Firenze, 8 novembre 2025 – L’assemblea dei delegati della Cgil ha scelto lo sciopero generale. La data fissata è il prossimo 12 dicembre. La decisione è stata presa ieri, ma è stata resa nota solo oggi durante un incontro sindacale a Firenze. A darne notizia è stato Fulvio Fammoni, presidente dell’assemblea generale della Cgil, davanti a una sala piena di iscritti e delegati. Accanto a lui, il segretario generale Maurizio Landini, che ha ribadito la dura critica del sindacato alla legge di bilancio varata dal Governo.
Sciopero generale: la risposta della Cgil alla legge di bilancio
Lo sciopero generale arriva in un momento di forte scontro tra sindacato e Governo. Fammoni ha spiegato che la mobilitazione è scattata perché la manovra “non risponde alle esigenze di lavoratori e pensionati”. Ha parlato di un testo che “non risolve i problemi della precarietà, dei salari troppo bassi e della sicurezza sul lavoro”. Parole chiare, che Landini ha confermato: “Abbiamo provato a dialogare, ma le nostre richieste sono rimaste inascoltate”.
L’incontro, iniziato poco dopo le 10 nella sala conferenze di via Cavour, ha visto i delegati seguire con attenzione le motivazioni dello sciopero. “Non possiamo accettare una legge di bilancio che taglia risorse alla sanità e alla scuola”, ha detto una delegata arrivata da Pisa. L’atmosfera era tesa, ma decisa. Molti hanno appuntato date e dettagli della mobilitazione, altri hanno chiesto informazioni sulle modalità dello sciopero.
Salari, pensioni e welfare: i nodi della protesta
Al centro delle critiche della Cgil ci sono alcune misure della legge di bilancio 2026. In particolare, il sindacato contesta la mancanza di fondi per rinnovare i contratti pubblici, il mancato adeguamento delle pensioni all’inflazione e i tagli alla sanità pubblica. “Questa manovra penalizza chi lavora e chi ha già una pensione”, ha spiegato Landini ai giornalisti. “Chiediamo interventi concreti su salari, pensioni e welfare”.
Secondo le prime stime della Cgil, saranno almeno 3 milioni i lavoratori coinvolti nello sciopero del 12 dicembre. Un numero che potrebbe aumentare nelle prossime settimane, con l’adesione di altri sindacati. “Non escludiamo di allargare la mobilitazione”, ha detto Fammoni a margine dell’incontro.
12 dicembre, una data simbolo. E le prime reazioni dal Governo
La scelta del 12 dicembre non è casuale. Ricorda altre grandi mobilitazioni sindacali, come quella del 2014 contro la riforma del lavoro. Questa volta però la situazione è diversa: l’inflazione resta alta (secondo l’Istat, +4,2% su base annua) e i salari sono fermi. “Non possiamo più aspettare”, ha detto una rappresentante dei lavoratori pubblici.
Dal fronte politico sono arrivate risposte immediate. Il ministro dell’Economia ha definito lo sciopero “un errore di valutazione”. Fonti vicine al Governo assicurano che la legge di bilancio è “equilibrata” e “attenzionata verso le fasce più deboli”. Ma la Cgil non ci sta: “Non vediamo fatti concreti”, ha risposto Landini.
Le prossime mosse: assemblee sul territorio e possibili alleanze
Nei prossimi giorni la Cgil organizzerà assemblee in fabbriche, uffici e scuole per spiegare le ragioni dello sciopero e raccogliere proposte dai lavoratori. “Vogliamo una mobilitazione che coinvolga davvero tutti”, ha detto Fammoni. Non è escluso che altre sigle, come Cisl e Uil, si uniscano o lancino iniziative simili.
Il 12 dicembre si annuncia come una giornata decisiva nel confronto tra sindacati e Governo sulla manovra economica. “Siamo pronti a farci sentire”, ha concluso Landini, lasciando Firenze poco dopo le 13. La partita è aperta. Nei prossimi giorni si vedrà se lo sciopero generale riuscirà davvero a cambiare la legge di bilancio.
