Roma, 10 novembre 2025 – Federmanager torna a parlare della Manovra fiscale varata dal governo, invitando a mettere da parte le polemiche e a guardare ai numeri con più concretezza. Il presidente Valter Quercioli, in una nota diffusa stamattina, ha ribadito che il principio di progressività “resta e deve restare fondamentale”, ma va applicato in modo da rafforzare la solidarietà sociale, non da indebolirla.
Federmanager difende la riduzione dell’aliquota Irpef
Al centro del dibattito c’è la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per chi guadagna tra 28mila e 50mila euro. Una misura che, secondo alcune forze politiche e sindacali, favorirebbe i più ricchi. Federmanager invece invita a superare questa visione semplicistica, quella che mette gli uni contro gli altri. “Abbassare le tasse a chi lavora e contribuisce – ha detto Quercioli – non vuol dire togliere a qualcun altro, ma riconoscere chi sostiene la crescita, la spesa pubblica e il welfare del Paese”.
I dati dell’Osservatorio Itinerari Previdenziali – Cida mostrano che oggi solo il 27,41% dei contribuenti, circa 11,6 milioni di persone, versa quasi l’80% dell’intero gettito Irpef. Chi guadagna più di 55mila euro – tra professionisti, quadri e dirigenti – è appena il 5,8% di chi dichiara, ma contribuisce per oltre il 42% del totale. “Non stiamo parlando di privilegiati – ha aggiunto Quercioli – ma di lavoratori qualificati che tengono in piedi il sistema Paese”.
Il peso fiscale e il confronto con l’Europa
In Italia l’aliquota massima Irpef del 43% scatta già dai 50mila euro lordi all’anno, una soglia molto più bassa rispetto ad altri Paesi europei. Per Federmanager questo crea uno squilibrio che rischia di penalizzare proprio chi dà di più per finanziare la spesa pubblica. “Sostenere il ceto produttivo – ha spiegato Quercioli – non significa aumentare le disuguaglianze, ma garantire le condizioni per cui lo Stato può redistribuire risorse e investire in sanità, scuola e previdenza”.
Il presidente ha poi ricordato che il principio di progressività deve essere applicato in modo giusto: “La sfida è renderlo sostenibile, così da rafforzare la solidarietà e non indebolirla”. Per Federmanager la riforma fiscale deve essere discussa senza pregiudizi e con attenzione ai dati reali.
Disuguaglianze sociali: serve più lavoro di qualità
Federmanager riconosce che le disuguaglianze sono una ferita aperta nel Paese. Dietro ogni numero ci sono persone e famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. “Il disagio di chi vive con redditi bassi va rispettato, ascoltato e affrontato con risposte concrete”, ha ammesso Quercioli. Ma per l’associazione dei manager non si risolvono solo con le tasse.
La vera risposta, secondo Federmanager, è puntare sul lavoro di qualità e sull’industria, settori con salari più alti e più capacità di creare valore e innovazione. “Chi vuole ridurre le distanze sociali deve partire dal lavoro stabile, dalla formazione continua e dal riconoscimento del merito”, ha detto Quercioli. Solo così una società può davvero essere giusta.
Fiscalità equa e lotta all’evasione
Federmanager ribadisce che una politica fiscale equa deve essere alleata del lavoro, non un ostacolo. La lotta all’evasione fiscale e all’economia sommersa resta una priorità per garantire giustizia sociale. “Il Paese ha bisogno di fiducia, responsabilità e coesione”, ha sottolineato Quercioli. La vera sfida non è tra chi ha di più e chi ha di meno, ma tra chi vuole costruire un’Italia più giusta e chi invece cerca di approfittare delle falle del sistema.
In chiusura, Federmanager chiede una fiscalità che premi chi crea valore, occupazione e contribuisce al bene comune. Solo così, dicono, si potrà garantire dignità e futuro al lavoro di tutti.
