Da Stone a Scorsese: la Mole come palcoscenico per le star del cinema

Da Stone a Scorsese: la Mole come palcoscenico per le star del cinema

Da Stone a Scorsese: la Mole come palcoscenico per le star del cinema

Giada Liguori

Novembre 12, 2025

Torino, 12 novembre 2025 – Attori e registi di fama mondiale come Kasia Smutniak, Domenico Procacci e Martin Scorsese si mostrano in una serie di scatti inediti realizzati sulla cima della Mole Antonelliana. Da domani, queste fotografie potranno essere ammirate nella mostra “Piano sequenza”, curata da Domenico De Gaetano e ospitata alle Gallerie d’Italia in Piazza San Carlo a Torino, aperta fino al 1 marzo 2026. L’iniziativa, nata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, celebra i venticinque anni dalla nascita del museo all’interno della Mole, trasformata per l’occasione in un set fotografico d’eccezione.

Cinema e architettura in un unico scatto

Il progetto, firmato dal fotografo Riccardo Ghilardi, propone uno sguardo insolito su volti noti del cinema internazionale, ritratti in pose e ambientazioni fuori dal comune. “Mi sono ispirato a ‘Una notte al museo’, immaginando che questi grandi personaggi prendessero vita durante la notte”, racconta Ghilardi, che dal 2011 fa parte del team di ritrattisti dell’agenzia Contour by Getty Images di New York. Gli scatti – tutti reali, senza trucchi o effetti speciali – mostrano, per esempio, Greta Scarano nei panni di Mary Poppins sospesa a 167 metri d’altezza, o un emozionato Scorsese davanti a una lettera originale di Méliès.

Tra le sale e le altezze della Mole, attori e registi inediti

La mostra si sviluppa come un lungo “piano sequenza”, dove architettura, collezioni museali e memoria cinematografica si intrecciano con la presenza reale di artisti come Monica Bellucci, Tim Burton, Sharon Stone, Willem Dafoe, Giovanna Mezzogiorno e molti altri. Gli spazi del museo – anche quelli normalmente chiusi al pubblico – diventano così il palcoscenico di incontri inediti tra passato e presente del cinema. “La disponibilità dei talenti in questo progetto durato tre anni è stata straordinaria”, confida Ghilardi. “Far venire a Torino Dafoe, che stava girando a Vienna, per fargli interpretare Fredersen di ‘Metropolis’ non è stato facile. E vedere un mostro sacro come Scorsese emozionarsi come un ragazzino o Sharon Stone indossare l’abito di Ingrid Bergman in ‘Matter of Time’ è stato un momento da brividi”.

Il dietro le quinte: documentario e libro

A completare la mostra, il documentario “Piano sequenza, La Mole”, diretto da Cristian Berna e Rocco Giurato, racconta il backstage del progetto. Alcuni estratti saranno proiettati all’interno della mostra; la versione integrale arriverà su RayPlay nel 2026. Nel filmato, la voce narrante è affidata a Giovanna Mezzogiorno, che interpreta anche Maria Adriana Prolo, fondatrice del Museo Nazionale del Cinema. Tutto il lavoro fotografico e narrativo è raccolto nel volume “Il tempio del cinema”, edito da Allemandi e curato da Carlo Chatrian, direttore del Museo.

Immagini che sfidano la gravità

Tra le foto più suggestive ci sono quelle scattate all’esterno della Mole: attori appesi a corde, figure che sembrano sfidare le leggi della gravità. “Gli scatti che colpiscono di più lo spettatore sono quelli sospesi, fuori dalla Mole”, spiega Rocco Giurato. Ma per chi ama il cinema, certi dettagli restano impressi: “La scena che mi ha fatto venire la pelle d’oca è stata Dafoe che, superata la claustrofobia, si è fermato davanti a uno degli oblò della cupola, ha alitato sul vetro e poi lo ha pulito con la mano: era entrato in trance recitativa”.

Un anniversario che racconta la storia del cinema

La mostra “Piano sequenza” fa parte delle celebrazioni per i 25 anni del Museo Nazionale del Cinema. Un’occasione per riscoprire la Mole Antonelliana non solo come simbolo di Torino, ma come luogo vivo, capace di accogliere storie e volti che hanno segnato il cinema internazionale. Le fotografie di Ghilardi – scattate tra il 2022 e il 2025 – restituiscono un mosaico di emozioni e incontri, dove ogni dettaglio diventa racconto. Tra le sale silenziose o sospesi sopra la città, il confine tra realtà e finzione si fa davvero sottile.