Roma, 12 novembre 2025 – Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha chiarito oggi alla Camera, durante il question time, la posizione del governo sugli investimenti nella Difesa e il percorso per raggiungere gli obiettivi di spesa concordati con la Nato. Rispondendo alle domande dei deputati, Crosetto ha spiegato che l’Italia sta procedendo secondo quanto deciso dal Parlamento. L’aumento dei fondi, ha sottolineato, non è solo una questione di impegni internazionali, ma una scelta legata alla situazione globale.
Spesa per la Difesa: un aumento graduale e pianificato
Il ministro ha riferito che il governo, con il supporto del titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha dato garanzie precise. “Non appena usciremo dalla procedura per deficit eccessivo, già da quest’anno e dal prossimo, aumenteremo la spesa dello 0,15%, poi ancora dello 0,15% nel 2027 e dello 0,20% l’anno successivo, come previsto dal documento approvato dalla Camera”. Un percorso a tappe, insomma, che punta a portare la spesa militare italiana in linea con gli standard chiesti dalla Nato.
Il riferimento è al documento di programmazione economica votato recentemente a Montecitorio, che prevede un aumento progressivo delle risorse destinate alla Difesa. L’obiettivo finale resta quello fissato dall’Alleanza Atlantica: raggiungere il 2% del PIL entro qualche anno. Al momento, secondo i dati del Ministero, l’Italia si attesta intorno all’1,5%.
Difesa e sicurezza: non solo obblighi internazionali
Crosetto ha voluto mettere in chiaro che investire nella Difesa non è solo per rispettare gli impegni internazionali. “Sarebbe assurdo pensare che lo facciamo solo perché ci siamo impegnati”, ha detto il ministro. “Investiamo perché, in un mondo come quello di oggi, bisogna essere pronti a ogni possibile scenario”.
Il riferimento è alla crescente instabilità in molte aree del pianeta – dal Medio Oriente all’Est Europa – e ai nuovi pericoli per la sicurezza globale. Secondo Crosetto, “la situazione internazionale richiede prudenza e capacità di reazione”, soprattutto alla luce delle tensioni tra Russia e Ucraina e delle crisi nel Mediterraneo.
Parlamento diviso, tra sostegno e critiche
Le parole del ministro sono arrivate in un clima teso, con maggioranza e opposizione a confronto. Da un lato, i partiti di governo hanno ribadito l’importanza di rafforzare le forze armate e di garantire fondi adeguati per ammodernare gli equipaggiamenti. Dall’altro, alcune forze di minoranza hanno espresso dubbi sull’aumento della spesa militare in un momento in cui – come ha ricordato il deputato del PD Enrico Borghi – “molte famiglie italiane fanno i conti con l’inflazione e il caro vita”.
Non sono mancati appelli alla trasparenza nell’uso dei fondi pubblici. “Serve chiarezza sulle priorità”, ha detto la vicepresidente della Camera Anna Ascani (PD), chiedendo che ogni euro destinato alla Difesa venga rendicontato con precisione.
Guardando avanti: cosa aspettarsi nei prossimi anni
Il governo ha tracciato un percorso chiaro: aumentare gradualmente gli stanziamenti per la Difesa fino al 2028. Secondo le stime del Ministero dell’Economia, l’incremento dovrebbe portare la spesa annuale a circa 30 miliardi di euro entro tre anni. Una cifra che, se confermata, avvicinerebbe l’Italia agli standard richiesti dalla Nato.
Resta da vedere come si evolverà la situazione internazionale e quali saranno le conseguenze sulle politiche di bilancio. Intanto, Crosetto ha ribadito la linea dell’esecutivo: “Prepararsi a ogni scenario è un dovere verso i cittadini”. Un messaggio pensato per rassicurare sia gli alleati che l’opinione pubblica interna sulla solidità dell’impegno italiano nella sicurezza nazionale.
