Roma, 10 novembre 2025 – Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha chiesto oggi le dimissioni immediate dell’intero consiglio dell’Autorità Garante per la Privacy. Una richiesta arrivata dopo le ultime rivelazioni giornalistiche sulle modalità di gestione dell’ente. Tutto è scattato con le inchieste andate in onda domenica sera su “Report” che hanno acceso i riflettori su presunti conflitti di interesse e su una gestione definita “opaca”. “Sta emergendo un quadro grave e desolante”, ha detto Schlein, sottolineando che serve un “segnale forte di discontinuità”.
Duro colpo dopo l’inchiesta di Report
Le indagini del programma di Rai3 hanno messo in luce una serie di problemi nella gestione dell’Autorità Garante per la Privacy. Nel servizio si parla di rapporti poco chiari tra alcuni membri del consiglio e soggetti politici o economici esterni. Schlein ha parlato di una “forte permeabilità alla politica”, una situazione che mette a rischio la credibilità dell’ente.
“Non vedo altra strada se non le dimissioni di tutto il consiglio”, ha dichiarato la segretaria dem. “Senza un azzeramento e una ripartenza, la fiducia dei cittadini non si ricostruisce”. Un richiamo forte, visto che il Garante ha il compito fondamentale di proteggere i diritti dei cittadini sui loro dati personali.
Reazioni politiche: tra allarme e prudenza
La richiesta di Schlein ha subito acceso il dibattito politico. Dal Movimento 5 Stelle, il deputato Francesco Silvestri ha parlato di “fatti gravissimi” e ha chiesto che il Parlamento venga aggiornato con urgenza dal presidente dell’Autorità, Pasquale Stanzione. Dall’altra parte, fonti di governo invitano a non correre: “Prima di trarre conclusioni, bisogna aspettare i risultati delle verifiche interne”, dicono da Palazzo Chigi.
Intanto, l’Autorità Garante per la Privacy non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali. A Piazza Venezia, nella sede romana, il clima è teso: tra i dipendenti si parla di “momento delicato”, ma molti preferiscono non commentare. Il presidente Stanzione, raggiunto telefonicamente nel pomeriggio, ha detto solo che “l’ente fornirà tutti i chiarimenti necessari nelle sedi opportune”.
La trasparenza al centro dello scontro
Al cuore della polemica resta la questione della trasparenza nella gestione dell’Autorità. Schlein insiste: solo un “azzeramento” può assicurare la vera “terzietà del collegio, anche rispetto alla politica”. Un passaggio cruciale, visto che il Garante per la Privacy deve vigilare sul rispetto delle norme europee e nazionali sui dati personali, un ruolo che richiede indipendenza e autorevolezza.
Negli ultimi anni, la protezione dei dati è diventata una questione centrale nel dibattito pubblico. Dal GDPR alle polemiche sui social, fino ai casi di violazioni che hanno coinvolto aziende e istituzioni. In questo quadro, la credibilità dell’Autorità è considerata essenziale da molti esperti.
Cosa succede adesso
Fonti parlamentari riferiscono che nelle prossime ore potrebbe essere convocata una riunione urgente delle commissioni competenti. Non è escluso che i vertici dell’Autorità vengano sentiti in Parlamento già entro la settimana. Nel frattempo, i cittadini aspettano risposte. “Serve trasparenza – dice Marco, impiegato romano incontrato davanti alla sede del Garante – perché qui si parla dei nostri dati”.
La vicenda è ancora aperta. E mentre la politica discute sulle possibili soluzioni, l’attenzione resta alta su una delle istituzioni più importanti per la tutela della privacy in Italia.
