L’Aja, 12 novembre 2025 – Una giornata importante per i palazzi del potere de L’Aja. Oggi, martedì 12 novembre, la nuova Camera dei rappresentanti olandese ha ufficialmente preso vita. A due settimane dalle elezioni, i 150 deputati eletti hanno giurato nell’aula della Tweede Kamer, alternando la formula tradizionale “Che Dio Onnipotente mi aiuti” a un più laico “Dichiaro e prometto”. Un rito che si ripete da anni, ma che quest’anno ha un sapore diverso: il Parlamento si presenta più giovane, con più donne e un volto del tutto rinnovato.
Più donne e volti giovani: il Parlamento cambia passo
I numeri parlano chiaro: sono 55 i nuovi deputati che entrano in Parlamento, mentre le donne arrivano a quota 65, pari al 43% dei seggi. Un vero record per la politica olandese. Anche l’età media scende, passando da 45 a 44 anni. Tra i volti nuovi spicca Etkin Armut, 27 anni, esponente del Cda, il partito cristiano-democratico. Eletta all’ultimo seggio disponibile, è la più giovane della legislatura. All’estremo opposto c’è il veterano Raymond de Roon, 73 anni, esponente dell’ultradestra del Pvv di Geert Wilders, che ha giurato per la settima volta di fila. “Ogni volta è come la prima”, ha detto ai colleghi prima della cerimonia.
Gli equilibri politici cambiano, ma restano assenze pesanti
I gruppi parlamentari restano 15, ma la loro composizione è mutata. Scompare il partito centrista Nuovo contratto sociale di Pieter Omtzigt, mentre torna in Aula il partito dei pensionati, 50Plus, dopo quattro anni fuori. Nell’emiciclo, le forze di destra come Pvv e Forum per la Democrazia si trovano all’estrema destra, mentre all’opposto siedono socialisti dello Sp, laburisti-verdi e proprio 50Plus. A colpire è l’assenza di Frans Timmermans: l’ex vicepresidente della Commissione europea e ex leader dell’alleanza rosso-verde non si è presentato nemmeno alla cerimonia di saluto dei deputati usciti. “Una scelta personale”, dicono fonti vicine al partito.
Verso il nuovo governo: alleanze inedite e tempi stretti
La strada per formare il nuovo governo sembra ancora lunga. Dopo i primi incontri, il grande vincitore delle elezioni, Rob Jetten, leader dei liberal-progressisti del D66, ha annunciato una collaborazione inedita con il capo dei cristiano-democratici, Henri Bontenbal. I due lavoreranno insieme nelle prossime tre settimane per mettere a punto un programma su temi chiave: migrazione, edilizia, difesa, clima ed economia. “Andremo spediti, serve slancio alla collaborazione”, ha detto Jetten ai giornalisti poco dopo le 11.30 in Transitiehuisstraat.
L’obiettivo è coinvolgere anche i liberali di destra del Vvd, i laburisti-verdi e i conservatori del JA21. Un mosaico politico complesso, che riflette la frammentazione emersa alle urne e che impone tempi ristretti per evitare blocchi. Fonti parlamentari confermano un calendario fitto di incontri: “Non possiamo permetterci mesi di incertezza”, ha ammesso Bontenbal.
Un Parlamento che riflette il Paese
La nuova Tweede Kamer si presenta come uno specchio della società olandese: più donne, più giovani, e tante voci diverse che raccontano le tensioni e le speranze del Paese. Nei corridoi si sente un clima di attesa, ma anche di responsabilità. “Dobbiamo rispondere alle sfide vere dei cittadini”, ha ricordato Etkin Armut poco dopo il giuramento. Ma tra i banchi non mancano i dubbi sulla tenuta delle alleanze e sulla capacità di trovare accordi su temi delicati come immigrazione e transizione energetica.
Solo nelle prossime settimane si capirà se questa nuova stagione politica saprà trasformare in fatti concreti le promesse emerse dalle urne. Intanto, tra strette di mano e sguardi attenti, il Parlamento ha riaperto le sue porte: con volti nuovi e vecchie sfide davanti a sé.
