Roma, 8 novembre 2025 – Le patrimoniali tornano ciclicamente al centro del dibattito politico, soprattutto tra le fila della sinistra. Ma, assicura la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la destra al governo non ne vedremo mai l’introduzione. Lo ha scritto chiaramente in un post pubblicato questa mattina su X (ex Twitter), mettendo così un punto fermo sulla discussione che si è riaccesa in questi giorni sulle imposte sui grandi patrimoni.
Meloni chiude il discorso: “Nessuna patrimoniale con noi”
La premier ha voluto mettere le cose in chiaro subito, senza giri di parole. Negli ultimi tempi, soprattutto esponenti del Partito Democratico e di Alleanza Verdi-Sinistra avevano rilanciato l’idea di una tassa patrimoniale per riequilibrare il sistema fiscale e finanziare nuove misure di welfare. Un tema che, come spesso succede in autunno, torna alla ribalta con l’avvicinarsi della legge di bilancio.
In meno di 280 caratteri, Meloni ha rassicurato la sua base e gli alleati di governo: «Con la destra al Governo, una patrimoniale non vedrà mai la luce». Una posizione che, secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, è condivisa anche da Lega e Forza Italia.
Opposizioni all’attacco: il confronto si accende
Non si è fatta attendere la risposta delle opposizioni. Poco dopo il post della premier, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha replicato duramente: «La destra continua a difendere i grandi patrimoni, mentre le famiglie si fanno i conti con l’inflazione e i salari bassi». Anche Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, ha commentato: «Non servono slogan, ma più equità fiscale».
I dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio mostrano che in Italia il prelievo sui patrimoni – tra imposte su immobili, successioni e donazioni – è ancora più basso rispetto alla media europea. Eppure, ogni volta che si parla di patrimoniale, il dibattito si fa acceso. Da una parte chi la vede come uno strumento necessario per ridurre le disuguaglianze; dall’altra chi teme che possa danneggiare investimenti e risparmi.
Il quadro economico: tra inflazione e manovra finanziaria
La proposta della tassa patrimoniale arriva in un momento delicato per l’economia italiana, con una crescita rallentata e un’inflazione che, secondo l’Istat, a ottobre si è fermata al 2,3% su base annua. Il governo sta preparando una manovra da circa 24 miliardi di euro, gran parte destinati a confermare il taglio del cuneo fiscale e ad aiutare le fasce più fragili della popolazione.
Dal Ministero dell’Economia fanno sapere che «l’ipotesi di una patrimoniale non è mai stata sul tavolo», e che l’obiettivo resta quello di migliorare la lotta all’evasione e mettere ordine nella spesa pubblica. Dall’altra parte, però, secondo le stime della Cgil, una tassa sui grandi patrimoni potrebbe portare entrate extra tra i 6 e gli 8 miliardi all’anno.
Le reazioni dal mondo economico e sociale
Nel mondo delle imprese, il giudizio è più cauto. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha sottolineato che «serve stabilità fiscale, perché ogni nuova tassa può frenare gli investimenti». Diversa la posizione dei sindacati: Maurizio Landini (Cgil) ha ribadito che «una patrimoniale equa sarebbe utile per finanziare servizi pubblici essenziali».
Intanto, il dibattito si riflette anche tra i cittadini, nei bar e sui social. «Paghiamo già abbastanza», ha detto ieri un pensionato in fila davanti a una banca in via Nazionale. Ma c’è anche chi la pensa diversamente: «Chi ha di più dovrebbe pagare di più», ha spiegato una giovane insegnante incontrata a Termini.
Scontro aperto fino alla legge di bilancio
Il confronto sulla patrimoniale è destinato a durare fino all’approvazione della legge di bilancio. Nel frattempo, il governo ribadisce il suo no netto a qualsiasi tassa sui grandi patrimoni, mentre le opposizioni promettono battaglia in Parlamento. In Italia, tra chi teme nuove tasse e chi chiede più giustizia sociale, il tema resta caldo e al centro del dibattito pubblico.
