Netanyahu avverte: la guerra continua, i nemici si stanno riarmando

Netanyahu avverte: la guerra continua, i nemici si stanno riarmando

Netanyahu avverte: la guerra continua, i nemici si stanno riarmando

Matteo Rigamonti

Novembre 10, 2025

Tel Aviv, 10 novembre 2025 – Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito oggi alla Knesset che la guerra contro Hamas non è affatto finita. “Chi vuole farci del male si sta riorganizzando. Non ha abbandonato l’idea di distruggerci”, ha detto Netanyahu, citato dal Times of Israel, durante la seduta parlamentare del primo pomeriggio. Il premier ha poi confermato che l’obiettivo del governo resta la smilitarizzazione di Gaza e il completo disarmo di Hamas, “in un modo o nell’altro”.

Netanyahu: “Hamas sarà disarmato, Gaza dovrà essere smilitarizzata”

Nel suo discorso, il premier ha sottolineato che la minaccia di Hamas non è sparita con le ultime operazioni militari. “La guerra non è finita”, ha ripetuto rivolgendosi sia ai deputati sia all’opinione pubblica israeliana. Secondo lui, i gruppi armati palestinesi stanno approfittando di una tregua apparente per riorganizzarsi e rafforzarsi. “Non hanno rinunciato al loro obiettivo di distruggerci”, ha aggiunto, lasciando chiaramente intendere che il rischio di nuove escalation è molto reale.

Netanyahu ha promesso che Gaza sarà smilitarizzata. “Succederà nel modo più facile o nel modo più difficile. Ma succederà”, ha detto con fermezza, senza però entrare nei dettagli sulle prossime mosse militari o diplomatiche. Il suo intervento arriva mentre la comunità internazionale spinge per una de-escalation e l’avvio di negoziati per una pace duratura.

Tensione sempre alta tra Israele e Hamas

Sul campo, la situazione resta delicata. Secondo fonti militari israeliane, nelle ultime settimane ci sono stati sporadici lanci di razzi dalla Striscia di Gaza verso il sud di Israele, specialmente nelle zone di Sderot e Ashkelon. Le sirene d’allarme sono suonate più volte nelle città di confine, costringendo la gente a rifugiarsi nei bunker. L’esercito israeliano ha risposto con raid mirati contro presunti depositi di armi e infrastrutture di Hamas.

Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane (IDF), Daniel Hagari, ha detto che “le operazioni andranno avanti finché non sarà garantita la sicurezza della popolazione israeliana”. Nel frattempo, fonti palestinesi parlano di danni a edifici civili e di un numero crescente di sfollati nella Striscia. L’ONU stima che oltre 40mila persone abbiano lasciato le loro case dall’inizio delle ultime ostilità.

La comunità internazionale spinge per una tregua

Le parole di Netanyahu arrivano mentre cresce la pressione internazionale per fermare il conflitto. L’Alto rappresentante UE per la politica estera, Josep Borrell, ha invitato le parti a “evitare altre escalation” e a riprendere il dialogo. Anche gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza e chiesto a Israele “moderazione” nelle operazioni militari.

Fonti diplomatiche a Gerusalemme riferiscono che nei prossimi giorni sono previsti nuovi incontri tra emissari israeliani e rappresentanti di Egitto e Qatar, mediatori tradizionali tra Israele e Hamas. Ma, secondo ambienti governativi israeliani, il clima resta teso e le chance di un cessate il fuoco immediato sembrano poche.

Tra paura e incertezza, la vita continua

Intanto, nelle strade di Tel Aviv e Gerusalemme si respira un’aria di attesa tesa. Molti seguono con ansia gli sviluppi della crisi. “Non sappiamo cosa succederà domani”, confida Yael, 42 anni, insegnante in una scuola elementare della capitale. Nei quartieri più esposti ai razzi da Gaza, le scuole restano aperte, ma con misure di sicurezza più severe. Le autorità locali hanno distribuito nuove istruzioni per evacuazioni rapide in caso di attacco.

Dall’altra parte del confine, a Gaza City, la situazione è ancora più difficile. La Mezzaluna Rossa palestinese segnala carenza di medicinali e beni di prima necessità in diversi ospedali. “Siamo stanchi e preoccupati per i nostri figli”, racconta Ahmed, padre di tre bambini sfollato da Beit Hanoun.

Futuro incerto, ma la guerra continua

La crisi tra Israele e Hamas sembra destinata a durare ancora. Le parole di Netanyahu confermano che il governo israeliano non intende fermare la pressione militare finché non sarà raggiunto il disarmo totale dei gruppi armati palestinesi nella Striscia. Nel frattempo, la popolazione civile – su entrambi i lati del confine – vive tra paura e incertezza, in attesa di segnali concreti verso una soluzione politica che, per ora, resta lontana.