Cinecittà sotto accusa: l’ex ad Maccanico coinvolto in un caso di perdite milionarie

Cinecittà sotto accusa: l'ex ad Maccanico coinvolto in un caso di perdite milionarie

Cinecittà sotto accusa: l'ex ad Maccanico coinvolto in un caso di perdite milionarie

Matteo Rigamonti

Novembre 12, 2025

Roma, 12 novembre 2025 – Nicola Maccanico, ex amministratore delegato di Cinecittà Spa, è finito nel mirino della giustizia per false comunicazioni sociali. La Procura di Roma, come riportato dall’agenzia Adnkronos, ha chiuso le indagini che coinvolgono anche Claudio Ranocchi, responsabile della contabilità. L’accusa? Avrebbero nascosto perdite per oltre 7 milioni di euro nei bilanci della società tra il 2022 e il 2023. Un’inchiesta che torna a gettare un’ombra sulla gestione degli storici studi cinematografici della capitale.

Ricavi gonfiati e perdite nascoste: cosa contesta la Procura

I magistrati, guidati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dal pm Giorgio Orano, sostengono che Maccanico e Ranocchi abbiano “consapevolmente riportato dati non veri” nei bilanci chiusi al 31 dicembre 2022 e 2023. La Guardia di Finanza ha ricostruito una serie di manovre contabili che avrebbero portato a gonfiare i ricavi e a mascherare le perdite reali.

Nel dettaglio, per il bilancio 2022, si contesta l’iscrizione di un ricavo da 1.758.000 euro che invece sarebbe spettato all’anno successivo, il 2023. A questo si aggiunge la mancata registrazione in diminuzione di una nota di credito da 662.000 euro relativa al 2022. Così, il bilancio ha mostrato un utile apparente di 1.838.074 euro, mai realmente raggiunto, mentre la perdita reale supererebbe i 500 mila euro, rimasta nascosta.

Il bilancio 2023 e il caso delle scenografie

Le presunte irregolarità si ripetono anche nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2023. Qui Maccanico e Ranocchi non avrebbero registrato una nota di credito da 2.471.398 euro emessa verso Freemantle Italy Group srl, relativa a sconti sui fatturati 2023, ma iscritta solo nel 2024. Una mossa che avrebbe fatto sembrare i ricavi più alti di quelli effettivi.

Ma non è tutto. Gli inquirenti segnalano anche una sottostima dei costi per oltre 5,5 milioni di euro legati alla realizzazione delle scenografie per le produzioni “M. il figlio del secolo” e “Queer”, affidate a The Apartment srl. Secondo gli investigatori, dopo l’acquisto a costo zero delle scenografie, quei costi sarebbero stati cancellati e poi inseriti come valore patrimoniale senza una perizia a supporto. Così facendo, il bilancio ha mostrato un utile di 1.300.614 euro, mentre la perdita reale sarebbe intorno ai 6,7 milioni di euro.

Le reazioni e il prossimo passo

Nicola Maccanico, che ha lasciato la guida di Cinecittà nel giugno 2024, non ha rilasciato dichiarazioni nelle ultime ore. Fonti vicine a lui dicono che “si riserva di chiarire tutto nelle sedi giuste”, lasciando intendere che la difesa potrebbe contestare l’accusa.

Claudio Ranocchi, invece, non ha commentato. Tra i dipendenti di Cinecittà la notizia ha suscitato sorpresa e preoccupazione: “Aspettiamo di vedere cosa succede – racconta un impiegato che preferisce restare anonimo – nessuno si aspettava una cosa del genere”.

Cinecittà tra rilancio e ombre giudiziarie

La vicenda arriva in un momento già complicato per Cinecittà Spa, che negli ultimi anni ha puntato su un rilancio e una modernizzazione degli studi. Il nome di Maccanico era legato a questa fase, con investimenti e nuovi progetti internazionali. Ora però l’inchiesta rischia di frenare questo percorso, in un settore audiovisivo già sotto pressione.

La Procura dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio per i due indagati. La decisione potrebbe arrivare entro poche settimane. Nel frattempo, il consiglio d’amministrazione di Cinecittà segue con attenzione gli sviluppi: “La società è parte lesa – dice un portavoce – e collaborerà fino in fondo con gli inquirenti”.

Resta da vedere come questa vicenda influirà sulla reputazione degli studi romani e sulle strategie future. Per ora, l’attesa è carica di tensione e incertezza.