Milano, 10 novembre 2025 – Il prezzo del gas naturale ha ripreso a salire oggi sulla Borsa di Amsterdam. Il contratto future con consegna a dicembre ha chiuso in rialzo del 2,2%, toccando quota 30,98 euro al Megawattora. Un segnale che riaccende l’attenzione di operatori e famiglie italiane sulle turbolenze del mercato energetico europeo, in un momento in cui la volatilità resta alta e l’inverno si avvicina con molte incognite.
Gas in rialzo, mercati in tensione
La giornata ha visto il TTF (Title Transfer Facility) di Amsterdam – il riferimento per il prezzo europeo del gas – partire già sopra i 30 euro, oscillando poi tra i 30,20 e i 31,10 euro al Megawattora. Nel pomeriggio, intorno alle 17:30, il future con scadenza dicembre ha chiuso a 30,98 euro, segnando un netto aumento rispetto alla chiusura di venerdì. Dietro al rialzo, spiegano gli operatori, ci sono più fattori: previsioni meteo più rigide per la seconda metà di novembre, qualche preoccupazione sulle forniture dalla Norvegia e una domanda industriale tedesca in leggera ripresa.
“Il mercato resta molto sensibile alle notizie su infrastrutture e meteo”, commenta un analista di Refinitiv Energy. “Basta poco per far muovere i prezzi, soprattutto ora che si avvicinano i mesi più freddi”.
Bollette sotto osservazione, l’inverno incerto
L’aumento del prezzo del gas ad Amsterdam si farà sentire anche sulle bollette degli italiani, con qualche settimana di ritardo. Secondo Nomisma Energia, ogni aumento di un euro al Megawattora può tradursi in circa 15 euro in più all’anno per una famiglia tipo. “La situazione è sotto controllo, ma i margini sono stretti”, avverte Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. “Se dovessero arrivare ondate di freddo intenso o problemi alle forniture, i prezzi potrebbero schizzare di nuovo verso l’alto”.
Al momento, gli stoccaggi europei sono pieni per oltre il 98%, dati di Gas Infrastructure Europe alla mano. Un livello che tranquillizza, ma non basta a far dormire sonni tranquilli. “Il sistema è più solido rispetto agli anni passati”, aggiunge Tabarelli, “ma la dipendenza dalle importazioni resta un punto debole”.
Cosa spinge il prezzo verso l’alto?
A pesare di più sulle quotazioni sono le previsioni meteo. Le ultime simulazioni dell’ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) indicano temperature in calo su gran parte dell’Europa centrale e settentrionale tra il 15 e il 25 novembre. Questo potrebbe far salire la domanda di gas per il riscaldamento.
Non è solo il clima a influire. Negli ultimi giorni ci sono stati alcuni fermi tecnici negli impianti norvegesi di Nyhamna e Kollsnes, dove si estrae e comprime il gas. Questi stop hanno ridotto temporaneamente i flussi verso l’Europa continentale. “Sono episodi limitati”, spiega una fonte di Equinor, il gestore norvegese, “ma il mercato reagisce subito”.
Sul fronte industriale, invece, si registra una leggera ripresa in Germania e nei Paesi Bassi, dopo mesi di rallentamento. Secondo Eurostat, la produzione manifatturiera tedesca è cresciuta dello 0,4% a ottobre rispetto a settembre. Un segnale che potrebbe spingere ulteriormente i consumi di gas nei prossimi mesi.
Reazioni e scenari: cosa aspettarsi
Il rialzo ha acceso il campanello d’allarme tra le associazioni dei consumatori italiane. “Seguiamo con attenzione l’andamento dei prezzi”, dice Massimiliano Dona, dell’Unione Nazionale Consumatori. “Chiediamo al governo di tenere alta la guardia e di intervenire, se serve, per proteggere le famiglie più vulnerabili”.
Gli operatori rimangono cauti sul futuro. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e le incertezze sulle forniture russe pesano ancora sull’umore degli investitori. Solo con l’arrivo del freddo vero e la verifica degli stoccaggi si potrà capire se il mercato reggerà o se serviranno nuovi interventi.
Per ora, il dato di oggi – 30,98 euro al Megawattora – riporta la volatilità al centro del dibattito e conferma che il tema energia resta una priorità per l’economia europea.
