Parigi, 9 novembre 2025 – Charles Aznavour, una delle icone più amate della musica francese e non solo, torna a vivere sul grande schermo con Monsieur Aznavour, il biopic firmato da Mehdi Idir e Grand Corps Malade, in arrivo nelle sale italiane il 18 dicembre. Distribuito da Movies Inspired, il film ripercorre la vita di un artista che ha lasciato un segno indelebile nella canzone e nel cinema, attraversando quasi un secolo di cultura europea.
Aznavour, il simbolo di un’epoca
Nato a Parigi nel 1924 in una famiglia di rifugiati armeni, Aznavour – all’anagrafe Shahnour Vaghinag Aznavourian – ha iniziato la sua strada con molte difficoltà. “Figlio di rifugiati, minuto, povero, con una voce troppo acuta: di lui si diceva che non avesse nessuna carta vincente da giocare”, si legge nella sinossi del film. Eppure, con una forza di volontà fuori dal comune e una passione instancabile, Aznavour è diventato un vero e proprio simbolo della cultura francese, ispirando generazioni di artisti e appassionati.
Il film e un cast d’eccezione
Monsieur Aznavour ha conquistato quattro nomination ai César 2025, tra cui quella per il miglior attore protagonista, grazie a Tahar Rahim. Nel cast spiccano anche Marie-Julie Baup, che interpreta Édith Piaf, grande amica e mentore di Aznavour, insieme a Camille Moutawakil, Hovnatan Avedikian, Luc Antoni ed Ella Pellegrini. Il regista Grand Corps Malade, al secolo Fabien Marsaud, ha spiegato così la scelta di Rahim: “Tahar ha il talento e quella capacità camaleontica perfetta per questo ruolo. L’abbiamo visto in The Serpent trasformarsi completamente. Ha lavorato mesi per entrare nella voce, nei gesti e anche nella vita di Aznavour”.
Un artista a tutto tondo
Aznavour non è stato solo un cantante: ha recitato con registi del calibro di François Truffaut, Georges Franju, Claude Chabrol, Volker Schlöndorff, Claude Lelouch e Atom Egoyan. Ha raccolto premi in Francia e all’estero, diventando un ponte tra musica e cinema. “Era un grande osservatore, curioso e attento ai giovani talenti”, ricorda Grand Corps Malade. “Gli piaceva anche il rap, lo slam… Era divertente, amava scherzare e giocare con le parole”.
Impegno civile e temi ancora attuali
Oltre alla musica, Aznavour si è speso per diverse cause sociali, in particolare per il riconoscimento del genocidio armeno in Turchia. Nei suoi testi ha affrontato temi delicati con uno sguardo unico: “Comme ils disent” fu una delle prime canzoni francesi a parlare apertamente di omosessualità. “Il suo punto di forza era raccontare la storia di un uomo – spiega il regista –. Charles è stato tra i primi a toccare questi temi, aprendo un dibattito importante”.
Il dettaglio che fa la differenza
La forza di Aznavour stava nella sua scrittura, capace di prendere piccoli particolari e trasformarli in qualcosa di universale. “Molte sue canzoni parlano d’amore – dice Grand Corps Malade – ma ogni volta trovava un modo nuovo, un dettaglio che colpiva dritto al cuore”. Una qualità che ha reso le sue canzoni immortali, tradotte e cantate in decine di lingue.
Un’eredità che parla ancora
Scomparso nel 2018 a 94 anni, Aznavour rimane un punto di riferimento per la musica e la cultura europea. “Monsieur Aznavour” vuole restituire al pubblico non solo la grandezza dell’artista, ma anche le sue fragilità e contraddizioni. “Tahar Rahim è riuscito a portare umanità nel personaggio – sottolinea il regista – facendolo sentire vicino anche nei momenti più duri”. Un ritratto che arriva in sala a fine anno, pronto a riaccendere l’interesse su una figura capace di attraversare epoche e generazioni senza mai perdere la sua autenticità.