Firenze, 9 novembre 2025 – Domani Tatti, piccolo borgo della Maremma grossetana, sarà sotto i riflettori. Al Festival dei Popoli, al cinema La Compagnia di Firenze, andrà in scena l’anteprima italiana del documentario “Tatti, paese di sognatori” di Ruedi Gerber. Il film racconta la rinascita di un paese quasi scomparso e arriverà nelle sale italiane da marzo 2026, distribuito da Lo Scrittoio-Cinema D’Autore.
Dal disastro minerario all’abbandono: la storia di Tatti
Negli anni Cinquanta, Tatti era un paese vivo, con circa 1.500 abitanti che si dedicavano all’agricoltura e al lavoro nelle miniere. Poi, il 4 maggio 1954, la tragedia alla miniera di Ribolla: 43 minatori morirono, metà di loro erano di Tatti. “Fu un colpo durissimo,” ricorda un anziano del posto. “Da quel giorno il paese non è più stato lo stesso.” Dopo quella tragedia, molti partirono verso le città industriali del Nord. Le case si svuotarono, i campi vennero lasciati a se stessi. In pochi decenni, Tatti si trasformò in un vero e proprio “paese fantasma”.
Il ritorno di Gerber e la rinascita condivisa
Nel 1992, Ruedi Gerber, regista e produttore svizzero tra Zurigo e New York, arrivò per la prima volta a Tatti. “Sembrava un deserto, ma con un panorama bellissimo,” ha raccontato. In quel silenzio, però, ha visto una speranza. Decise di restare, diventando parte della piccola comunità rimasta e iniziando a recuperare le terre abbandonate. Oggi Gerber è anche imprenditore locale: produce vino biodinamico, olio, miele e grani antichi insieme ad altri abitanti.
Il documentario nasce proprio da questa esperienza. “Non volevo fare un reportage,” spiega Gerber, “ma raccontare una storia di accoglienza e amicizia.” Il film segue la vita di chi è rimasto e di chi è arrivato, mostrando come la collaborazione abbia aiutato il borgo a sfuggire ai rischi della globalizzazione, trasformandolo in un piccolo laboratorio sociale.
Un modello di partecipazione e sostenibilità
Negli ultimi anni, Tatti è diventato un esempio concreto di partecipazione e sostenibilità. Vecchi e nuovi abitanti lavorano insieme per rimettere in sesto i terreni incolti e riscoprire antiche tecniche agricole. “Qui nessuno si sente straniero,” dice una giovane produttrice locale. Le iniziative collettive vanno dalla vendemmia condivisa alla manutenzione delle strade di campagna. Il senso di comunità si sente forte nelle piazze e nei piccoli bar del paese.
Il documentario mette in luce soprattutto il valore delle relazioni umane. “La resilienza non è solo una parola,” osserva Gerber in una chiacchierata con alcuni abitanti, “qui vuol dire aiutarsi davvero.” Le immagini si alternano a testimonianze dirette: voci che parlano di speranze, difficoltà e piccoli successi.
Il viaggio a Firenze: una comunità in movimento
Per la proiezione al Festival dei Popoli, partiranno da Tatti ben tre pullman. Oltre 120 “tatterini” – così si chiamano gli abitanti del borgo – accompagneranno il regista in sala. Un gesto che dice più di tante parole il legame che unisce chi è rimasto e chi ha scelto di tornare o di trasferirsi qui.
“È come se il paese intero volesse raccontare la sua storia,” commenta uno degli organizzatori del viaggio. L’attesa per la prima è palpabile: per molti sarà la prima volta che vedranno sul grande schermo i volti e i luoghi di ogni giorno.
Un inno alla rinascita rurale
“Tatti, paese di sognatori” non è solo il racconto di un piccolo borgo toscano. È la storia di una rinascita possibile, nata dalla condivisione e dalla voglia di reinventarsi insieme. Un messaggio che arriva da una terra segnata dalla fatica e dalla memoria, ma che sa ancora guardare avanti. E forse, come dice Gerber alla fine del documentario, “il vero tesoro di Tatti sono le persone che hanno scelto di restare o tornare a sognare qui.”
