Hasan a Gaza: trionfo al Festival dei Popoli

Hasan a Gaza: trionfo al Festival dei Popoli

Hasan a Gaza: trionfo al Festival dei Popoli

Giada Liguori

Novembre 10, 2025

Firenze, 10 novembre 2025 – “With Hasan in Gaza”, il documentario del regista palestinese Kamal Aljafari, ha trionfato ieri sera al Concorso Internazionale del 66° Festival dei Popoli, aggiudicandosi il premio principale da 7.000 euro. La cerimonia si è tenuta al Cinema La Compagnia, nel cuore di Firenze, davanti a un pubblico coinvolto e attento. La giuria internazionale, composta dalla curatrice argentina Cecilia Barrionuevo e dalle registe Elena Lopez (Spagna) e Mala Reinhardt (Germania), ha scelto il lavoro di Aljafari per la sua capacità di intrecciare memoria e presente in un racconto che, come hanno spiegato nelle motivazioni, “trasforma il ricordo in una forza politica”.

Gaza come non l’avete mai vista

Realizzato con materiali d’archivio risalenti al 2001, “With Hasan in Gaza” offre uno sguardo raro e intimo sulla Striscia di Gaza, mostrando scene di vita quotidiana che oggi sembrano appartenere a un’altra epoca. Il film si muove tra immagini sgranate, volti di bambini, strade polverose e momenti di famiglia, restituendo una Gaza fatta di ricordi che la guerra e il tempo hanno quasi cancellato. “È un film che si erge come testimonianza dell’umanità di fronte alla distruzione in corso”, ha sottolineato la giuria, aggiungendo che “il regista affronta la violenza della cancellazione, trasformando il semplice atto di testimoniare in un gesto di resistenza”.

Aljafari, presente in sala, ha ringraziato visibilmente commosso: “Queste immagini sono tutto ciò che resta di un mondo che non c’è più. Raccontare Gaza oggi significa anche difendere la memoria di chi non può più parlare”. Il pubblico ha risposto con un lungo applauso.

Tra autobiografia e antropologia, i premi italiani

Nel Concorso Italiano, il premio più importante (3.000 euro) è andato a “Il fantasma che è in me” di Michael Beltrami, un diario personale che ripercorre vent’anni della vita dell’autore dopo la diagnosi di cancro nel 2005. Il film alterna momenti privati, riflessioni intime e immagini d’archivio, componendo una cronaca fatta di gioie, paure e perdite. “Ho voluto raccontare la malattia senza retorica, come parte della mia vita”, ha detto Beltrami dopo la premiazione.

La Targa Gian Paolo Paoli per il miglior film antropologico è stata assegnata a “D is for Distance” di Christopher Petit ed Emma Matthews. Il documentario esplora il tema della distanza – fisica ed emotiva – attraverso storie raccolte in diversi paesi europei. Secondo la giuria, il film “riesce a mostrare la complessità dei legami umani in un mondo sempre più diviso”.

Riconoscimenti speciali e l’atmosfera del festival

Non sono mancati i premi speciali: la giuria del Concorso Italiano ha voluto dare una menzione a Daniele Gaglianone, definito “uno dei più grandi autori di documentari dei nostri tempi”, per il suo ultimo lavoro “Cumpartia”. Gaglianone, visibilmente emozionato, ha ringraziato colleghi e pubblico: “Fare documentari oggi significa ancora credere nel potere delle storie vere”.

Il Festival dei Popoli, sotto la direzione di Alessandro Stellino, si conferma uno degli appuntamenti più importanti per il cinema documentario internazionale. In questa sessantaseiesima edizione sono stati proiettati oltre 80 titoli da tutto il mondo, con una particolare attenzione ai temi della memoria, dell’identità e della resistenza culturale.

Un’edizione che parla al presente

L’aria a Firenze è stata segnata anche dalla situazione internazionale: molti registi hanno ricordato le difficoltà crescenti nel raccontare storie dai territori di guerra o dalle periferie dimenticate. “Il nostro compito è dare voce a chi non ce l’ha”, ha detto Cecilia Barrionuevo durante la cerimonia finale. Eppure, tra le sale piene e le discussioni dopo le proiezioni, si è avvertita una forte voglia di confronto e ascolto.

Il Festival dei Popoli chiude così l’edizione 2025 con un messaggio netto: il documentario resta uno strumento potente per capire il presente e conservare la memoria collettiva.