergere nuovi dettagli sulle ultime ore di vita dell’imprenditore e sulle ragioni che hanno spinto Nicastri a quel gesto.

Un caso che ha scosso non solo Collegno, ma tutta la provincia torinese, riportando al centro la questione della gestione dei conflitti familiari e delle conseguenze quando sfociano in violenza.