Varese, 13 novembre 2025 – Elia Del Grande, 49 anni, il cosiddetto “killer dei fornai”, è stato arrestato ieri sera a Cadrezzate, nel Varesotto, dopo due settimane di fuga. Era evaso dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia il 30 ottobre scorso. A rintracciarlo sono stati i carabinieri di Varese e Modena, con l’aiuto del Reparto operativo speciale di Milano, proprio a pochi passi dalla casa dove, 27 anni fa, aveva compiuto la strage che lo ha reso tristemente noto.
Fermato a due passi dal luogo della strage
La svolta è arrivata nel tardo pomeriggio di martedì. Del Grande si nascondeva in un’abitazione di famiglia, a poche centinaia di metri dal posto dove il 7 gennaio 1998 uccise a colpi di fucile i genitori e il fratello maggiore. Una vicenda che scosse profondamente la provincia e gli costò una condanna a trent’anni. Gli investigatori sottolineano che la sua scelta di rifugiarsi lì non è stata casuale: “Conosce ogni sentiero, ogni angolo”, ha detto un carabiniere che ha partecipato alle ricerche.
La fuga e la telefonata alle Iene
Poche ore prima dell’arresto, Del Grande ha chiamato la redazione delle Iene, dicendo di sentirsi “braccato” e senza vie d’uscita. “Pioveva a dirotto. Ho preso dei fili elettrici, che fanno più o meno sei metri e mezzo di corda. E niente, ho scavalcato e sono andato”, ha raccontato al giornalista al telefono. La sua fuga è iniziata sfruttando la foschia e il maltempo, condizioni che gli hanno permesso di seminare la sorveglianza della struttura emiliana.
Durante la chiacchierata ha negato qualsiasi coinvolgimento della sua ex compagna sarda, Rossella Piras: “Non è così. Anzi, se andiamo a vedere, mi ha aiutato un tassista”, ha spiegato, lasciando intendere che la fuga è stata organizzata da solo o con l’aiuto di estranei.
Le ricerche e i suoi spostamenti nel Varesotto
Fin da subito le ricerche si sono concentrate nella zona dei laghi tra Ternate, Travedona Monate e Cadrezzate con Osmate. Un territorio che Del Grande conosce bene, dove possiede ancora alcune proprietà. I procuratori di Modena e Varese, Luca Masini e Antonello Gustapane, ritengono che il fuggitivo abbia potuto contare su una rete di appoggi locali: “Ha potuto contare su persone che lo hanno favorito”, hanno scritto in una nota congiunta diffusa in serata.
Gli investigatori hanno ricostruito i suoi spostamenti notturni tra darsene e canneti del lago di Monate: Del Grande avrebbe usato anche pedalò per muoversi senza farsi notare. “Si muoveva tra le barche come un fantasma”, ha raccontato un residente vicino alla riva. Nessuno però ha notato movimenti sospetti nei giorni prima dell’arresto.
L’arresto senza resistenza e cosa succede ora
L’arresto è avvenuto intorno alle 19:30, senza incidenti. Del Grande non ha opposto resistenza quando i carabinieri sono entrati in casa. Aveva con sé pochi effetti personali e una piccola somma in contanti. Ora è nel carcere di Varese, in attesa di essere interrogato dal magistrato.
Gli inquirenti stanno cercando di capire chi lo abbia aiutato a sfuggire ai controlli per oltre due settimane. “Non escludiamo altri sviluppi nelle prossime ore”, ha detto il procuratore Masini. L’attenzione resta alta anche sulle persone che potrebbero averlo sostenuto durante la latitanza.
Una ferita ancora aperta per la comunità
La cattura di Elia Del Grande riporta a galla una delle pagine più dolorose della cronaca varesina degli ultimi decenni. In paese la notizia si è sparsa in fretta: “Non pensavamo potesse tornare proprio qui”, ha detto una vicina, ancora scossa. La casa del massacro era rimasta chiusa per anni, simbolo di una tragedia che non si è mai spenta. Ora la comunità vuole risposte: chi ha permesso la fuga? Chi lo ha aiutato? E perché il “killer dei fornai” è riuscito a tornare, anche solo per pochi giorni, nei luoghi della sua infanzia e del suo crimine?
