Gabriele Mainetti: Matera, la città che ispira la creazione di un film

Gabriele Mainetti: Matera, la città che ispira la creazione di un film

Gabriele Mainetti: Matera, la città che ispira la creazione di un film

Giada Liguori

Novembre 10, 2025

Matera, 10 novembre 2025 – Gabriele Mainetti, regista romano nato nel 1976, ha raccontato come ha scoperto Matera durante la sesta edizione del Matera Film Festival, che si tiene nella città dei Sassi fino al 16 novembre. “Non ero mai stato qui, l’avevo vista solo in foto. Ma dal vivo è tutta un’altra cosa. Camminando per queste strade, ho pensato che dovrei girare un film proprio qui”, ha detto Mainetti davanti a un pubblico pieno di studenti e appassionati, domenica pomeriggio. Il festival gli dedica quest’anno una retrospettiva completa e lo ha scelto come ospite d’onore per ripercorrere una carriera che, in poco più di dieci anni, ha lasciato un segno nel cinema italiano.

Mainetti e Matera: quando il cinema incontra la storia

La presenza di Mainetti a Matera non è un caso. Negli ultimi anni la città ha saputo valorizzare il suo patrimonio anche grazie al cinema: basti pensare a “The Passion” di Mel Gibson o a “No Time to Die” della saga di James Bond, girati proprio qui. Matera si conferma così un punto d’incontro di storie e linguaggi diversi. “La storia di Matera è fatta di sofferenza e dolore, ma anche di una capacità di rinascita che si sente ovunque”, ha spiegato il regista, sottolineando come la città sia diventata “una fonte continua di ispirazione”. Durante la visita, Mainetti si è fermato a lungo in Piazza San Pietro Caveoso, dove ha scattato foto e preso appunti. “Il cinema qui trova una scenografia naturale”, ha aggiunto.

Una carriera tra premi e voglia di sperimentare

Dopo i primi corti come “Basette” – selezionato al Festival di Locarno – e “Tiger Boy”, che è finito nella shortlist per l’Oscar nel 2014, Mainetti ha conquistato pubblico e critica con il suo primo lungometraggio, “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Uscito nel 2015, il film ha vinto sette David di Donatello, due Nastri d’Argento, quattro Ciak d’Oro e il Globo d’Oro. “Non mi aspettavo tutto questo clamore”, ha ammesso durante l’incontro con il pubblico. “Ho sempre amato mescolare i generi, è qualcosa che mi viene naturale. Da bambino mi dicevano che andavo fuori tema perché mi perdevo in voli pindarici: è rimasto il mio modo di lavorare”.

Il suo secondo film, “Freaks Out”, ha confermato questa voglia di sperimentare: sedici nomination ai David di Donatello e sei statuette vinte nel 2022, oltre a tre Nastri d’Argento. “Per me è una sfida continua trovare armonia tra realtà così diverse”, ha raccontato Mainetti.

“La città proibita” conquista anche all’estero

A marzo 2025 è uscito il suo terzo lungometraggio, “La città proibita”, che ha ottenuto un’accoglienza positiva sia in Italia che all’estero. Il film ha ricevuto il Nastro d’Argento e il Globo d’Oro per la migliore regia. A livello internazionale ha vinto il Grand Prix Nouveau Genre e il Prix du Public all’Étrange Festival di Parigi, oltre al Bronze Award come miglior film internazionale al Fantasia International Film Festival di Montréal. “Non mi aspettavo che una storia così personale potesse parlare anche fuori dall’Italia”, ha confidato ai giornalisti.

Una retrospettiva per ripercorrere un percorso

Durante il festival, Mainetti è stato celebrato con una retrospettiva che ha mostrato corti e lungometraggi realizzati negli ultimi vent’anni. L’incontro con il pubblico si è trasformato in un dialogo aperto sulla sua crescita artistica e sul futuro del cinema italiano. “Amo così tanto il cinema di genere che non riesco a fermarmi su un solo registro”, ha detto sorridendo. Tra gli spettatori c’erano molti giovani registi che gli hanno chiesto consigli per affrontare le difficoltà del mestiere. “Bisogna rischiare, sempre”, ha risposto senza esitazioni.

Matera e il cinema: un legame che cresce

Il Matera Film Festival si conferma un punto di riferimento per chi cerca nuove storie e nuovi modi di raccontarle. La città dei Sassi, con la sua storia millenaria e le atmosfere sospese tra passato e presente, continua ad attirare registi italiani e stranieri. “Matera è più bella di quanto immaginassi”, ha concluso Mainetti. E chissà che presto non diventi davvero il set del suo prossimo film.