Trump si ritira dal G20: il drammatico appello sugli afrikaner in Sudafrica

Trump si ritira dal G20: il drammatico appello sugli afrikaner in Sudafrica

Trump si ritira dal G20: il drammatico appello sugli afrikaner in Sudafrica

Matteo Rigamonti

Novembre 8, 2025

Johannesburg, 8 novembre 2025 – Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti e candidato repubblicano alle prossime elezioni, ha lanciato un duro attacco alla scelta di tenere il G20 in Sudafrica. In un post pubblicato nella notte su Truth Social, la piattaforma da lui creata, Trump ha definito “una vergogna assoluta” la decisione di ospitare il vertice nel Paese africano. Ha accusato le autorità sudafricane di gravi violazioni dei diritti umani nei confronti della comunità afrikaner.

Trump non risparmia critiche: “Violazioni dei diritti umani in Sudafrica”

Nel suo messaggio, Trump ha scritto: “Gli afrikaner vengono uccisi e massacrati, e le loro terre e fattorie vengono confiscate illegalmente”. Parole forti che hanno subito acceso il dibattito internazionale. Secondo l’ex presidente, la situazione nel Paese è talmente grave da rendere inaccettabile la presenza di rappresentanti statunitensi al vertice. “Nessun funzionario del governo americano parteciperà finché queste violazioni dei diritti umani continueranno”, ha aggiunto.

La dichiarazione è arrivata a poche ore dall’avvio ufficiale del G20 di Johannesburg, previsto per domani mattina al Sandton Convention Centre. Le delegazioni sono già arrivate, in un clima teso e con misure di sicurezza rafforzate. Il governo sudafricano, per ora, non ha risposto pubblicamente alle accuse di Trump.

La risposta degli Usa e il futuro della partecipazione americana

Le parole di Trump hanno subito messo in discussione la presenza degli Stati Uniti al summit. Fonti diplomatiche citate dalla stampa locale riferiscono che la Casa Bianca non ha ancora preso una decisione definitiva. Un funzionario del Dipartimento di Stato, contattato nella notte, ha spiegato che “la partecipazione degli Stati Uniti al G20 è una questione istituzionale e non dipende dalle dichiarazioni di singoli politici”. Ma il tema è diventato centrale nelle ultime ore.

A Washington, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha detto solo che “gli Stati Uniti lavorano con tutti i partner internazionali per affrontare le sfide globali”, senza confermare né smentire un’eventuale assenza americana. Intanto, diversi osservatori avvertono che le parole di Trump potrebbero alimentare tensioni già esistenti tra Washington e Pretoria.

Tensioni e terre contese: uno sguardo al contesto sudafricano

Le accuse di Trump arrivano in un momento delicato. In Sudafrica, la questione della redistribuzione delle terre resta uno dei temi più caldi dall’epoca post-apartheid. Negli ultimi anni, il governo dell’African National Congress ha avviato politiche per trasferire le proprietà agricole dalla minoranza bianca alla maggioranza nera. Ma, secondo dati ufficiali, oltre il 70% delle terre agricole è ancora in mano a proprietari bianchi.

Organizzazioni come AfriForum denunciano da tempo episodi di violenza nelle campagne e chiedono più protezione per gli agricoltori afrikaner. Dall’altra parte, Human Rights Watch e Amnesty International dicono che non ci sono prove di una campagna sistematica contro questa comunità. Il governo sudafricano respinge le accuse di persecuzione e parla di un “processo di giustizia sociale”.

Trump rilancia: “Il G20 2026 sarà a Miami”

Nel suo post, Trump ha guardato già al futuro: “Non vedo l’ora di ospitare il G20 del 2026 a Miami, in Florida!”. Una dichiarazione che sembra più un auspicio personale, visto che la scelta della sede spetta al Paese ospitante e richiede l’ok degli altri membri. La candidatura di Miami era già stata avanzata nei mesi scorsi dal team repubblicano, ma non è stata ancora formalizzata dal Dipartimento di Stato.

Nel frattempo, a Johannesburg, l’atmosfera resta tesa. Le autorità hanno aumentato i controlli intorno alla sede del summit e invitato i leader a concentrarsi su temi cruciali: cambiamento climatico, crisi alimentare e sviluppo sostenibile. Solo nelle prossime ore si capirà se la polemica di Trump influirà davvero sulla presenza americana al vertice.

Un vertice sotto i riflettori

Il G20 in Sudafrica si apre quindi tra polemiche e dubbi. La presenza – o meno – degli Stati Uniti potrebbe segnare il corso dei lavori e condizionare le decisioni finali. Per ora, tra dichiarazioni prudenti e tensioni diplomatiche, resta alta l’attenzione su quello che succederà nelle prossime 48 ore a Johannesburg.