Roma, 13 novembre 2025 – Caravaggio e il Giubileo tornano a incrociarsi, questa volta sul grande schermo. Dall’1 al 3 dicembre, in tutta Italia, arriva nelle sale come evento speciale il documentario “Caravaggio a Roma. Il viaggio del Giubileo”, firmato da Giovanni Piscaglia. Un racconto che mescola arte, fede e inquietudine, con la voce narrante di Mario Cordova e il contributo di storici e studiosi di primo piano.
Caravaggio e il cuore del Giubileo
“Caravaggio è il pittore del sentimento, e il Giubileo è sentimento, non ragionamento”, spiega lo storico dell’arte Claudio Strinati, uno dei protagonisti del film. Il documentario, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Studios in collaborazione con Sky, Avvenire e Gallerie d’Italia-Intesa Sanpaolo, si concentra proprio su questo legame sottile tra la spiritualità dell’Anno Santo e la pittura di Michelangelo Merisi. Un viaggio che parte dai pellegrini di oggi, attraversa la Roma barocca e si addentra nella vita di un artista segnato da luci e ombre.
Tra Seicento e presente: un racconto a più voci
Il film, scritto da Eleonora Angius su soggetto di Didi Gnocchi, passa dal passato al presente. Si parte dal Giubileo del 1600, quando Caravaggio, poco più che ventenne, ottiene la sua consacrazione artistica. In quell’anno, nella cappella Contarelli di San Luigi dei Francesi, presenta due tele che cambieranno la storia dell’arte: la Vocazione di San Matteo e il Martirio di San Matteo. Da lì in poi, la sua pittura abbandona le scene di vita quotidiana per immergersi nel sacro, in una ricerca di redenzione che si legge nei volti e nei gesti dei suoi santi.
Ombre e redenzione: la parabola di Caravaggio
La vita di Caravaggio – ricorda il documentario – è segnata da una lotta continua tra colpa e perdono. Dopo la condanna a morte e l’esilio, le sue opere si fanno più cupe, i colori si fanno densi, le figure sembrano emergere dal buio. “Caravaggio morì da peccatore, in viaggio verso Roma, alla ricerca di una grazia che non riuscì mai a trovare”, sottolinea Strinati. E proprio in questa fragilità, in quell’urgenza di misericordia mai raggiunta, si nasconde la forza universale della sua arte.
Un viaggio corale tra esperti e testimoni
Il documentario alterna immagini delle opere a interventi di esperti: Francesca Cappelletti (direttrice della Galleria Borghese), Franco Cardini (storico), Antonio Ernesto Denunzio (vicedirettore Gallerie d’Italia Napoli), lo scultore Jago, Suor Maria Gloria Riva (fondatrice del monastero delle Adoratrici Perpetue del SS Sacramento), monsignor Alberto Rocca (direttore Pinacoteca Ambrosiana), Marco Roncalli (saggista), Thomas Clement Salomon (direttore Gallerie Nazionali di Arte Antica), Antonella Scalessa (Archivio di Stato Roma), Claudio Strinati e Maria Cristina Terzaghi (storici dell’arte), monsignor Timothy Verdon (direttore Museo dell’Opera del Duomo di Firenze). Ognuno offre uno sguardo personale su Caravaggio: chi ne mette in luce la modernità, chi la tensione morale, chi il legame con la città.
Caravaggio torna in sala per il Giubileo 2025
Il ritorno di Caravaggio al cinema, proprio alla vigilia del Giubileo 2025, non è un caso. “La sua pittura commuove ancora oggi perché parla al cuore”, racconta una spettatrice all’uscita dell’anteprima romana. Il film invita a riscoprire un artista fragile e universale, capace di vedere la bellezza anche nel peccato. Un uomo che ha trasformato la sua inquietudine in immagini potenti, tra luce e ombra.
Chi vuole partecipare all’evento può trovare l’elenco delle sale sul sito nexostudios.it. Un’occasione per lasciarsi travolgere dalla forza senza tempo di Caravaggio, mentre Roma si prepara ad accogliere milioni di pellegrini per il prossimo Anno Santo.
