Bruxelles, 9 novembre 2025 – Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha lanciato un duro attacco alla Commissione Europea. Oggi ha accusato l’Unione di mostrare “cinismo” nel leggere la Carta dell’Onu e le norme internazionali più importanti. Al centro della polemica c’è il piano di usare gli asset russi congelati per finanziare l’aiuto a Kiev. Le parole di Lavrov, riportate dall’agenzia russa Ria Novosti, sono arrivate mentre a Bruxelles si discute una nuova strategia per i beni bloccati delle banche centrali russe.
Asset russi congelati, la dura presa di posizione di Mosca
Lavrov non ha usato mezzi termini: la Commissione Europea, ha detto, “da tempo non sorprende più” con la sua interpretazione delle regole internazionali. Il punto è sulle disposizioni sull’immunità sovrana e sull’inviolabilità degli asset delle banche centrali, che secondo Mosca sono state aggirate o ignorate. “Queste azioni sono un vero e proprio inganno e una rapina”, ha tuonato il ministro, con toni taglienti e senza giri di parole.
La questione degli asset congelati è tornata sotto i riflettori nelle ultime settimane. Dopo l’invasione russa in Ucraina, l’Unione Europea ha bloccato circa 200 miliardi di euro di beni della Banca centrale russa e di altre entità legate al Cremlino. Ora diversi Paesi, con il sostegno degli Stati Uniti, spingono per usare almeno una parte di quei fondi per la ricostruzione ucraina o per finanziare direttamente armi e aiuti.
Mosca avverte: pronta a rispondere
Lavrov non ha lasciato spazio a dubbi: “Non importa come cerchino di estorcere soldi ai russi, non esiste un modo legale per farlo”, ha ribadito. Ha aggiunto poi che “la Russia risponderà in modo adeguato”, senza però entrare nei dettagli sulle possibili contromisure. Una frase che, secondo molti osservatori, lascia aperta la porta a ritorsioni diplomatiche o economiche.
Fonti vicine al ministero degli Esteri russo parlano di una “violazione senza precedenti” delle regole internazionali da parte dell’Europa. “Non è solo una questione di soldi”, ha confidato un funzionario, “ma un attacco diretto alla sovranità della Russia”. Nel frattempo, il Cremlino segue con attenzione le discussioni a Bruxelles e prepara una risposta da coordinare con altri Paesi amici.
Europa divisa: tra rischi legali e pressioni politiche
A Bruxelles il dibattito è acceso. Germania e Francia invitano alla prudenza, mettendo in guardia sui rischi legali di una decisione che potrebbe creare un precedente pericoloso. Altri, come Polonia e Paesi baltici, spingono invece per agire in fretta, vedendo nell’uso degli asset congelati uno strumento efficace per colpire Mosca e sostenere Kiev.
Secondo fonti europee, la Commissione sta valutando diverse opzioni. Tra le più discusse c’è l’idea di usare solo gli interessi maturati sui fondi bloccati, lasciando intatto il capitale. Ma anche questa strada solleva dubbi tra i giuristi: “Il rischio di ricorsi internazionali è concreto”, ha spiegato un diplomatico europeo, “e potrebbe esporre l’Unione a richieste di risarcimento”.
Scontro aperto in un clima già teso
La vicenda si inserisce in un contesto segnato da crescenti tensioni tra Russia e Occidente. Negli ultimi mesi Mosca ha più volte denunciato quello che chiama un “furto legalizzato” dei suoi beni all’estero. Dall’altra parte, Bruxelles insiste sulla necessità di trovare risorse per sostenere l’Ucraina, soprattutto dopo il rallentamento degli aiuti dagli Stati Uniti.
Per ora, nessuna decisione definitiva è stata presa. La Commissione Europea dovrebbe presentare una proposta formale entro fine mese. Nel frattempo, le parole di Lavrov contribuiscono ad alzare la posta nel confronto diplomatico. E mentre Kiev aspetta segnali concreti dall’Europa, Mosca promette una risposta che, almeno nelle intenzioni, non passerà inosservata.
