Kharkiv, 9 novembre 2025 – Circa 100.000 persone nella regione di Kharkiv sono ancora senza elettricità, acqua e riscaldamento dopo gli attacchi russi di ieri. A confermare la gravità della situazione è stato il vice primo ministro per la ricostruzione dell’Ucraina, Oleksiy Kuleba, in un’intervista a Rbc Ukraina. Le squadre di emergenza non si fermano un attimo, ma i danni sono così estesi che tornare alla normalità sembra ancora lontano.
Kharkiv al buio: 100.000 senza luce e riscaldamento
Secondo Kuleba, i servizi pubblici stanno lavorando senza sosta, giorno e notte, per riportare l’elettricità e l’acqua nelle case. “Al momento, circa 100 mila persone sono senza elettricità, acqua e riscaldamento”, ha detto il vice premier, sottolineando che la situazione resta critica. Interi quartieri della città e molti villaggi intorno sono al buio, lasciando famiglie e anziani in difficoltà, soprattutto ora che il freddo comincia a farsi sentire.
Infrastrutture devastate: la ripresa sarà lenta
I danni sono pesanti, ha ammesso lo stesso Kuleba. I raid russi hanno colpito impianti elettrici e reti idriche, centrali per la distribuzione dell’energia e dell’acqua potabile. In alcune zone, come Saltivka e le aree rurali a nord, i tecnici sono riusciti a far ripartire solo una parte della rete. “Ci vorrà tempo”, ha ribadito Kuleba, “ma andremo avanti finché tutti non avranno di nuovo i servizi base”.
Emergenza in corso: squadre al lavoro giorno e notte
Da ieri notte, decine di operatori sono impegnati nelle riparazioni. Si concentra l’intervento sulle linee ad alta tensione danneggiate e sulle stazioni di pompaggio. Alcuni residenti, come racconta Iryna Kovalenko, maestra in una scuola elementare di Pavlove Pole, hanno passato la notte al freddo. “Abbiamo acceso candele e messo addosso tutto quello che avevamo. I bambini avevano paura”. Le autorità hanno aperto punti di raccolta per distribuire coperte e pasti caldi, ma le richieste sono molte più delle scorte disponibili.
Le autorità corrono ai ripari
Il governo ucraino promette interventi rapidi per aiutare le comunità colpite. “Stiamo inviando generatori e squadre aggiuntive”, ha assicurato Kuleba in un aggiornamento di questa mattina. Il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, ha invitato la cittadinanza a “restare unita” e a segnalare ogni emergenza tramite i canali ufficiali. Nel frattempo, molte scuole restano chiuse in diversi quartieri e gli ospedali funzionano solo grazie ai generatori mobili messi a disposizione dalla protezione civile.
Obiettivi civili nel mirino
Negli ultimi giorni gli attacchi russi contro le infrastrutture civili nella regione di Kharkiv si sono fatti più frequenti. Secondo fonti ucraine, sono stati usati droni e missili a lunga gittata per colpire centrali elettriche e depositi d’acqua. Il Cremlino non ha commentato ufficialmente i raid. L’ONU ha espresso forte preoccupazione per le conseguenze sui civili: “Privare la popolazione dei servizi essenziali in inverno può peggiorare una crisi umanitaria già grave”, ha detto un portavoce.
Una popolazione in attesa
Mentre i tecnici lavorano tra fili scoperti e macerie, la gente aspetta di sapere quando torneranno luce e acqua. Alcuni si sono spostati temporaneamente da parenti in altre zone; altri resistono nelle proprie case, timorosi di nuovi attacchi. “Non sappiamo quando ci sarà di nuovo la luce”, racconta un pensionato di Shevchenkivskyi. Solo allora, forse, si potrà davvero parlare di ritorno alla normalità.
