Parigi, 10 novembre 2025 – La procura di Parigi ha chiesto oggi il rilascio e la libertà vigilata per Nicolas Sarkozy, ex presidente francese, detenuto nel carcere di La Santé nell’inchiesta sui presunti finanziamenti libici alla sua campagna elettorale del 2007. La richiesta, avanzata durante l’udienza di stamattina, prevede il divieto per Sarkozy di avere contatti con gli altri imputati e i testimoni coinvolti nel caso.
Procura: la detenzione deve seguire regole precise
I magistrati hanno spiegato che la decisione sulla scarcerazione non può basarsi sulla “gravità dei fatti” o sulla possibile pena. Hanno richiamato l’articolo 144 del Codice di procedura penale francese, che fissa i criteri per la custodia cautelare: il rischio di inquinare le prove e la possibilità di contatti con altri imputati. “La scelta deve basarsi solo su questi elementi”, hanno detto i pubblici ministeri, chiedendo al giudice di valutare se ci siano ancora motivi per tenere Sarkozy in carcere.
Sarkozy in aula: “Sono innocente, mai chiesto soldi a Gheddafi”
All’inizio dell’udienza, poco dopo le 9.30, Sarkozy ha preso la parola per ribadire la sua innocenza. “Voglio che si capisca bene: non ho mai pensato di chiedere soldi al signor Gheddafi”, ha detto rivolgendosi ai giudici. “Non riconoscerò mai qualcosa che non ho fatto”, ha aggiunto con voce decisa, mentre in aula si sentiva una tensione palpabile.
Una detenzione dura e inattesa
Sarkozy, che ha compiuto 70 anni a gennaio, ha raccontato il suo stato d’animo dopo l’arresto. “Ho sempre risposto a tutte le convocazioni”, ha ricordato. “Mai avrei immaginato di finire in carcere a quest’età”. “Questa prova mi è stata imposta: la sto vivendo. È dura, molto dura”, ha confessato. Poi si è fermato, con lo sguardo abbassato: “È estenuante, un incubo”. Parole che hanno colpito anche alcuni avvocati in aula, secondo fonti giudiziarie.
L’inchiesta sui fondi libici: cosa dicono i magistrati
L’indagine sui presunti finanziamenti illeciti dalla Libia alla campagna di Sarkozy dura da anni. Secondo i magistrati, tra il 2006 e il 2007 fondi legati al regime di Gheddafi sarebbero arrivati a sostenere la corsa all’Eliseo dell’ex presidente. Sarkozy ha sempre negato tutto. “Non ho mai chiesto né ricevuto soldi dalla Libia”, aveva detto più volte ai media francesi.
Libertà vigilata con regole strette
Se sarà scarcerato, Sarkozy dovrà restare sotto libertà vigilata con obbligo di dimora e divieto assoluto di incontrare altri imputati o testimoni chiave. Secondo la procura, così si evita il rischio di inquinare le prove. Il giudice ha preso tempo: la decisione arriverà nei prossimi giorni.
Fuori dal tribunale: sostenitori e attesa
All’uscita dall’aula, alcuni sostenitori di Sarkozy si sono radunati davanti al palazzo di giustizia, in boulevard du Palais. “Sarkozy merita un processo giusto”, ha detto una donna sulla cinquantina, agitando una piccola bandiera tricolore. Gli avvocati della difesa hanno ribadito la fiducia nella giustizia francese, chiedendo che il caso venga valutato “senza pregiudizi”.
Intanto l’attenzione dei media resta alta. La vicenda Sarkozy continua a dividere l’opinione pubblica e a scuotere la politica francese. Nei prossimi giorni si saprà se l’ex presidente potrà lasciare il carcere o dovrà restare in attesa del processo.
