Garlasco, 12 novembre 2025 – Le impronte digitali trovate nel 2007 sulla porta del garage della villetta di via Pascoli, dove fu uccisa Chiara Poggi, sono di suo fratello, Marco Poggi. È questo il risultato degli ultimi accertamenti disposti dalla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’ambito dell’incidente probatorio che cerca di fare chiarezza su uno dei casi di cronaca nera più noti degli ultimi vent’anni. Le analisi, affidate al perito Giovanni Di Censo, hanno escluso la presenza di Andrea Sempio, il cui nome era tornato a galla dopo la riapertura dell’inchiesta.
Impronte a Garlasco: niente tracce di Sempio
Gli inquirenti hanno spiegato che le impronte trovate sulla porta d’ingresso della villetta appartengono a un carabiniere intervenuto il 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio. Sul portone del garage, invece, ci sono quelle di Marco Poggi, il fratello di Chiara. Complessivamente, tra interno ed esterno della casa, sono state analizzate una cinquantina di impronte: nessuna corrisponde ad Andrea Sempio. Un dettaglio che, almeno per ora, sembra allontanare ulteriormente il trentasettenne dalla scena del crimine.
Le sei impronte trovate su una confezione di cereali e su un sacchetto della spazzatura sono invece tutte di Chiara Poggi. Si tratta di oggetti legati alla colazione consumata dalla giovane la mattina dell’omicidio. “Non ci siamo mai fatti condizionare dalle indiscrezioni e non cantiamo vittoria oggi”, hanno detto i legali di Sempio, ricordando che il processo è ancora in corso e “questa volta si tratta di un atto ufficiale, non di una semplice ipotesi”.
Il perito Di Censo e il problema dei reperti distrutti
Il compito del perito Giovanni Di Censo era riesaminare tutte le impronte digitali raccolte nel 2007 dai carabinieri su fogli di acetato. Un lavoro complicato dal fatto che quei fogli sono stati distrutti nel tentativo, poi fallito, di ottenere materiale genetico da analizzare. Di Censo ha potuto lavorare solo sulle immagini digitalizzate delle impronte, passando di nuovo al setaccio circa cinquanta tracce.
Solo otto impronte – due all’esterno e sei all’interno della villetta – sono state ritenute valide per l’identificazione. Nessuna, però, è attribuibile ad Andrea Sempio, come si legge nella relazione depositata in procura. Un elemento che rinforza la posizione difensiva del giovane, già escluso da altri accertamenti tecnici in passato.
Il giallo del DNA sotto le unghie
Resta aperta la questione del DNA: l’accusa sostiene che sotto le unghie della vittima sia stato trovato un profilo genetico compatibile con Sempio. Un elemento che aveva riportato l’attenzione sul caso e spinto alla riapertura delle indagini. La difesa, però, ha sempre sostenuto che quella traccia fosse troppo debole e forse contaminata dall’ambiente. “Aspettiamo i risultati degli altri accertamenti”, ha detto uno degli avvocati di Sempio, “ma questi esami sulle impronte confermano che non ci sono novità a suo carico”.
Un caso ancora avvolto nel mistero
L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, resta avvolto da molte ombre. Gli investigatori non abbassano la guardia: la nuova analisi delle impronte era stata ordinata proprio per capire se sulla scena del crimine fossero passate persone mai considerate prima. Anche questa volta, però, i risultati sembrano confermare quanto già noto: nessuna presenza estranea rispetto ai familiari e agli operatori intervenuti dopo il delitto.
La famiglia Poggi aspetta risposte definitive da quasi vent’anni. Nel frattempo, il processo va avanti tra nuovi esami e vecchi dubbi. “La battaglia legale è ancora lunga”, hanno ribadito gli avvocati delle parti. Solo allora – forse – si potrà mettere la parola fine a uno dei misteri più dibattuti della cronaca italiana recente.
