Milano, 13 novembre 2025 – Massimo Lovati, ex difensore di Andrea Sempio e figura chiave del nuovo filone dell’inchiesta sul delitto di Garlasco, ha deciso di affidare a un portavoce i rapporti con la stampa. Motivo? La pressione mediatica delle ultime settimane è diventata troppo pesante da sopportare. La notizia è arrivata ieri pomeriggio, poco prima della sua convocazione davanti ai magistrati di Brescia, fissata per oggi alle 16. Intanto, il suo avvocato, Fabrizio Gallo, ha smentito con fermezza le voci su un possibile ritiro dal mandato.
Lovati al limite: “Non ce la faccio più”
“Non riesco più a gestire tutto, è un continuo. Telefonate ogni giorno, ogni minuto. Non ce la faccio più”, ha raccontato Lovati a Open, descrivendo il clima di pressione che si respira attorno al caso. Da qui la scelta di nominare un portavoce, Alfredo Scaccia, che filtri le richieste dei giornalisti. Una decisione che ha sorpreso anche Gallo: “Non lo conosco, so solo che è un ex avvocato, cancellato dall’albo e che ha avuto problemi giudiziari per corruzione”, ha detto il legale, visibilmente irritato.
Il caso Scaccia e le tensioni dietro le quinte
Alfredo Scaccia, infatti, è stato arrestato lo scorso marzo insieme al figlio Gabriele e al carabiniere Carmine Casolaro nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di finanza di Verbania. L’accusa: corruzione per ottenere informazioni riservate su procedimenti giudiziari. Negli ultimi giorni, però, il gip di Roma ha revocato i domiciliari per Scaccia, accogliendo la richiesta del pm Fabrizio Tucci. Restano invece ai domiciliari il figlio e Casolaro. “Quando la legge ti chiama a rispondere personalmente di un reato – ha scritto Scaccia in una nota – non ha più senso indossare la toga”. Ha anche annunciato l’addio definitivo alla professione, rivendicando di non aver mai perso un processo.
Interrogatori a Brescia: i conti da chiarire
A Brescia proseguono gli interrogatori legati alla presunta corruzione nell’indagine del 2017 sul caso Garlasco. Ieri pomeriggio sono stati ascoltati gli ex avvocati di Sempio, Federico Soldani e Simone Grassi: quattro ore di domande e risposte davanti ai pm. Oggi toccherà a Lovati, convocato come “persona interessata”. Una definizione che lui stesso trova strana: “Non sono né indagato né testimone. Ma la convocazione come persona interessata è strana, non esiste nel nostro codice questa definizione”, ha commentato.
Sul tema dei compensi per la difesa di Sempio, Lovati è chiaro: “Io non ho preso soldi in nero, ma in contanti. È diverso. Se poi li ho dichiarati? Non sono obbligato a farlo. Se faranno un controllo fiscale, vedremo”. E ha aggiunto: “I soldi non li ho presi da Sempio, ma dai miei colleghi. Sono subentrato dopo: Sempio aveva dato il mandato prima a Soldani e Grassi. Per questo i conti con i clienti li ha sempre gestiti Soldani, non io”.
Il ruolo di Venditti e le nuove piste
Al centro dell’inchiesta c’è anche l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, coinvolto in due filoni: uno sul caso Garlasco e l’altro sul cosiddetto “sistema Pavia”. Lovati lo difende a spada tratta: “Venditti è completamente innocente”, dice senza esitazioni. “Per quanto riguarda l’indagine sul caso Garlasco, non ha niente a che vedere. Quell’indagine fa ridere i polli. Ho sempre detto che è solo un rompighiaccio, un grimaldello per un’inchiesta più grande”.
Una giornata decisiva e tanti interrogativi
La giornata di oggi si annuncia cruciale per Lovati, chiamato a chiarire la sua posizione davanti ai magistrati di Brescia, mentre intorno al caso aumentano tensioni e dubbi. “Se Sempio mi chiamasse, tornerei a difenderlo a braccia aperte”, ha ammesso Lovati, pur precisando che da tempo i rapporti sono interrotti. In attesa degli sviluppi, l’attenzione resta alta su ogni mossa dei protagonisti di una vicenda che continua a sollevare domande – e non poche polemiche – nel mondo della giustizia italiana.
