Dopo una lite in discoteca, due giovani investono un ragazzo e fuggono: arrestati a Castel Gandolfo

Dopo una lite in discoteca, due giovani investono un ragazzo e fuggono: arrestati a Castel Gandolfo

Dopo una lite in discoteca, due giovani investono un ragazzo e fuggono: arrestati a Castel Gandolfo

Matteo Rigamonti

Novembre 9, 2025

Castel Gandolfo, 9 novembre 2025 – Tre giovani sono stati arrestati a Castel Gandolfo con l’accusa di tentato omicidio aggravato e calunnia. Si tratta di due ragazzi di 20 e 22 anni e una ragazza di 20. La loro colpa? Aver investito due coetanei dopo una lite in discoteca, per poi fuggire senza prestare soccorso. È successo la notte del 6 settembre, sul lungolago di questa cittadina ai margini di Roma. Nel frattempo, la madre di uno degli arrestati è stata indagata per aver cercato di depistare le indagini con una falsa denuncia.

Dalla lite all’investimento: una notte di violenza

Gli investigatori dei carabinieri di Castel Gandolfo hanno ricostruito così la vicenda. Tutto è cominciato in un locale sul lago poco prima dell’una di notte. I tre, residenti tra Albano Laziale e Marino, si sono scontrati con due altri giovani, un 23enne e un 17enne. La causa della discussione resta poco chiara, ma diversi testimoni hanno parlato di parole grosse e spintoni vicino al bancone. “Sembrava una lite come tante”, ha raccontato uno dei presenti, “poi però li abbiamo visti uscire tutti agitati”.

Fuori dal locale, la situazione è degenerata. I tre sospettati sono saliti su una Fiat Punto grigia parcheggiata poco distante. Secondo gli inquirenti, hanno aspettato che i due ragazzi si avvicinassero al marciapiede, poi hanno accelerato di colpo travolgendoli. I due sono finiti a terra, con ferite giudicate guaribili in trenta e venti giorni. Nessuno dei tre si è fermato a soccorrere le vittime, fuggendo lungo la via Appia.

Dalle prime ipotesi a una svolta decisiva

All’inizio, l’episodio era considerato un semplice incidente stradale con omissione di soccorso. Ma l’analisi delle telecamere di sorveglianza e alcune intercettazioni telefoniche e ambientali hanno cambiato tutto. I carabinieri hanno capito che l’investimento era stato voluto. “Dai dialoghi emergeva chiaramente la volontà di colpire”, ha spiegato una fonte vicina alle indagini. Alcune frasi registrate tra i tre confermerebbero la premeditazione.

Con queste prove, la Procura di Velletri ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare. I due ragazzi sono finiti nel carcere di Velletri, mentre la giovane è stata messa ai domiciliari. Le accuse sono pesanti: tentato omicidio aggravato per tutti e tre, più la calunnia.

La madre e la falsa denuncia: un tentativo di depistaggio

Le indagini hanno rivelato un altro capitolo. La madre di uno degli arrestati avrebbe cercato di aiutare il figlio e i suoi amici a evitare guai. Avrebbe convinto i tre a sporgere una denuncia falsa contro le vittime, accusandole – senza prove – di minacce e aggressioni dentro il locale. Una versione che però non ha retto di fronte alle testimonianze e alle immagini delle telecamere.

Per questo motivo, la donna, anche lei dei Castelli Romani, è indagata per calunnia. Non le sono state imposte misure cautelari, ma la Procura sta ancora valutando la sua posizione.

Le condizioni delle vittime e la reazione della comunità

I due giovani feriti hanno riportato traumi agli arti inferiori e contusioni multiple. Sono stati ricoverati all’ospedale dei Castelli e dimessi con prognosi di trenta e venti giorni. “Poteva finire molto peggio”, ha detto il padre del 17enne fuori dal pronto soccorso. Intanto, a Castel Gandolfo la notizia ha scosso la comunità. “Non ci aspettavamo una cosa del genere qui”, ha commentato una commerciante del lungolago.

Le indagini continuano per fare luce su ogni dettaglio di quella notte. Gli inquirenti stanno anche verificando se ci siano responsabilità da parte del locale dove è scoppiata la lite. Per ora, i tre giovani sono in arresto con l’accusa di tentato omicidio aggravato e calunnia, mentre la madre dovrà rispondere del tentativo di depistaggio tramite falsa denuncia.