Emergency sotto accusa: il controverso post su Lavrov e le accuse di filorussismo

Emergency sotto accusa: il controverso post su Lavrov e le accuse di filorussismo

Emergency sotto accusa: il controverso post su Lavrov e le accuse di filorussismo

Matteo Rigamonti

Novembre 12, 2025

Milano, 12 novembre 2025 – È tornato alla ribalta un post Instagram pubblicato da Emergency il 26 settembre scorso, che nelle ultime ore ha scatenato una vera e propria bufera di polemiche. L’accusa? Un presunto “filorussismo” rivolto alla nota organizzazione umanitaria. Tutto ruota attorno a una slide della campagna pacifista “Ripudia”, che mostra il volto del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov insieme a una sua dichiarazione sulla guerra in Ucraina e sul ruolo di NATO e Unione Europea. Il post, passato sotto silenzio per settimane, è esploso sui social solo ora, scatenando un acceso dibattito.

Emergency e Lavrov: parole che infiammano i social

Nel carosello condiviso da Emergency – visibile anche su Ripudia.it – spicca la frase attribuita a Lavrov: “La NATO e l’Unione Europea vogliono dichiarare, anzi, hanno già dichiarato una vera e propria guerra al mio Paese e vi stanno partecipando direttamente”. Riportare queste parole, accompagnate dalla foto del ministro russo, ha subito fatto scattare le reazioni. Molti utenti hanno accusato l’ONG di dare spazio alla propaganda del Cremlino, definendo Lavrov “il peggior testimonial possibile” per una campagna che si richiama all’articolo 11 della Costituzione italiana, quello che vieta la guerra.

Nei commenti al post – pubblicato alle 10:42 del mattino – si leggono messaggi durissimi: “Vergognatevi”, scrive qualcuno. Altri minacciano di smettere di donare a Emergency. Non mancano ironie amare: “A breve il CICAP sponsorizzerà l’omeopatia o l’Unesco difenderà i roghi dei libri”, commenta un utente, raccogliendo decine di “mi piace”.

Filorussismo? La polemica si allarga

La discussione è esplosa anche su X (ex Twitter) e Facebook, dove il post è stato rilanciato da politici e semplici utenti. C’è chi parla di “scivolone”, chi va oltre, accusando Emergency di “legittimare la narrazione russa” sulla guerra in Ucraina. In poche ore, gli hashtag #Emergency e #Lavrov sono entrati tra i trend più caldi in Italia.

La slide contestata fa parte di una serie chiamata “voci della guerra”, con citazioni di vari leader internazionali. Ma la presenza di Lavrov – figura chiave della diplomazia russa e spesso legato alle posizioni più dure del Cremlino – ha attirato l’attenzione. Alcuni follower chiedono spiegazioni all’ONG: “Perché dare spazio a chi minaccia l’Europa?”, si legge. Altri sottolineano il rischio di fraintendimenti o usi strumentali del messaggio.

La risposta di Emergency: “Nessuna simpatia per Mosca”

Di fronte alle critiche, Emergency ha replicato direttamente nei commenti. L’organizzazione spiega che l’obiettivo era mostrare “l’escalation dell’allargamento della guerra in Europa” attraverso le parole di chi è coinvolto. “Abbiamo riportato una frase del ministro degli Esteri russo Lavrov, protagonista delle stesse minacce e dichiarazioni contro l’Europa”, si legge nella risposta ufficiale.

Emergency respinge con forza ogni accusa di filorussismo: “Attribuire a Emergency posizioni a favore della Russia o della guerra è una strumentalizzazione”, scrivono. E ricordano la presenza dei loro operatori nei luoghi di conflitto, Ucraina compresa. In sostanza, citare Lavrov non significa condividere le sue idee, ma raccontare la realtà della guerra attraverso le voci di chi la vive o la alimenta.

Ripudia, la pace e un messaggio difficile da far passare

La campagna Ripudia, lanciata da Emergency qualche mese fa, si ispira all’articolo 11 della Costituzione italiana e vuole promuovere la cultura della pace. Prevede video, slide e testimonianze che raccontano il conflitto in Ucraina da diversi punti di vista. Inserire anche le parole dei leader russi, secondo l’ONG, serve a dare un quadro completo delle tensioni.

Ma questa vicenda mostra quanto sia fragile il confine tra informare e come viene percepito il messaggio. In questo caso, il volto di Lavrov ha finito per oscurare il senso pacifista della campagna, almeno per una parte dell’opinione pubblica italiana. Alcuni osservatori notano come il clima polarizzato intorno alla guerra renda ogni scelta comunicativa potenzialmente esplosiva.

Politica, ONG e futuro della campagna

Per ora non ci sono prese di posizione ufficiali dalle istituzioni italiane. La vicenda però ha riacceso il dibattito sul ruolo delle ONG nel raccontare i conflitti e sulla responsabilità nella scelta dei messaggi. Emergency ribadisce la propria neutralità e il lavoro a favore delle vittime della guerra, ricordando la presenza dei suoi operatori sia in Ucraina sia in altri scenari di crisi.

Resta da capire se questa polemica influenzerà la campagna “Ripudia” o le attività di Emergency. Nel frattempo, sui social il confronto continua: da una parte chi difende il diritto di raccontare anche le voci scomode, dall’altra chi chiede più attenzione nel modo in cui le ONG comunicano.