Tel Aviv, 12 novembre 2025 – Questa mattina il presidente israeliano Isaac Herzog ha ricevuto una lettera firmata da Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, che chiede con urgenza la grazia per il premier Benyamin Netanyahu. La richiesta arriva in un momento delicato, con il primo ministro alle prese con processi giudiziari. A diffondere la notizia è stato Channel 12, che ha pubblicato anche il testo integrale della lettera.
Trump: “Il processo a Netanyahu è politico e ingiusto”
Secondo l’emittente israeliana, nella missiva Trump definisce il procedimento contro Netanyahu “politico e ingiustificato”, sottolineando l’importanza di “difendere chi ha guidato il Paese nei momenti difficili”. L’ex presidente americano, già in passato vicino al leader del Likud, aveva ribadito il suo sostegno anche durante la visita in Israele di circa un mese fa, legata all’accordo di cessate il fuoco con Hamas.
“Adesso serve unità nazionale, mettere da parte le divisioni interne”, avrebbe scritto Trump a Herzog. Fonti vicine al presidente parlano di una lettera diretta, con toni personali e molti riferimenti al rapporto tra Stati Uniti e Israele, e alla “necessità di proteggere la democrazia da interferenze giudiziarie”.
Una richiesta che spacca: le reazioni nel panorama politico
La notizia ha subito acceso il dibattito in Israele. Alcuni esponenti del Likud hanno accolto con favore l’iniziativa di Trump, definendola “un gesto di amicizia e sostegno”. Ma non tutti sono d’accordo. Un deputato dell’opposizione, che ha preferito restare anonimo, ha detto: “Le istituzioni israeliane sono solide e indipendenti, non servono pressioni dall’estero per decidere le nostre questioni”.
Il processo a carico di Netanyahu, aperto nel 2020 al tribunale distrettuale di Gerusalemme, riguarda accuse di corruzione, frode e abuso di fiducia. Il premier ha sempre respinto tutto, parlando di “caccia alle streghe” da parte dei suoi avversari politici. La vicenda si intreccia con una fase politica complicata: il governo deve fare i conti con le conseguenze del conflitto a Gaza e con una società sempre più divisa.
Herzog tra prudenza e istituzioni
Il presidente Herzog, secondo il suo portavoce, ha preso atto della richiesta ma non ha ancora deciso cosa fare. In Israele, la concessione della grazia presidenziale è prevista dalla legge, ma usata con molta cautela, solo in casi eccezionali. Negli ultimi vent’anni, casi simili sono stati rari e hanno sempre acceso un acceso dibattito pubblico.
“Il presidente agirà nel rispetto delle istituzioni e delle procedure”, ha spiegato una fonte vicina a Herzog. “Qualsiasi decisione terrà conto delle conseguenze legali e politiche”. Intanto i media si interrogano su cosa potrebbe succedere: per alcuni analisti, una grazia a Netanyahu rischierebbe di aumentare le tensioni tra magistratura e governo.
Israele e Stati Uniti: un rapporto sotto la lente
La lettera di Trump arriva in un momento in cui i rapporti tra Israele e Stati Uniti sono in fase di aggiustamento. L’amministrazione Biden ha mantenuto un profilo prudente, evitando commenti diretti sul caso Netanyahu. Ma la presa di posizione dell’ex presidente riporta in primo piano il legame personale tra i due leader e il peso delle dinamiche internazionali sulla politica israeliana.
Gli osservatori locali sottolineano che la mossa di Trump potrebbe avere effetti anche negli Stati Uniti, dove la questione israelo-palestinese resta un tema delicato, soprattutto in vista delle prossime elezioni. Per ora, dal governo israeliano nessuna dichiarazione ufficiale: solo qualche commento a microfoni spenti nei corridoi della Knesset. Una cosa è certa: la lettera di Trump ha riacceso il dibattito su giustizia e politica a Gerusalemme.
