684 milioni di euro dall’Ue: un’opportunità per potenziare la ricerca europea

684 milioni di euro dall'Ue: un'opportunità per potenziare la ricerca europea

684 milioni di euro dall'Ue: un'opportunità per potenziare la ricerca europea

Matteo Rigamonti

Novembre 9, 2025

Roma, 9 novembre 2025 – Lo European Research Council ha stanziato 684 milioni di euro per finanziare 66 gruppi di ricerca internazionali chiamati a lavorare fianco a fianco su alcune delle sfide più pressanti della nostra epoca: dal cambiamento climatico all’invecchiamento, fino a indagare le origini dell’universo. Questi fondi, distribuiti con gli Erc Synergy Grant, vogliono spingere la collaborazione tra scienziati di discipline diverse, unendo forze e risorse per affrontare questioni troppo complesse per un singolo laboratorio.

La ricerca europea si muove insieme: numeri e protagonisti

I dati dell’European Research Council parlano chiaro: sono 239 gli scienziati coinvolti in questi progetti, di cui 16 lavorano in Italia, mentre molti altri operano oltre i confini europei. A guidare la classifica c’è la Germania con 28 studi finanziati, seguita dal Regno Unito con 24, e poi Francia e Stati Uniti a 21 ciascuno. L’Italia si ferma a 9 progetti, ma con una presenza diffusa tra università e centri di eccellenza. “Ben 28 team includono almeno un ricercatore attivo fuori dall’Europa, soprattutto negli Stati Uniti ma anche in Canada, Australia, Brasile, Ghana, Sudafrica e Singapore”, spiega Ekaterina Zaharieva, commissaria europea per startup, ricerca e innovazione. “Questa rete globale rafforza la scienza europea e avvicina all’Europa grandi talenti da tutto il mondo”.

L’Italia in campo: Bologna guida la carica, premiati anche ospedali e centri di ricerca

Tra le istituzioni italiane più coinvolte spicca l’Università di Bologna, che partecipa a quattro progetti per un totale di 43 milioni di euro (quasi 11 milioni destinati direttamente ai ricercatori bolognesi). “Una giornata di grande soddisfazione”, commenta il rettore Giovanni Molari, sottolineando che è la prima volta che l’ateneo ottiene quattro Synergy Grant in un solo bando. Tra i progetti finanziati, uno guidato da Vanessa Grotti del Dipartimento di Beni Culturali studierà il ciclo riproduttivo dell’anguilla, un animale dal valore economico mondiale superiore ai 4 miliardi di euro. Un altro gruppo si concentrerà sui primi istanti dell’evoluzione dell’universo, mettendo insieme dati da osservazioni radio e raggi gamma. Gli altri due progetti punteranno sullo sviluppo di laser a raggi X per osservare atomi e molecole e sulla “tensione di Hubble”, uno dei grandi misteri della cosmologia.

Astrofisica e Sole: 14 milioni per Lunanova tra Infn e Federico II

Un finanziamento da 14 milioni di euro va al progetto Lunanova, guidato da Alba Formicola dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Roma e Gianluca Imbriani dell’Università Federico II di Napoli. Dal 2026, il team – che include anche ricercatori tedeschi e spagnoli – condurrà esperimenti nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e in altri centri europei per studiare le reazioni di fusione nucleare che avvengono nel cuore del Sole. “Siamo orgogliosi di questo prestigioso Erc Grant”, dice Formicola. “Ci permetterà di attrarre giovani ricercatori e rafforzare la collaborazione internazionale”. Imbriani aggiunge: “Lunanova sarà un esempio concreto di lavoro condiviso tra scienziati e studenti”.

Sanità e neuroscienze: 10 milioni per Minerva al San Raffaele di Milano

Un altro Synergy Grant da 10 milioni di euro è stato assegnato al progetto Minerva, coordinato da Dario Bonanomi dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Il team si concentrerà sulla “barriera emato-nervosa”, una struttura che protegge i nervi periferici ma che ancora non conosciamo a fondo. “La scarsa conoscenza limita lo sviluppo di cure efficaci”, spiega Bonanomi. Il gruppo coinvolge anche l’Istituto Nazionale francese di Salute e Ricerca Medica, l’Università di Tartu in Estonia e Oxford. L’obiettivo è mettere a punto nuove molecole capaci di attraversare questa barriera e portare farmaci direttamente ai nervi.

Sicurezza chimica: Pisa e Sant’Anna insieme per evitare sostanze pericolose

Il progetto Sustech, con un finanziamento di 10 milioni di euro, vede protagoniste Elisa Giuliani dell’Università di Pisa e Arianna Martinelli della Scuola Superiore Sant’Anna. L’obiettivo è fermare la diffusione di sostanze chimiche pericolose già nella fase di progettazione, unendo chimica e intelligenza artificiale per valutare tossicità e impatto ambientale delle nuove molecole. I risultati saranno raccolti in una piattaforma digitale aperta a tutti, utile per chi progetta o regolamenta innovazioni.

Dalla mente degli uccelli all’archeologia medievale: altri Synergy Grant per l’Italia

All’Università di Padova, quasi 4 milioni di euro finanzieranno il progetto Flap, guidato da Maria Loconsole, che studierà come la mente degli uccelli reagisce ai cambiamenti ambientali fin da piccoli. Alla Cattolica del Sacro Cuore, due Synergy Grant premiano ricerche in archeologia medievale (progetto Coco) e medicina (Multiprobe), quest’ultimo in collaborazione con la Sapienza di Roma.

Laser e molecole: 10 milioni per il Politecnico di Milano, Cnr e Bologna

Infine, il progetto Concert, guidato da Giulio Cerullo del Politecnico di Milano, Caterina Vozzi del Cnr e Marco Garavelli dell’Università di Bologna, riceve 10 milioni di euro per studiare come controllare le molecole con impulsi laser ultrarapidi. Lo scopo è osservare le reazioni chimiche nel momento esatto in cui avvengono, aprendo la strada a nuove tecniche produttive più sostenibili.

Maria Leptin, presidente del Consiglio europeo della ricerca, sottolinea: “La collaborazione è al centro degli Erc Synergy Grant”. Solo 66 progetti su 712 proposte hanno ottenuto i fondi. “Con più risorse potremmo far fruttare appieno questo tesoro scientifico”, aggiunge Leptin. Per ora, l’Europa si conferma un laboratorio d’avanguardia nella ricerca mondiale, grazie anche al contributo degli scienziati italiani.