Bologna, 12 novembre 2025 – Ken Loach, uno dei nomi più noti del cinema sociale europeo, ha ricevuto oggi la laurea honoris causa in Scienze Filosofiche dall’Università di Bologna. La cerimonia si è svolta in videoconferenza da Londra, dove il regista si è collegato con il rettore Giovanni Molari, che gli ha consegnato il prestigioso riconoscimento. Loach ha iniziato la sua lectio magistralis con parole forti: “Il presente è il momento più pericoloso, disperato e terribile. La sicurezza che credevamo di avere è sparita: il mondo si sta spaccando davanti ai nostri occhi, le persone si sentono minacciate, i lavoratori sono sfruttati in modi nuovi, i contratti stanno sparendo e la povertà cresce.”
Ken Loach racconta la crisi della società di oggi
Durante il collegamento con Bologna, Loach – 87 anni, con una carriera iniziata negli anni Sessanta – ha ripercorso alcune tappe fondamentali della sua produzione. Film come “Kes”, “Il vento che accarezza l’erba”, “Sorry We Missed You” hanno raccontato senza filtri le difficoltà della classe lavoratrice e le contraddizioni della società britannica. “Nel mio Paese, uno dei più ricchi del mondo, la disuguaglianza è enorme – ha spiegato – la gente muore senza aiuto e c’è molta rabbia tra i giovani”. Un quadro che, secondo lui, non riguarda solo il Regno Unito ma molte democrazie occidentali.
Disuguaglianze e nuove forme di sfruttamento
Loach ha puntato il dito sulle nuove povertà e sulla precarietà del lavoro. “Si sono inventati nuovi modi per sfruttare i lavoratori”, ha detto, parlando dei cambiamenti degli ultimi anni. Contratti precari, meno tutele, piattaforme digitali che tagliano i diritti: per il regista tutto questo crea un clima di insicurezza diffusa. “I contratti sono spariti”, ha rimarcato mentre il pubblico collegato da Bologna ascoltava in silenzio. Ha insistito anche sulle conseguenze sociali di queste trasformazioni: “C’è tanta povertà”, ha ripetuto, quasi per sottolineare il divario tra le promesse della modernità e la realtà di milioni di persone.
Allarme per l’estrema destra e la crisi politica
Non sono mancati i riferimenti alla situazione politica attuale. Loach ha espresso preoccupazione per la crescita di movimenti che chiama “estrema destra”, anche se non sempre si tratta di formazioni apertamente fasciste. “L’estrema destra è tornata, quella che pensavamo di non rivedere più – ha osservato – persone che forse non sono fasciste ma usano le stesse tattiche”. Le sue parole hanno suscitato reazioni tra studenti e docenti collegati, con molti che in chat hanno sottolineato l’importanza di restare vigili contro intolleranza e discriminazione.
Denuncia sull’occupazione militare e appello alla solidarietà
Sul fronte internazionale, Loach ha lanciato un’accusa chiara ai governi occidentali: “L’occupazione militare e l’illegalità sono oggi tollerate dai governi occidentali: è una vergogna che il mio Paese invii armi a un governo che sta compiendo un genocidio”, ha detto parlando della situazione in Palestina. Parole dure che hanno scatenato un lungo applauso nella sala dell’Ateneo bolognese. A chiudere il suo intervento, il regista si è rivolto agli intellettuali italiani: “Posso far parte del modo in cui voi combattete tutto questo? La solidarietà, la nostra conoscenza e la passione sono le nostre armi”. Un invito a non cedere all’indifferenza e a riflettere sul ruolo della cultura nella società.
Un premio che guarda avanti
La cerimonia per la laurea honoris causa a Ken Loach è stata definita dal rettore Molari “un segno di attenzione verso chi ha raccontato con coraggio e chiarezza le ingiustizie del nostro tempo”. L’Università di Bologna ha voluto premiare non solo un regista, ma un testimone di un’epoca in cui il cinema diventa strumento di riflessione collettiva. Ed è proprio da questa riflessione che parte l’appello finale di Loach: “La solidarietà è la nostra arma più forte”. Una frase semplice, detta con voce ferma da Londra, che risuona nelle aule dell’Alma Mater come un monito e una promessa.
