Roma, 8 novembre 2025 – Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, non le ha mandate a dire alla Cgil durante la settima Conferenza nazionale sulle dipendenze, che si sta tenendo all’Auditorium della Tecnica. Nel suo intervento, il leader di Forza Italia ha bollato lo sciopero indetto dal sindacato come “uno sciopero politico”, sottolineando come la Cgil, guidata da Maurizio Landini, si trovi ormai sempre più isolata nel panorama sindacale italiano.
Tajani attacca: “La Cgil è isolata, rompe l’unità dei sindacati”
Secondo Tajani, la Cgil è l’unica realtà che continua a promuovere scioperi in modo quasi sistematico, spesso di venerdì, e a rifiutare di firmare contratti collettivi con aumenti salariali. “Mi pare che la Cgil sia politicamente isolata”, ha detto il ministro, aggiungendo che “se tutto il resto del mondo sindacale la pensa diversamente, evidentemente c’è qualcosa che non va nella Cgil”. Parole forti, pronunciate davanti a una platea composta da rappresentanti istituzionali e del terzo settore.
Scioperi e contratti: il nodo che divide
Il riferimento di Tajani agli scioperi della Cgil non è casuale. Da mesi il sindacato ha scelto la strada della mobilitazione, spesso in solitaria rispetto a Cisl e Uil, per protestare contro le politiche del governo su lavoro e pensioni. “Gli altri firmano contratti con aumenti, la Cgil invece si mette sempre di traverso”, ha ribadito Tajani. Un’accusa che arriva proprio in un momento delicato per il dialogo tra governo e sindacati: nelle ultime settimane le trattative su rinnovi contrattuali e salario minimo hanno evidenziato posizioni molto distanti tra le sigle.
Landini nel mirino: “Forse punta a guidare la sinistra”
Tajani ha anche lanciato un’ipotesi sulle motivazioni politiche dietro la linea dura della Cgil. “Forse Landini ha ambizioni politiche, vuole diventare il leader della sinistra. È legittimo”, ha detto il ministro, precisando però che si tratta solo di “un’analisi politica”. Una frase che ha subito acceso qualche sguardo dubbioso tra i presenti. Nessuna risposta ufficiale da parte di Landini, almeno per ora.
La Cgil risponde: sciopero come strumento di lotta
La Cgil, dal canto suo, difende a spada tratta la scelta dello sciopero, considerato un mezzo necessario per ottenere più tutele per i lavoratori. Fonti interne al sindacato spiegano che la mobilitazione è stata decisa dopo un confronto interno e come risposta a provvedimenti giudicati insufficienti su salari e sicurezza sul lavoro. “Non ci interessa stare isolati”, ha detto Landini nei giorni scorsi, “ma difendere i diritti”. La prossima mobilitazione nazionale è già fissata per venerdì, con cortei previsti a Roma e in altre città.
Un clima teso tra governo e sindacati
Le parole di Tajani arrivano in un clima già carico di tensioni tra esecutivo e sindacati. Negli ultimi mesi, i tavoli di confronto su pensioni, fisco e rinnovi contrattuali hanno portato a risultati a metà strada. Cisl e Uil hanno scelto di chiudere accordi su alcuni temi chiave, mentre la Cgil ha mantenuto una linea più dura. Il governo Meloni ha più volte chiesto “responsabilità” e “unità” alle parti sociali, ma finora senza riuscire a ricucire le divisioni.
Scintille in politica e cosa succederà
Le parole di Tajani hanno già fatto scattare il dibattito politico. Dal Partito Democratico è arrivata una netta difesa della Cgil: “Non si può mettere in discussione chi rappresenta milioni di lavoratori”, ha detto una fonte dem. Più cauta la posizione del Movimento 5 Stelle, che ha chiesto “rispetto per tutte le sigle sindacali”. Nei prossimi giorni sono attese reazioni ufficiali anche da altri schieramenti.
Intanto, la questione della rappresentanza sindacale resta al centro dello scontro tra governo e lavoratori. E la sensazione – nei corridoi dell’Auditorium della Tecnica – è che la battaglia sia appena cominciata e durerà ancora a lungo.
