Cina: la risalita dei prezzi al consumo sorprende dopo mesi di calo

Cina: la risalita dei prezzi al consumo sorprende dopo mesi di calo

Cina: la risalita dei prezzi al consumo sorprende dopo mesi di calo

Matteo Rigamonti

Novembre 9, 2025

Pechino, 9 novembre – In Cina, i prezzi al consumo sono tornati a salire in ottobre, rompendo una serie di mesi in cui erano calati a causa della domanda interna debole e delle persistenti pressioni deflazionistiche. L’Ufficio Nazionale di Statistica (Nbs) ha comunicato oggi che l’indice dei prezzi al consumo (Ipc) è aumentato dello 0,2% su base annua, il primo rialzo dal giugno scorso.

Prezzi in ripresa dopo mesi di stallo

Il dato uscito questa mattina a Pechino, +0,2% rispetto a ottobre 2024, arriva dopo un lungo periodo di stagnazione. Nei mesi scorsi, i prezzi al dettaglio erano rimasti fermi o addirittura in calo, segno della prudenza delle famiglie cinesi nel tornare a spendere. “La domanda interna resta debole, ma iniziano a vedersi segnali di stabilizzazione”, ha detto un portavoce del Nbs durante la conferenza stampa delle 10 locali.

Il ritorno a un’inflazione positiva è un segnale atteso dagli esperti, che da settimane monitorano i prezzi nelle grandi città come Shanghai, Pechino e Guangzhou. Le prime analisi indicano che a spingere i prezzi verso l’alto sono soprattutto i rincari nel settore alimentare e dei servizi.

Pressioni deflazionistiche e consumi ancora timidi

Negli ultimi mesi, la seconda economia mondiale ha dovuto fare i conti con diversi fattori che hanno frenato i prezzi. Da un lato, la spesa delle famiglie è rimasta bassa: molte persone hanno preferito mettere da parte i soldi, preoccupate per il mercato del lavoro e per le difficoltà nel settore immobiliare. Dall’altro, la concorrenza tra imprese e la sovrapproduzione in alcuni settori hanno tenuto i prezzi bassi.

“Anche se il dato di ottobre è positivo, la pressione deflazionistica non è ancora alle spalle”, ha riconosciuto un economista della Bank of China, contattato alle 11.30 ora locale. “Ci vorranno altri mesi di crescita per parlare davvero di inversione di tendenza”.

Mercati cauti, ma occhi puntati sulla ripresa

L’aumento dell’Ipc è stato accolto con prudenza dai mercati finanziari. Alla Borsa di Shanghai, l’indice composito ha aperto in leggero rialzo, ma gli scambi sono rimasti contenuti per tutta la mattina. “È un segnale incoraggiante, ma non basta a farci dormire sonni tranquilli su una ripresa ancora fragile”, ha commentato un analista di CITIC Securities alle 9.45.

Le autorità cinesi, intanto, continuano a seguire da vicino l’andamento dei prezzi. Il governo ha ribadito l’impegno a sostenere la domanda interna con politiche fiscali mirate e incentivi ai consumi. “L’obiettivo è garantire una crescita stabile senza creare squilibri”, ha detto ieri il ministro delle Finanze Liu Kun in un’intervista alla tv di Stato CCTV.

Inflazione sotto controllo, ma la strada è ancora lunga

Il ritorno dell’inflazione in territorio positivo, seppur modesto, è visto come un primo passo verso una normalizzazione dell’economia cinese. Restano però molte incognite: la fiducia dei consumatori è ancora fragile e il settore immobiliare continua a mostrare segnali di difficoltà.

Secondo le stime della società di consulenza Trivium China, raccolte tra le 8 e le 9 di questa mattina, nei prossimi mesi i prezzi dovrebbero crescere lentamente, con l’Ipc che potrebbe oscillare tra lo 0,1% e lo 0,4% su base annua. “Solo una ripresa più decisa dei consumi potrà consolidare questa tendenza”, ha spiegato un ricercatore del centro studi.

Famiglie cinesi tra risparmio e incertezza

Per le strade di Pechino, la sensazione è quella di una ripresa lenta. “I prezzi sono saliti poco, ma la gente continua a risparmiare”, racconta Li Wei, titolare di un negozio nel distretto di Chaoyang. “Molti clienti chiedono sconti o comprano solo l’essenziale”. Situazione simile nei mercati alimentari della capitale: alle 7 del mattino, tra i banchi di frutta e verdura del mercato Sanyuanli, si vedono pochi carrelli pieni.

La Cina cerca quindi di lasciare alle spalle mesi difficili sul fronte dei consumi. Il dato di ottobre è un segnale positivo, ma – come sottolineano gli esperti – ci vorrà tempo prima che la fiducia torni davvero ai livelli di prima della pandemia.