Brindisi, 12 novembre 2025 – Un episodio di tensione ha scosso la scuola media “Marco Pacuvio” di Brindisi pochi giorni fa. La professoressa Francesca Pennetta, insegnante di tecnologia, è stata minacciata dalla madre di una sua alunna. La donna si sarebbe presentata in istituto per protestare contro il presunto divieto imposto dalla docente alla figlia di andare in bagno durante la lezione. L’incontro, avvenuto all’interno della scuola, è rapidamente degenerato: la madre ha urlato frasi minacciose come “Non devi permetterti mai più, ti aspetto fuori”, spingendo la professoressa a chiamare i carabinieri.
Scontro acceso tra insegnante e genitore: la tensione esplode nei corridoi
Quel mattino, intorno alle 11.30, una collaboratrice scolastica ha avvisato la professoressa Pennetta che una madre voleva parlare con lei con urgenza. “Pensavo fosse per un chiarimento su un voto”, ha raccontato la docente. Ha preso il cellulare per controllare il registro elettronico e si è spostata in aula professori, lasciando la classe a un collaboratore. Ma non appena si è trovata di fronte alla madre, la situazione è precipitata. La donna ha cominciato a gesticolare e a urlare, accusando Pennetta di aver vietato alla figlia di uscire per andare in bagno.
La docente ha cercato di calmare le acque, ma senza risultato. “Quando ho capito che non c’era più nulla da fare ho chiesto alla signora di andarsene, minacciando di chiamare i carabinieri”, ha detto. La madre però non si è fermata: “Tu non sai chi sono io. Chiama chi vuoi, non mi interessa”, avrebbe risposto, urlando davanti a colleghi e personale.
La docente si sente male, arrivano i soccorsi
Lo scontro ha avuto un impatto anche fisico sulla professoressa. “Non riuscivo più a reggermi in piedi”, ha raccontato Pennetta, che si è sentita abbandonata anche dal dirigente scolastico. “Mi ha detto di non farmi vedere dagli alunni in quello stato per evitare problemi. Mi sono quasi nascosta”. I carabinieri, chiamati dalla docente, sono arrivati sul posto e hanno richiesto un’ambulanza. La professoressa è stata portata al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi, dove le hanno prescritto otto giorni di riposo assoluto.
Pennetta ha spiegato che il regolamento della scuola stabilisce orari precisi per uscire dall’aula e concede deroghe solo in casi urgenti, che, secondo lei, in quel caso non c’erano.
Denuncia e conseguenze legali
La vicenda non si è fermata con il ricovero. La professoressa ha già avviato le pratiche per denunciare la madre della studentessa. L’avvocato Silvio Molfetta, che la segue, ha dichiarato: “La professoressa è molto scossa, ma determinata a far valere i suoi diritti. Subire minacce mentre si fa il proprio lavoro è inaccettabile. È importante denunciare per evitare che episodi simili si ripetano”.
Secondo fonti investigative, la denuncia potrebbe configurare i reati di minacce aggravate e interruzione di pubblico servizio, visto il ruolo pubblico della docente. Il caso, rilanciato oggi dall’edizione locale del Corriere della Sera, riapre il dibattito sulla sicurezza del personale scolastico e sulle difficoltà quotidiane degli insegnanti nelle scuole italiane.
Scuola e famiglie al bivio: reazioni e riflessioni
L’episodio ha suscitato preoccupazione tra colleghi e sindacati della scuola. “Non possiamo accettare che un insegnante venga minacciato per aver fatto rispettare il regolamento”, ha detto una collega di Pennetta uscendo dall’istituto. Il dirigente scolastico, raggiunto telefonicamente, ha commentato che “sono in corso accertamenti interni” e che “la priorità resta la tutela di studenti e personale”.
Tra i genitori si respira un clima teso. Alcuni hanno espresso solidarietà alla docente, altri chiedono più dialogo tra scuola e famiglie per evitare che malintesi degenerino in situazioni simili.
In attesa degli sviluppi giudiziari, resta il segno lasciato da questa vicenda, che mette ancora una volta al centro il delicato equilibrio tra autorità educativa e diritti delle famiglie nelle scuole italiane.
