Bruxelles, 13 novembre 2025 – Il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha anticipato oggi che le previsioni economiche autunnali dell’Unione Europea, attese per lunedì, segnalano una crescita dell’area euro più robusta del previsto per il 2025. La notizia è arrivata nel corso della conferenza stampa finale dell’Eurogruppo, tenutasi nel primo pomeriggio nella sede del Consiglio UE a Bruxelles. “Posso già dire che l’economia dell’area euro sta andando meglio del previsto quest’anno e continua a crescere. Ma ci sono ancora molte sfide, non possiamo fermarci qui”, ha detto Dombrovskis ai giornalisti.
Crescita oltre le aspettative, ma restano i rischi
Secondo il commissario, i dati raccolti dalla Commissione europea mostrano segnali di una ripresa economica più solida rispetto a quanto si pensava fino a qualche mese fa. “L’area euro continua a crescere”, ha ribadito Dombrovskis, lasciando capire che il quadro generale – con tutte le precauzioni del caso – è meno incerto di quanto si temeva dopo il rallentamento dello scorso anno. Tuttavia, ha subito aggiunto che la situazione resta fragile: “Non possiamo accontentarci”, ha sottolineato, richiamando l’attenzione ai rischi ancora sul tavolo.
Dietro i numeri, infatti, si nascondono le difficoltà di un contesto internazionale complicato. La guerra in Ucraina, i rincari dell’energia e le tensioni commerciali con la Cina continuano a influenzare le prospettive di crescita. “Abbiamo davanti ostacoli importanti”, ha ammesso Dombrovskis, senza però entrare nei dettagli delle nuove stime che saranno diffuse lunedì 18 novembre. Solo allora si capirà se la Commissione rivedrà al rialzo il dato sul PIL dell’Eurozona, che nella precedente previsione di luglio era fissato all’1,2% per il 2025.
Mercati cauti, governi in attesa
L’annuncio del commissario lettone è stato accolto con prudenza dai rappresentanti dei governi riuniti a Bruxelles. Alcuni ministri delle Finanze – tra cui Giancarlo Giorgetti per l’Italia e Bruno Le Maire per la Francia – hanno evitato commenti dettagliati, preferendo attendere i dati ufficiali. “Aspettiamo le cifre della Commissione”, ha detto Giorgetti uscendo dalla sala poco dopo le 14.30.
Sui mercati finanziari, la possibile revisione al rialzo ha avuto un effetto limitato. L’euro è rimasto stabile intorno a 1,07 sul dollaro, mentre i principali indici azionari europei hanno chiuso senza grandi scossoni. Gli esperti delle banche più importanti – da BNP Paribas a Deutsche Bank – hanno spiegato che “la prudenza è d’obbligo”, vista la volatilità degli ultimi mesi e l’incertezza legata alle mosse della BCE.
Inflazione e investimenti, le sfide da affrontare
Tra le questioni aperte, secondo fonti vicine alla Commissione, ci sono ancora la gestione dell’inflazione e il rilancio degli investimenti pubblici e privati. A ottobre, l’indice dei prezzi al consumo nell’Eurozona si è fermato al 2,8% su base annua, in calo rispetto ai mesi scorsi ma ancora sopra il target del 2% fissato dalla Banca centrale europea. “La battaglia contro l’inflazione non è finita”, ha confidato un funzionario europeo al termine dell’Eurogruppo.
Sul fronte degli investimenti, Bruxelles punta a rafforzare il piano Next Generation EU e a spingere sulla transizione verde e digitale. Ma diversi Stati membri – come Germania e Paesi Bassi – chiedono più rigore sui conti pubblici. Il dibattito sulla riforma del Patto di stabilità resta aperto: “Serve trovare un equilibrio tra crescita e sostenibilità fiscale”, ha ricordato Dombrovskis.
Aspettando le previsioni di lunedì
L’appuntamento chiave è per lunedì 18 novembre, quando la Commissione pubblicherà le previsioni economiche autunnali complete. Solo allora si potrà capire a fondo come vanno i principali indicatori: PIL, occupazione, inflazione e debito pubblico. Nel frattempo, a Bruxelles si respira un clima di prudente ottimismo, ma anche di grande attenzione.
“Non possiamo permetterci passi falsi”, ha concluso Dombrovskis, lasciando intendere che la strada verso una vera ripresa è ancora lunga. Eppure, nei corridoi del Consiglio UE qualcuno si lascia andare a un filo di speranza: “Forse il peggio è passato”. Per ora, però, sono solo previsioni.
