L’incredibile scoperta: un cugino dell’uomo usava strumenti di pietra!

L'incredibile scoperta: un cugino dell'uomo usava strumenti di pietra!

L'incredibile scoperta: un cugino dell'uomo usava strumenti di pietra!

Giada Liguori

Novembre 9, 2025

Nairobi, 9 novembre 2025 – Per la prima volta in Kenya, i paleontologi hanno portato alla luce i fossili di mani e piedi appartenuti al nostro antico parente, il Paranthropus boisei, risalenti a oltre 1,5 milioni di anni fa. La scoperta è stata annunciata ieri sulle pagine di Nature da un gruppo internazionale guidato dalla paleoantropologa Carrie S. Mongle, della Stony Brook University di New York. Un ritrovamento che apre nuove piste sulle capacità motorie e il comportamento di questa specie, e che potrebbe riscrivere pezzi importanti della nostra storia evolutiva.

Mani e piedi: un tassello che mancava da tempo

Fino a oggi, il Paranthropus boisei era noto soprattutto per le sue mascelle imponenti e i denti enormi – “fino a quattro volte più grandi dei nostri”, spiegano gli esperti – ma del resto dello scheletro si sapeva poco o nulla. “È la prima volta che possiamo associare con certezza ossa di mani e piedi a questa specie”, ha detto Mongle durante la conferenza stampa di ieri a Nairobi. I fossili sono stati trovati nella zona di Koobi Fora, sulle rive orientali del Lago Turkana, una terra già ricca di altri importanti resti di ominidi.

Camminava dritto, ma con una presa da gorilla

Dall’analisi dei reperti emerge che il P. boisei camminava in posizione eretta, proprio come noi. Il piede mostra chiari segni di bipedalità: “Non c’è dubbio, sapeva muoversi su due gambe”, ha confermato Mongle. Ma la sorpresa arriva dalle mani: le proporzioni ricordano quelle umane, segno di una certa abilità nel maneggiare oggetti. Allo stesso tempo, però, la forza di presa è paragonabile a quella dei gorilla di oggi, a indicare che questa specie era ancora capace di arrampicarsi e afferrare con grande potenza.

Utensili in pietra? Un’ipotesi che prende corpo

Da decenni gli studiosi si chiedono se il Paranthropus boisei potesse fabbricare e usare strumenti in pietra. Fino a ora, l’assenza di ossa delle mani lasciava il dubbio. Ora, con questi nuovi fossili, sembra più probabile che il P. boisei potesse manipolare utensili, almeno come facevano i primi Homo. “La mano mostra che era capace di prese precise come le nostre”, spiega Mongle, “ma senza perdere la presa potente tipica dei gorilla”. Manca però ancora quell’anatomia del polso che caratterizza l’uomo moderno e i Neanderthal.

Dieta vegetale e mani forti

Il gruppo internazionale di ricerca, con esperti del National Museums of Kenya e dell’Università di Oxford, ha confermato che il Paranthropus boisei seguiva una dieta soprattutto a base di piante. La robustezza delle mani, dicono, serviva non solo per arrampicarsi, ma anche per lavorare e mangiare vegetali duri e fibrosi. “La combinazione di forza e destrezza nelle mani suggerisce uno stile di vita molto adattabile”, ha osservato il paleontologo keniano Richard Leakey, coinvolto nello studio.

Un pezzo in più nel puzzle dell’evoluzione

Con questi fossili di mani e piedi, gli studiosi hanno finalmente un quadro più chiaro delle capacità e delle abitudini del Paranthropus boisei. Finora, si conoscevano solo mascelle e denti, che raccontavano solo metà della storia. Ora emerge l’immagine di un ominide che camminava dritto, sapeva manipolare oggetti e sfruttava al meglio le risorse vegetali intorno a sé. “Solo adesso possiamo cominciare a capire davvero come viveva questo nostro lontano cugino”, ha concluso Mongle. Rimangono però tante domande: quanto erano avanzati i suoi strumenti? E quanto ci somigliava davvero? Gli scavi in Kenya hanno dato qualche risposta, ma la ricerca continua.