Orsini avverte: il costo dell’energia in Italia è insostenibile

Orsini avverte: il costo dell'energia in Italia è insostenibile

Orsini avverte: il costo dell'energia in Italia è insostenibile

Giada Liguori

Novembre 8, 2025

Pesaro, 8 novembre 2025 – Il costo dell’energia resta un problema spinoso per le imprese italiane. Un problema che continua a mettere in difficoltà la competitività del nostro sistema produttivo. Lo ha ribadito oggi Emanuele Orsini, presidente nazionale di Confindustria, intervenuto in collegamento all’assemblea generale di Confindustria Pesaro Urbino. “Non è possibile che in Spagna si paghi 25 euro a megawattora e da noi 115. Basta con le bugie: questa è la realtà”, ha detto Orsini, rivolgendosi a una platea di imprenditori visibilmente preoccupati.

Prezzi dell’energia: un divario che mette a rischio le imprese

I dati portati da Orsini mostrano un gap enorme tra i prezzi dell’energia in Italia e in altri Paesi europei, soprattutto rispetto alla Spagna. “Un divario così non è più sostenibile”, ha sottolineato. “Non possiamo più permetterci di pagare così tanto rispetto agli altri, perché così perdiamo terreno sul mercato”. Per far capire quanto sia serio il problema, Orsini ha promesso: “Se serve, mostrerò le bollette di tre Paesi diversi in televisione, così si vedrà la differenza chiara”.

Il riferimento ai 115 euro a megawattora pagati dalle aziende italiane, contro i 25 euro spagnoli, racconta una storia di svantaggio che rischia di far uscire dal gioco interi settori. “Così non si va avanti, la concorrenza è sleale”, ha commentato Marco Bartoli, imprenditore presente all’evento.

Attesa per il decreto “energy release”: tra speranze e dubbi

Orsini ha poi parlato del prossimo decreto sull’energy release, atteso dal governo per la prossima settimana. “Potrebbe essere un passo avanti”, ha ammesso, ma ha subito aggiunto: “Serve una visione che guardi almeno a tre anni e misure strutturali, non soluzioni temporanee”. Dalle prime indiscrezioni, il decreto dovrebbe prevedere più energia a prezzi calmierati per le imprese che consumano tanto.

Ma tra gli industriali la fiducia è poca. “Non basta un decreto tampone”, ha detto un dirigente del settore ceramico di Pesaro. “Ci vogliono certezze per pianificare, altrimenti si rischia di perdere terreno”. Orsini ha ribadito: “Serve guardare oltre l’emergenza”.

Tre punti chiave per far ripartire l’Italia secondo Confindustria

Nel suo discorso, Orsini ha indicato le tre priorità per rimettere in sesto il sistema produttivo italiano. “Il rilancio si regge su tre gambe: rivedere il Pnrr, aiutare le imprese e abbassare il costo dell’energia. Solo così potremo tornare a essere competitivi”, ha concluso. La richiesta di rivedere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si accompagna a quella di misure fiscali e finanziarie concrete per le aziende.

Sul fronte energetico, Orsini non ha nascosto la sua preoccupazione per i ritardi accumulati. “Abbiamo perso troppo tempo, ora serve fare sul serio”. Una voce che risuona anche tra i piccoli imprenditori locali. “Le bollette sono diventate insostenibili”, racconta Francesca Rossi, titolare di una piccola azienda metalmeccanica della zona.

Il confronto con l’Europa e cosa ci aspetta

Il paragone con la Spagna non è casuale. Secondo i dati Eurostat aggiornati a settembre 2025, l’Italia resta uno dei Paesi con i prezzi dell’energia più alti per le imprese. La Spagna, invece, grazie a riforme recenti e a un aumento della produzione da fonti rinnovabili, è riuscita a mantenere i costi bassi.

“Non possiamo più restare indietro”, ha ribadito Orsini. Ma la strada per avvicinare i prezzi è ancora lunga. Il governo fa sapere che il nuovo decreto sarà solo il primo passo di una strategia più ampia.

Nel frattempo, nelle fabbriche delle Marche come in quelle di Lombardia e Veneto, l’attesa è carica di tensione. “Ogni mese è una sfida”, confida un imprenditore del settore legno-arredo. E la sensazione è chiara: senza un intervento deciso sul costo dell’energia, la ripresa rischia di restare solo un’idea.