De Niro svela il film che Sergio Leone desiderava non avesse mai fine

De Niro svela il film che Sergio Leone desiderava non avesse mai fine

De Niro svela il film che Sergio Leone desiderava non avesse mai fine

Giada Liguori

Novembre 10, 2025

Roma, 10 novembre 2025 – Ieri, al Cinema Moderno di Roma, Robert De Niro ha incontrato gli studenti di cinema in occasione della proiezione restaurata in 4K di “C’era una volta in America” di Sergio Leone. L’evento, che ha chiuso la rassegna “Il fuori sala” di Alice nella città, ha visto l’attore newyorkese dialogare con Walter Veltroni su cinema, memoria e attualità, intrecciando ricordi personali e riflessioni sul presente.

De Niro e Sergio Leone: un legame che va oltre il set

Davanti a una platea gremita, De Niro ha raccontato il suo rapporto con Sergio Leone, il regista del celebre film del 1984. “Per Sergio era soprattutto un atto d’amore – ha detto l’attore – e avevo la sensazione che non volesse mai finisse, perché lasciarsi il set dietro è sempre una cosa triste, soprattutto quando sai che molte persone non le rivedrai più”. Un legame umano prima di tutto: “Leone aveva un grande senso dell’umorismo, era una persona semplice e simpatica. Era fantastico”, ha aggiunto, con un tono carico di affetto.

La musica di Morricone, anima del film

Non si può parlare di “C’era una volta in America” senza citare la colonna sonora di Ennio Morricone. De Niro non ha avuto dubbi: “La musica pesa tantissimo, ve lo assicuro. Ho lavorato in quattro film con le sue composizioni e so bene quanto faccia la differenza”. Per lui la musica è parte integrante del racconto cinematografico, capace di dare profondità e respiro alle immagini. “Morricone entrava nell’anima dei film”, ha spiegato rivolgendosi direttamente ai giovani presenti.

Il cinema epico oggi: tra streaming e grandi registi

Quando gli è stato chiesto se l’America sia ancora capace di produrre film lunghi ed epici come quelli di Leone, De Niro ha risposto con cautela: “Credo di sì. Prendete ‘Una battaglia dopo l’altra’ di Paul Thomas Anderson, che non ho ancora visto ma tutti ne parlano bene”. Poi ha sottolineato come il modo di raccontare storie stia cambiando: “Oggi molti film sono pensati per lo streaming, divisi in episodi. È un modo diverso di narrare, ma il film epico resta possibile. Penso a registi come Martin Scorsese”. Un passaggio che racconta bene la trasformazione dell’industria cinematografica americana, divisa tra tradizione e nuove piattaforme.

Il cinema italiano: una scuola di vita

De Niro ha poi ricordato il suo legame con il cinema italiano, nato da ragazzo a New York: “Ho visto tanti film che arrivavano dall’Italia. Penso a Federico Fellini, Antonioni, Pasolini: autori che ho sempre ammirato e amato profondamente”. Un’influenza che ha segnato la sua crescita artistica e personale. “Il cinema italiano mi ha insegnato molto”, ha confessato.

L’America di oggi tra speranza e allarme

Non poteva mancare una battuta sull’attualità politica negli Stati Uniti. Alla domanda se gli piaccia l’America di oggi, De Niro ha risposto senza giri di parole: “Che Dio ce la mandi buona! Non si può più parlare solo di speranza, bisogna reagire. Come si è iniziato a fare a New York con le elezioni del nuovo sindaco, ma anche in Virginia e California”. L’attore ha espresso preoccupazione per il clima politico: “Non possiamo permettere che questa amministrazione prepotente faccia il bello e il cattivo tempo. È fondamentale rispondere. Vogliamo che il nostro Paese ci venga restituito e non trasformato in una dittatura fascista”.

Un incontro tra passato e futuro

L’appuntamento al Cinema Moderno si è chiuso tra applausi e domande degli studenti. De Niro, visibilmente coinvolto, ha lasciato Roma con un messaggio chiaro: il cinema resta un luogo di libertà e memoria, ma anche uno specchio delle inquietudini di oggi. E proprio da qui – dalla passione per le storie e dalla difesa dei valori democratici – passa la sfida che attendere le nuove generazioni di cineasti.